CANCELLANO LE VERE REGOLE PER RENDERCI SCHIAVI

14.04.2015 07:55

Scrivevo nel giorno del venerdì santo… ho scelto di scrivere tra l’ora sesta e l’ora nona “quando scesero le tenebre su tutta la terra”, per riportare e commentare quanto scrive Geremia, il profeta Geremia nel suo libro al cap 2,26-28. Ci s’interroga, si ricorre a Dio, si ricercano le più svariate soluzioni solo dopo che capita qualcosa, quando l’irreparabile, non è più il riparabile, ci si accorge del buco nel recinto quando questo è divenuto così grande da far passare l’intero gregge; ma dov’eravamo quando il piccolo strappo nelle recinzione si è trasformato in un enorme varco? Ad adorare gl’idoli, denaro in testa, poi noi stessi, quindi il potere, il mondo e la vita smodata, senza regole. Tutti ne siamo coinvolti, tutti ne siamo colpevoli, Geremia scrive, dopo lo potrete leggere, i loro re, i loro capi, i loro sacerdoti. Ne è escluso il popolo, perché questo fa, “ciò che è la sua classe dirigente”, ma non è quello che è la sua classe dirigente. Tra il popolo c’è chi non accetta, non segue, ma svergogna senza svergognarsi. Ha ragione don Mazzolari, mi riferisco a ciò che scrivevo qualche giorno fa, il popolo, le masse, non le prendiamo più, più, più… Se ci si schiera con quelli che fan soffrire. Il nostro comportamento di guida è (qui vi riporto ciò che scrive Geremia) “ come si vergogna un ladro preso in flagrante….” E ancora più avanti il profeta sferza “voi non avete imparato la lezione”, infatti queste classi di re, sacerdoti, capi e profeti non si giustificano, ma come dice il profeta si difende non ritenendosi colpevole si auto celebra “eppure protesti: io sono innocente”, e ancora “non ho peccato!”. E’ calato il buio sulla terra tra l’ora sesta e l’ora nona, mentre c’è chi proponendo il digiuno mangia ai quattro palmenti, oltre misura. Non diamo, non proponiamo più regole, perché non le abbiamo più, perché non ce le siamo più date, né siamo capaci a darcele, perché non le rispetteremmo, perché non riconosciamo più la regola prima: il Vangelo. Vi trascrivo una riflessione del cardinale Ballestrero, (un uomo la cui prima linea programmatica dopo la sua nomina ad arcivescovo di Bari fu:- nessun compromesso con le cose del mondo-) trascrivo quanto ebbe a scrivere del suo rapporto con i suoi formatori circa la regola del suo ordine scrisse: “il modo concreto dei nostri educatori di infervorare un giovane, di aiutarlo a conoscersi era il frutto di uno stile monastico vivo e coerente con la regola. Non era per mettere in croce nessuno, ma per infervorare. Non ci rendeva tristi, né scontenti, né problematici”. Benchè le tenebre abbiano avvolto tutta la terra noi siamo figli delle luce.