fratellanza e istituzione

30.09.2017 00:17 Fondamentale è dunque entrare nella vigna , è questo che emerge in questa XXVI domenica del T.O. . Non vi sono alternative , non si può stare …. non si può sostare sull’uscio , sulla soglia che separa la strada dalla vigna …. o si entra o non si entra nella vigna , i proclami non sono azioni , l’azione è entrare o non entrare . Il sostare sulla soglia è dubbio e il dubbio è non sapere dove collocarsi , dove pendere … non sapere valutare , scegliere . “ …. i pubblicani e le prostitute ….“ …. al tempo di Gesù ….. e sono parole di Gesù , hanno saputo scegliere e hanno saputo credere . Ma cosa hanno creduto e cosa hanno scelto ? Hanno scelto , preferito la fratellanza all’istituzione , ed in essa hanno creduto . Hanno scelto la libertà al predefinito , al precostituito , alla forma , alla consuetudine , al così fan tutti . La prostituta lava con le sue lacrime i piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli poi li profuma . La prostituta dunque entra nella vigna , sceglie di entrare perché riconosce non l’istituzione che l’ha sempre relegata ai margini , ma la novità che l’ha accolta per ciò che era ed in lei ha risposto fiducia ; così il pubblicano , Matteo l’ usuraio , divenuto poi discepolo , apostolo del Cristo , evangelista e si dice martire in Etiopia . All’istituzione che lo sfrutta , sceglie la libertà , la libertà alla schiavitù , alla sicurezza …. alla sicurezza della schiavitù che il denaro offre e rappresenta . Entra anche lui nella vigna , sceglie volontariamente e liberamente il salto nel buio , nel vuoto …. sceglie la problematica fratellanza alla sicura e certa istituzione , con le sue leggi ed i suoi decreti effimeri , apparenti . E’ l’eterna questione , la vessata “questio “…. legge o Vangelo ? Il cristiano dovrebbe rispondere che il Vangelo è la legge , ma non è così …. dimostrazione lampante la regola di Francesco , imposta al santo di Assisi . Quella regola istituzionalizzò l’ordine francescano di cui Francesco , il fondatore, non ne volle essere il capo . Quella fratellanza , suo malgrado , divenne un ordine religioso divenne un’ istituzione e l’istituzione è retta da regole scritte da uomini , dalla legge , non dal Vangelo che etimologicamente significa la “ buona notizia , buona novella “ dunque novità … mentre la ripetitiva legge è consuetudine …. . La regola che in un primo tempo scrisse Francesco era il Vangelo preso alla lettera “ sine glotta “ …. quello per lui era la regola … l’unica regola degna di essere seguita , ma la dovette cancellare e vivere il resto dei suoi giorni come figura mitologica più che carismatica …. una sorte che ancora oggi la sua figura subisce . La legge è imposta , il Vangelo è proposto . Entrare nella vigna è una proposta , è un invito , dunque la risposta deve essere libera …. libera risposta ad una libera proposta …. Entra nella vigna chi ha fede , fiducia di quel luogo e di chi lo indica e di chi in esso vi incontra . Chi invita ad andare nella vigna a lavorare , lo abbiamo , poc’anzi sentito proclamare è il padre e gli’invitati sono i figli e non altri . L’ambiente dunque, come d’altra parte il rapporto , è famigliare regolato dall’affetto , non è un formale e rigido rapporto lavorativo regolato da normative sindacali . Il padre poi non dice , né sotto intende , né rivendica la proprietà della vigna . Non dice che la vigna è sua , nomina la vigna come segno di bene comune …. la vigna è sua come lo è per entrambe i figli ai quali estende l’invito a lavorarla, ad accudirla, a sentirla loro . Chi sceglie di entravi la lavora , la lavora per produrre il bene per tutti , per il bene della famiglia , di tutta la famiglia , perché entra volontariamente e liberamente su invito di chi regge la famiglia e non indotto dall’istituzione . La famiglia non è una istituzione , in essa non vi sono regole scritte ma legami di amore e non aggiungo altro e non voglio aggiungere altro se non che ritenere la famiglia un’istituzione è riduttivo . Dobbiamo prendere coscienza fratelli cristiani che noi in quanto cristiani , come si legge nel vangelo di Giovanni (17,11-19 ) , siamo nel mondo pur non essendo del mondo . Noi non apparteniamo all’istituzione , ma alla famiglia , siamo frutto di quel rapporto sponsale che ci ha pensati , generati , attesi , accolti e amati …. e da ciò e per ciò ci è stata conferita una identità che ci distingue attraverso un nome e non ad un numero con il quale l’istituzione ci classifica . L’istituzione produce la legge e la legge è stata data per la durezza del nostro cuore . Lo si legge in Matteo ( 19,8) circa la questione dell’atto di ripudio che in quel tempo veniva consegnato alle mogli ( un atto , disposto per legge ) : “ … fu per la durezza dei vostri cuori che Mosè vi permise di mandare via le vostre mogli , ma da principio non fu così …. “ . La legge non fu scritta all’inizio . La legge è dunque la conseguenza di una mancanza, è dunque la degenerazione del cuore dell’uomo . La proposta del Cristo che indirizza quelle parole ai farisei , così come si rivolge ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo , è la fratellanza il cui esempio è dato dalla vita che il Cristo conduce con i suoi discepoli e che Francesco secoli dopo proporrà ai suoi seguaci e, quella vita fu così simile a quella del Cristo che il suo corpo si fece simile a quello del Cristo . Entrambi , Gesù e Francesco , subiranno l’ingerenza dell’ istituzione , con le sue regole scritte ,le sue gerarchie dunque le sue imposizioni . Siamo nel mondo , è innegabile fratelli cristiani e in questo mondo subiamo l’istituzione ,la legge degli uomini , ma almeno con l’atteggiamento che Paolo suggerisce alla comunità di Colossi ( 3,13 ) : “….. sopportandovi a vicenda …. “ . Sopportiamo l’istituzione perché siamo nel mondo , ma proprio perché non siamo del mondo reagiamo all’istituzione con la sottomissione all’autorità costituita , non con la ribellione , come sempre Paolo consiglia alla comunità di Roma ( 13,1 ) e come scrive il profeta Geremia ( 29,7 ) agli anziani in esilio a Babilonia : “ …. Così dice il Signore …. cercate il benessere del paese in cui vi ho fatti deportare , e pregate per esso il Signore perché dal benessere suo dipende il vostro … “ . Non è dunque la ribellione che ci porta a scegliere , a preferire la fratellanza all’istituzione , ma la consapevolezza che pur essendo nel mondo non siamo del mondo , abbiamo cioè scelto la fratellanza , siamo entrati nella vigna dove la legge è la novità .