DEM+AGOGIA=DEMAGOGIA!

11.04.2015 10:33

Lo aspettavo l’articolo su Muzzano, pubblicato ieri sul giornale diocesano, e come vi avevo preannunciato… “il raduno in cifre”, ovvero il censimento, dal quale emerge che 1645 partecipanti, (per usare le parole del direttore Caritas), non sono  nulla su 170.000 residenti sul territorio provinciale, quindi diocesano. Le parrocchie presenti, 49 su un totale di 114, (dato tratto dalla lettera del vescovo di solenne encomio alla parrocchia di S Stefano, pubblicata sul bollettino parrocchiale), 49 su 114, meno della metà, tanto che un organizzatore della giornata, il prete di montagna come ama definirsi, l’eterno studente di morale, lamenta: “ ci aspettavamo qualche parrocchia in più”. Il “grande raduno” come lo studentello mai cresciuto ama definirlo, è stato preparato in sei mesi, pensare che il grande raduno di Woodstock dove si sono raccolti circa mezzo milione di persone ad ascoltare molti artisti è stato preparato in meno tempo. Accostare poi la parola tradizione a Muzzano, da parte dell’inconcludente studente di morale, mi porta a chiedere al consiglio episcopale e al vescovo: “ … ma mandate proprio tutti a studiare!!!”. Poi il denaro, era stato annunciato dal programma, il denaro “lo sterco del diavolo” (come lo definisce papa Francesco) che andrà in elemosine ( non scrivo carità, perché quella parola racchiude il significato di Dio, Deus caritas est), ebbene l’elemosina raccolta è stata magra per fortuna, 5.550 euro, cioè 3,3 euro  pro partecipante. Allora diciamolo, un flop: il numero di partecipanti in calo, la presenza di meno metà delle parrocchie e una scarsa raccolta di fondi. Circa il titolo dell’articolo “il miracolo di Muzzano”, ovvero vedere tutti volti sorridenti, nessuno che fuma o ha il cellulare in mano, non lo commento, è disarmante un’affermazione del genere in un raduno di bambini delle elementari e ragazzi delle medie per quanto riguarda il fumo. Circa il telefonino, è chiaramente proibito per la giornata, al contrario per onestà cari organizzatori, se glielo aveste permesso, beh avrei voluto vedere e contare quanti avrebbero scelto tra la prolusione del vescovo e un video gioco. Il vero miracolo, sarebbe vedere i giovani preti che non usano il telefonino, alcuni portano pubblicamente strani aggeggi appesi ai padiglioni auricolari, manager che aspettano la chiamata del cliente… l’impresa funebre, la messa di suffragio, il battesimo, il matrimonio, l’affitto del salone parrocchiale. Ricordo bene le parole del mio vescovo rivolte al sottoscritto che per fare il prete l’importante è possedere un cellulare per ricevere le chiamate delle imprese funebri… Poi la grave mancanza; è vero che ricorre il bicentenario della nascita di s Giovanni Bosco, la cui congregazione ha ospitato l’evento,  è vero che oltre a s Giovanni Bosco, ricorre il 500esimo anniversario della nascita di S Filippo Neri, la cui congregazione che ha sede in città è centro dello scoutismo biellese, presente a Muzzano, ma non ricordare il 500esimo anniversario della nascita di Teresa D’Avila, santa, dottore della Chiesa e riformatrice di un Carmelo di cui un monastero di suore è qui in terra biellese a Chiavazza…. Questa è proprio una grave disattenzione, una caduta di stile, decadenza, sciatteria, alle quali siamo abituati e dal presule e dai suoi stretti collaboratori. In ultimo rifacendomi a ciò che scrissi tempo fa, quando ricordai al vescovo che mentre faceva ridipingere il suo sbiadito stemma episcopale che troneggia sulla facciata dell’episcopio, un senza fissa dimora, nella galleria Leonardo Da Vinci a pochi metri dal palazzo vescovile dormiva per terra; ricordando ciò non so con quale coraggio abbia potuto ricordare ai presenti: “ ragazzi ritornando a casa pensate a chi non ce l’ha”. Come al solito, la saggezza del vangelo mette con le spalle al muro : “ dicono e non fanno, legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono  sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito”. Dia lui per primo l’esempio, in vescovado vivono quattro persone in tre piani, e pensare che il papa vive in tre stanze su di un solo piano. Il miracolo? Il cambiamento, la conversione di questa gente.