A LEZIONE DA UNA CATECHISTA DI SANTO STEFANO

09.04.2015 09:52

Sono sempre un assiduo lettore del bollettino della parrocchia di S Stefano, dal quale traggo una frase ad effetto e da essa comprendo la lettera di elogio alla comunità da parte del vescovo. Scrive così una catechista: “la Chiesa non cresce per proselitismo, cresce per attrazione. E quello che attrae è la testimonianza. Essere catechista significa dare testimonianza della fede; essere coerente nella propria vita”. Io quando m’inginocchio davanti al sacerdote invocando la misericordia di Dio, denuncio la mia incoerenza, il mio inadeguato esempio, come cristiano, cioè uomo di poca fede, infedele. Poi saputo che l’aggettivo testimone è accostato ai martiri (erano chiamati testimoni, trovo inadeguato oggi per rispetto ai santi martiri, accostarlo a chi non l’ha data la sua vita per il Signore, non ha compiuto l’estremo e cruento sacrificio). Credo che essere catechista significa essere uno dei tanti servi inutili, infedeli, uno che cerca di fare ciò che deve fare, in silenzio, mettendosi da parte, seminando e sperando. Anche quando sento dire a una catechista “coerente nella propria vita”, mi viene da pensare che la vita non è nostra, che siamo chiamati ad amministrare “la sorprese”  e che questa mette a  dura prova la coerenza, e che la coerenza non è frutto delle azioni che compiamo per “l’esterno”, che lasciamo intendere, che prepariamo noi per gli altri, perché gli altri leggano ciò che non siamo. Ricordiamoci che gli altri leggono meglio di noi ciò che noi siamo veramente, e non ciò che vogliamo dare a vedere o credere. Don Mazzolari scriveva che il popolo, anzi addirittura i bambini ci leggono dentro; diciamo di essere coerenti, ne siamo convinti, ma non siamo affatto coerenti, la storia del popolo d’Israele ne è la prova, infedeltà, cioè non coerenza con ciò che si è impegnati e ciò è all’ordine del giorno. E’ la lettura attenta e costante delle Sacre Scritture che evidenzia ciò, e alla quale un catechista dovrebbe dedicarsi, per conoscere, quindi trasmettere senza sensi di colpa: siamo incoerenti, la nostra vita non ci appartiene, i testimoni sono solo coloro che sanno dare la propria vita, cioè sanno morire per il Signore o per un ideale, (credo che Salvo D’Acquisto sia un testimone credibile), e che la Chiesa, e questo è importantissimo, cresce sì per attrazione, ma l’attrazione, la calamità è la croce, sono Sue parole e non mie deduzioni: Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me.