ALLA FACCIA DELLE MALE LINGUE

21.04.2015 08:08

Qualcuno dei suoi preti eccellenza reverendissima mi addita come traditore, altri (forse anche lei), si chiedono come posso io  “dissidente dissenziente” celebrare l’eucarestia; io oggi celebrerò, e siccome anche lei celebrerà saremo in comunione, e ciò mi basta ed è bastante, perché il rapporto ideale non esiste, non esiste quel rapporto padre e figlio che lei auspica, perché non è padre e io non sono suo figlio, ma mentre io ho l’esperienza della paternità, lei no, infatti lei il rapporto padre – figlio lo idealizza ed enfatizza, relegandolo all’ “isola che non c’è” come nelle favole, belle, ideali, ma non reali. Il cristianesimo mi è sempre stato insegnato è fatto concreto, concretezza, come la storia, di cui don Bessone storico locale, insegna che è fatta di scontrini e pezze giustificative, dunque il rapporto umano, è descritto molto bene da s Paolo: “ sopportatevi a vicende”, ora le mie osservazioni su questa casta, la casta sacerdotale che lei presiede e governa alla quale di fatto appartengo, ma non ne condivido il modus operandi; come si legge nella prima lettura di oggi “ all’udire queste cose erano furibondi in cuor loro e digrignavano i denti..” Lei ha già preso le misure come si legge in Atti, mi ha già trascinato fuori dalla città e mi ha fatto lapidare e c’è chi si è prestato a raccogliere la pietra e a scagliarla. Ma attenzione eccellenza reverendissima a ciò che Luca in Atti scrive “ quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato?” Sì sono profeta, re e sacerdote, è la mia dignità battesimale, che devo, per dovere esercitare. Lei non sa ascoltare, e chi non sa ascoltare come riporta la Scrittura è “ testardo nel cuore oltre che testardo nelle orecchie”. In fondo se penso ai nostri incontri, lei non ha mai discusso con me, ma dopo, non più alla mia presenza, con confratelli e con laici mi ha accusato :” costui non fa altro che parlare contro…” leggiamo oggi in Atti. Come può constatare eccellenza reverendissima è un copione già usato che fa più onore a me che a lei. Oggi abbiamo commentato insieme, in comunione di fede la Parola, con le nostre divergenze, ma in comunione di fede, e mi sento degno di spezzare con lei il pane consacrato… Alla faccia delle male lingue di cui ama circondarsi