CONTINUANO A FARMI SAPERE CHE... SONO UN FIGLIO DI BUONA DONNA

27.04.2015 10:49

Mi è capitato di sfogliare il nuovo annuario diocesano pubblicato nei giorni scorsi. Tre osservazioni sintomatiche dell’organizzazione e dell’attenzione di questa diocesi verso alcuni suoi preti. La prima: non è fornito a tutti, ma a parrocchie e uffici. Dico non a tutti perché a me non è stato consegnato, eppure sarebbe utile che tutti i preti ne fossero forniti; poi si scopre che viene fornito ad amici laici… Ma non importa. Seconda osservazione: ho letto lo spazio a me riservato, ora non ci sono né i miei due numeri fissi di telefono (casa e ufficio), né il mio numero di cellulare, né quello del fax, né l’indirizzo mail, e soprattutto per la redazione dell’annuario non sono stato contatto. Dunque non mi è stato consegnato, non sono stato contattato per la comunicazione dei mie dati, non sono stati riportati i miei numeri telefonici per potermi rintracciare ergo non sono da contattare, né da cercare, devo restare anonimo, sono ritenuto un figlio di… buona donna. Mi hanno dato del traditore, dell’instabile mentale e adesso anche del figlio di buona donna (povera mamma!). Tutto ciò è il frutto della fraternità sacerdotale e della paternità episcopale: sono fortunato ad avere una famiglia, in particolare dei figli e ancora entrambe i genitori, oltre ad un nutrito numero di amici. Della fraternità e della paternità a buon mercato ne posso fare tranquillamente a meno, sempre rimanendo in comunione perché cristiano cattolico. Terza ed ultima osservazione, tra poco tra meno di due mesi sarà ordinato un prete in diocesi, e dopo di lui non sono previste ordinazioni per almeno due anni a Dio piacendo, considerando che le uscite delle entrate, le rientrate e le riuscite nel seminario diocesano sono all’ordine del giorno, ma non preoccupatevi che il nuovo responsabile della pastorale vocazionale, accuratamente scelto dal governo diocesano, risolverà tutto in poco tempo (ce lo fa sapere attraverso il giornale diocesano, attraverso l’edificante invito alla veglia vocazionale): siamo sempre in buone mani, perché fortunatamente c’è chi pensa per noi, perché chi pensa per noi non vuole che noi pensiamo. Secondo logica si sarebbe potuto attendere ancora due mesi per potere inserire il futuro sacerdote nell’elenco dei preti, ma si sa l’organizzazione, il discernimento qui non è di casa, malgrado i personaggi che coadiuvano il governo della diocesi.