... E noi ? ...

02.07.2022 14:37 Fratelli cristiani , dalla proclamazione della Parola di questa XIV domenica del Tempo Ordinario riporto alla vostra attenzione l’ affermazione tratta dalla seconda lettura ossia dalla lettera che Paolo inviò alle comunità cristiane che abitavano la regione della Galazia nella quale l’Apostolo afferma che ciò che conta è : “ ... l’essere nuova creatura ... “ . Siamo dunque chiamati , invitati a rivoltare , rivouzionare ciò che siamo , letteralmente prendendo , pescando da ciò che è in noi , dentro di noi ,nascosto in profondità in noi per riportarlo in superficie . Dunque ciò che deve emergere è l’essere , la nostra vera identità non più nascosta nel buio ,ma visibile , alla luce del sole , non più privata ma pubblica . Il verbo della nostra lingua che ben definisce, che meglio si addice per definire l’operazione , l’azione che dobbiamo compiere per manifestare l’essere è : rivoltare quell’azione con la quale il contadino, vangando, riporta in superficie quegli strati di terra che sono in profondità, nel sottosuolo e che contengono le sostanze più nutrienti a favore di ciò che è stato seminato in superficie. Fratelli siamo invitati a far emergere ciò che siamo veramente , la nostra vera identità , la vera natura che definisce e caratterizza un figlio di Dio , quella natura divina che ci fa , per analogia , simili a Dio . Dentro di noi , in noi , nel profondo di noi è nascosta la nostra vera identità che Paolo definisce : “ ... l’essere nuova creatura ... “ . Dunque siamo in potenza nuova creatura ma non in atto ,cioè lo possiamo essere . Saremo , divveremo nuova creatura quando dal profondo di noi stessi , dalla nostra intimità faremo emergere , estrarremo ciò che serve a nutrire il rapprto con l’Altro da noi , colui che è , che diversamente da noi non ha bisogno di essere perché Egli è già perché è sempre stato e, ciò che è non è una sua potenzialità ma è la sua realtà . L’uomo è fatto essere da Dio , dunque sua responsabilità è manifestare ciò che Dio ha fatto in lui ,ciò che Dio ha posto in lui : l’essere che da Dio ha ricevuto . Cristo ne è l’esempio , Cristo ha manifestato ciò che Dio ha posto in lui , è divenuto ciò che Dio volle che divenisse : “ .... Padre .... non sia fatta la mia, ma la tua volontà ...” . Gesù prega con queste parole il Padre che Luca annotò nel suo Vangelo ( Lc.22,42 ) così la Vergine Maria : “ ... mi sia fatto secondo la tua parola ... “ fu ancora Luca ad annotarlo nel suo vangelo ( 1,38 ) . Siamo chiamati , invitati a fare ,a compiere ,ad esaudire la volontà di Dio che ha come risvolto, risultato la nostra realizzazzione , compie la nostra felicità . Siamo dunque in potenza già nuova creatura , quell’esserlo già ci richiama a divenirlo definitivamente in ogni momento della nostra esistenza, a divenirlo in atto . Paolo nella sua prima lettera inviata alla comunità cristiana che era in Corinto (2,13-15 ) definisce il nostro essere in potenza nuova creatura usando il termine uomo naturale , cioè colui che non comprende le cose dello spirito , colui che è limitato, che vive i propri limiti , che non vuole allargare , ampliare le sue possibilità , che non vuole dare seguio alla sue possibilità, alle sue potenzialità . Diversamente l’Apostolo definisce uomo spirituale colui che pone in atto ciò che veramente è , colui che si rende conto di ciò Dio ha posto in lui e si adopera per realizzarlo per metterlo in pratica , in atto ciò lo rende vivo, lo libera , lo porta alla ribalta , alla luce del mondo , un mondo che predica le tenebre e nasconde la luce , un mondo in cui ingiustizia e benessere accostati definiscono la società in cui viviamo ... e che società . Scrisse l’Apostolo Paolo: “ ... Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L'uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno ... “ e conclude l’Apostolo con queste parole : “ ... Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo ... “ ( 1 Cor.2,10-16 ) cioè fratelli siamo in grado di pensare come Dio pensa e di agire come Dio agisce perché giungiamo ad acquisire : “ ... Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,né mai entrarono in cuore di uomo ... “ scrisse ancora Paolo ai Corinti , per poi concludere: “ ... queste ha preparato Dio per coloro che lo amano ... “ . ( 1 Cor.2,9 ) Ora , viena da sé , ed è facile comprendere come la nuova creatura ,non sia incline, per formazione interiore, a qualsiasi azione che possa recare offesa ai suoi simili e all’ambiente nel quale vive perchè la nuova creatura ben comprende , per sua formazione interiore , di essere un semplice amministratore di un mondo che non gli appartiene e proprio perché solamente amministratore deve restituirlo integro a colui dal quale lo ha ricevuto perchèl’uomo ha ricevuto in amministrazione da Dio un giardino , Eden infatti si legge nel Libro della Genesi (2,15 ):“ ... Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse ...” e sta per restiturgli un deserto . Pietro nella sua prima lettera ( 4,10-11 ) invita l’uomo , la nuova creatura , l’uomo spirituale , ciascuno di noi fratelli cristiani a vivere : “ ... secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio. Chi parla, lo faccia come con parole di Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l'energia ricevuta da Dio, perché in tutto venga glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartiene la gloria e la potenza nei secoli dei secoli ... “ . Fratelli ora possiamo ben comprendere che se così formati e, se consapevoli di essere nuova creatura siamo messi in grado di percorrere le strade di questo mondo consapevoli di non avere necessità di portare : “ ... borsa,né sacca ,né sandali ... “ e “ ... mangiando e bevendo di quello... “ che lungo il cammino si riceve cioè affidandosi e confidando completamente nell’altro da sé perché : “ ... La fede è fondamento delle cose che si sperano ... “ secondo quanto ci ha insegnato S.Paolo . ( Eb.11,1 ) La fede dunque è l’affidarsi ad un Dio provvidente . Non solo , la nuova creatura porta in sé una nuova mentalità , perchè pensa come Dio pensa e agisce come Dio agisce .La nuova mentalità obbedisce al precetto che abbiamo sentito proclamare nella lettura del Vangelo : “... chi lavora ha diritto alla sua ricompensa ... “ . Non è il movimento socialista ( che ha solamente due secoli di storia ) che ha introdotto il diritto per chi lavora ad essere ricompensato , retribuito secondo giustizia, ma Dio stesso che ha posto questo precetto in ognuno di noi , lo ha posto da sempre e per sempre . La giusta retribuzione, perché posta in noi , è un sentimento , che deve materializzarsi , che deve essere messo in atto perché è in noi in potenza cioè può e deve realizzarsi . Rivendicarlo non è un’azione sindacale , o perlomeno non solo , è diritto di ogni cristiano per sé e per l’altro da sé perché questo Dio vuole , questo Dio ha insegnato, questo Dio si attende dai suoi discepoli . La giusta retribuzione è un sentimento generale , universale che non è limitato al solo ambito lavorativo è l’idea di riconoscere ogni attività umana e divina volta al bene ed esserne riconoscenti . Fratelli al termine di questa riflessione si può comprendere , che la nuova creatura non è parte non di una moltitudine ma di un piccolo resto , dunque coloro che si sono posti alla sequela di Cristo sono, un numero ristretto , esiguo che questo mondo scarta , mette da parte , non considera e spesso perseguita . L’identità della nuova creatura annoverata nel piccolo resto è descritta nel libro degli Atti degli Apostoli ( 2,42-47 ) : “ ... Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo ... “ . Dunque fratelli cristiani a vostro giudizio questo mondo si identifica in questo programma di vita ? Si è posto , questo mondo , alla sequele di Cristo ? E noi ?