DOPO LE ELEZIONI, ASPETTANDO IL BALLOTTAGGIO. UOMINI DI CHIESA S'INTERROGANO

01.06.2014 10:18

Consentimi di commentare il titolo che è apparso venerdì 30 maggio sul bisettimanale cattolico locale, caro Direttore : “ Buon giorno Biella sceglie : Gentile o libertà di voto “ . Voglio commentarlo perché ,come prete, è chiamato in causa il mondo cattolico, si legge infatti nell’articolo che chi guidava la lista sconfitta : “ ha sempre esibito con orgoglio la sua appartenenza al mondo cattolico, del volontariato , dello scautismo “.

Mi sento di dire che non eletto, l’aspirante sindaco ha solo il dovere di sedersi nei banchi dell’opposizione e di farla ; il comportamento descritto nell’articolo ci riporta a modi da prima repubblica a personaggi alla stregua di Casini che con una manciata di voti hanno condizionato l’azione di governo .Plaudo al candidato Cavicchioli nel chiudere la porta ad un modo di pensare e agire vecchio , finito da dimenticare , sul quale la storia ha sentenziato che non è possibile costruire . Il diktat , l’out l’out , il o…. o , sono segno di una arroganza che non appartiene al mondo cattolico né al mondo del volontariato ,ma  che purtroppo è manifesta in giovani prelati in carriera che hanno sponsorizzato e che continuano a sponsorizzare  ,(di fatto e non tanto velatamente), l’insuccesso della lista . L’elettorato non appartiene a nessuno , non si può ma soprattutto non si lo deve condizionare per nessun motivo  , ma farlo crescere e maturare ; i diktat , gli ordini , la sudditanza al capo vanno bene forse nel mondo scout , ma non tutto l’elettorato della lista in questione  porta o ha portato  pantaloncini corti .

I toni poi sono da imprenditore , infatti l’aspirante sindaco nella sua campagna elettorale vantava di essere a capo di una azienda di 60 dipendenti , e questo atteggiamento è di berlusconiana memoria , il quale manifesta pubblicamente l’orgoglio di essere il capo del suo elettorato . Con ciò capisco che l’aspirante sindaco, che si dice sensibilmente di sinistra , di fatto  è marcatamente di destra .

In fondo la storia del giovane imprenditore che dalla sconfitta vuole emergere e contare è eloquente :

già consigliere comunale e assessore ,lascia per obbedienza , ( a chi non si sa), il suo posto a Palazzo Oropa,

(e se no sbaglio ad un suo parente primo fra gli esclusi ),per assumere per oltre un decennio  la presidenza del Cordar, aprendo il CDA a suoi personali amici e trasformando la sede stessa dell’ufficio, ( basta visitarla ), in una mostra permanente di lavori artigianali di un altro suo amico . Alla vigilia di questa consultazione elettorale forte di  suoi incarichi all’interno dell’OFTAL organizza una tre giorni a Roma con gli associati . E’ il modo di intendere il bene comune ? Dov’è di casa in ciò l’etica , la morale ? E poi , è così importane segnalare l’ appartenenza al mondo cattolico ? O è piuttosto una chiara indicazione o strategia  di quella parte di confratelli preti che credono  di contare in diocesi ?

Il motto della sua campagne elettorale è stato : ci metto la faccia ; dopo l’articolo pubblicato dal bisettimanale cattolico potrebbe essere ripensato in : ho perso la faccia .