ECC. REV. MA: SI RICORDI IL SUPERFLUO E'INVISIBILE AL CUORE

02.06.2015 09:48

Cari amici di Chiesa controcorrente, domenica scorsa sono stato invitato a concelebrare (l’anno scorso a presiedere la celebrazione) la santa Messa in suffragio di una nobil donna biellese. Domenica avrebbe compiuto 99 anni. La “dama” del castello di Moncavallo fu donna di relazione, capace di relazione, generosa ed attenta. Nel maggio del 1999 dopo la morte di mia moglie volle annoverarmi tra i professionisti di cui si serviva ed ancora oggi sua figlia m’invita a prestare la mia consulenza professionale…. (non sono stato normalmente avvicendato). Spesso tra i preti (quelli che contano) ho sentito manifestare disprezzo verso chi si fregia di titoli nobiliari, salvo poi far la coda per stendere la mano, in quel caso una mano sudata e flaccida di chi con il suo comportamento incoerente pone la sua dignità sotto le suole delle scarpe (come hanno dimostrato con l’ex presidente della Fondazione CRB). Io invece ho capito quanto la nobiltà di quella donna (non nata nobile, ma divenuta per matrimonio) sia stata sì di fatto, ma soprattutto di animo. Lei che per ben due volte ha subito e patito, quindi vissuto lo stato vedovile, è intervenuta con la massima discrezione nella mia vita, non certo con gesti eclatanti, ma con gesti che contano, quelli in sordina che Dio ricompensa e gratifica. Se penso e confronto figure come questa nobildonna e “figuri” come il vescovo di questa diocesi, mi viene da fare questa osservazione: entrambi hanno uno stemma, l’una nobiliare, l’altro ecclesiastico; dell’una è inscritto nell’animo, nel cuore, indelebile attraverso le sue opere. Dell’altro sovrasta il portone del suo palazzo e quando sbiadisce  si preoccupa di farne rinfrescare i colori; dunque dell’una è visibile l’essenziale (come scrive St Exupery “l’essenziale è invisibile agli occhi”) dell’altro è visibile il superfluo, che è invisibile al cuore.