I miei pensieri non sono i vostri pensieri , le vostre vie non sono le mie vie

23.09.2017 00:02 Non è una novità fratelli cristiani che , come si legge nelle prima lettura di questa XXV domenica del Tempo Ordinario tratta dal Libro del profeta Isaia : “ …. i miei pensieri non sono i vostri pensieri , le vostre vie non sono le mie vie …. “ magari i pensieri di Dio fossero i nostri pensieri e le sue vie fossero le nostre vie , magari fosse così ….. magari . Il vangelo appena proclamato poi ne è la prova , la conferma di ciò che Dio attraverso al profeta comunica all’uomo . Quale uomo , quale imprenditore ricompenserebbe un’ora di lavoro con quanto si ricompensa una giornata intera di lavoro ? Chi ? Diciamolo …… nessuno , nemmeno noi , uomini di Chiesa , non certo uomini di Dio . E’ vero che questo racconto è una parabola e che in gioco non vi è il denaro , ma l’esempio calza a pennello perché l’uomo , la giustizia dell’uomo , il suo giudizio , nel caso specifico , non è quello di Dio e …. proprio per ciò che afferma Isaia : “ …. i miei pensieri non sono i vostri pensieri , le vostre vie non sono le mie vie …. “ . D’altra parte Gesù non solo ammonisce Pietro , e con lui tutto il genere umano ( nessuno escluso ) di non pensare secondo Dio , ma poi , lascia il gregge ( 100 pecore , l’unità ) …. ne abbandona 99 per andare a cercare la dispersa ,l’unica dispersa , rischiando le 99 ( agendo cioè da cattivo imprenditore secondo il giudizio corrente ) per un’unica pecora . Tutto ciò secondo la pedagogica metodologia divina , come cioè Dio ragiona e si comporta per costituire , ricostituire il gregge , l’unità . Bisogna avere il cuore di Dio , pensare come Dio e camminare sulla strada di Dio per comprendere il comportamento di Dio . Ma se poi ci pensiamo bene , fratelli cristiani , è Dio il vero imprenditore , colui che non rischia e non scommette ma sa cogliere , come diceva Giovanni XXIII , i segni dei tempi . L’imprenditore forte della sua esperienza sa vedere oltre ,ha fiducia nelle capacità sue e di chi lo coadiuva e, ciò che agli occhi dei profani è un rischio, ai suoi occhi , agli occhi dell’imprenditore , dunque di Dio , è accortezza cioè un rischio calcolato . La strategia dell’imprenditore è quella di conoscere bene , le proprie forze come si legge in Luca ( 14 , 28 -33 ) là dove Gesù spiega che per costruire una torre ci si siede e si fanno i conti per portare a termine l’opera , e ancora là, dove Gesù consiglia che se un re ha un esercito debole rispetto a quello che gli marcia contro , si premunisce di trattare piuttosto che subire la disfatta . Ebbene ciò che il Signore , vuole farci comprendere è che oltre ad esserci sempre , nel suo regno , nella sua vigna , un posto per ognuno di noi ( ammesso che noi quel posto lo desideriamo e lo scegliamo ) comunque il Signore è sempre alla nostra ricerca , perché è questa la sua via e questo è il suo modo di pensare , questo è il comportamento divino che non è il comportamento umano . Il Signore è sempre alla dinamica ricerca , l’uomo è pigro , appagato si ferma , staziona , posa pigramente la sua stazza ed in essa si compiace . Mai l’uomo è imprenditore , trovato l’agoniato appagamento si ferma , quella sete di conoscenza , di ricerca dei segni dei tempi si affievolisce di fronte al successo , l’uomo opta dunque per una sorta di rilassamento , la sua carica, la sua sete di ricerca si esaurisce ….. lo abbiamo constatato attraverso la storia degli imprenditori di questa nostra terra . Chi non smette mai di cercare è il Signore, i segni dei tempi sono per Lui chiari perché Lui è segno ed è il tempo , e chiede all’uomo di fidarsi e di seguirlo nella sua vigna . L’uomo dunque non deve fare nulla se non entrare nella vigna e completare la giornata di lavoro che gli viene offerta , proposta , per avere , ottenere ciò che gli spetta che è ciò che spetta a tutti , in barba alla morale umana perché la morale divina non contempla differenze , il giudizio divino considera tutto dell’uomo , tutto della sua soggettività , del suo essere . Ciò che vale per me , non vale per l’altro o per altri . Il mio rapporto con Dio è un rapporto personale , intimo , sponsale fondato sull’amore . Dio non ragiona, non sceglie , non giudica secondo statistiche , ma attraverso ad una capillare conoscenza dell’uomo , del soggetto , dell’essere ….. Dio ama l’uomo . La statistica è una scienza pressoché esatta , ma non esatta , con essa si fanno previsioni …… si gioca …. ma la vita di un uomo non è un gioco , la vita di un uomo , se per chi fa statistiche è una previsione , un gioco , per Dio non lo è . La vita di un uomo per Dio è sacra , perché Dio nell’uomo risiede ,vi abita , ne è parte , perché l’ha pensato e creato a sua immagine e somiglianza e lo ha amato. Non può Dio restare indifferente allo scorrere della vita di un uomo , dunque cercandolo , interviene nella sua storia , sempre e continuamente . Nella parabola proposta , il padrone dopo avere assicurato alla vigna il numero di lavoratori necessari per la sua conduzione , esce ancora altre tre volte alla ricerca di operai ma non più per il benessere della vigna ma per quello dei lavoratori , per amore di giustizia , per il gusto della giusta retribuzione dice infatti : “ …. andate anche voi nella vigna , quello che è giusto ve lo darò … “ e in un altro passo del Vangelo di Luca ( 10,7 ) Gesù dice : “ … perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa … “ . Al Signore sta dunque a cuore ricompensare , dare , donare, arricchire , sostenere , avvicinare , trattare . La giustizia divina dunque è davvero secondo quanto Dio afferma per mezzo del profeta Isaia : “ …. i miei pensieri non sono i vostri pensieri , le vostre vie non sono le mie vie …. “ …. e , ciò che chiede all’uomo , ciò che racconta all’uomo è perché l’uomo comprenda il suo pensiero ed il suo progetto e come conseguenza riponga in Lui la sua fede e a Lui si abbandoni . L’ultimo lavoratore nella parabola , si è fidato quanto il primo , tutte e due sono entrati in quella vigna , di quel padrone e la sua non immediatezza ha una sua storia al pari dell’immediatezza del primo lavoratore perché nella giustizia divina entrano in gioco la misericordia e l’amore paterno a differenza della giustizia umana che considera solamente le attenuanti e le aggravanti ma mai la misericordia , tantomeno l’amore paterno . Concludendo fratelli cristiani ,i pensieri dell’uomo così come le sue vie coincidono con quelle di Dio quando c’è rispetto da parte dell’uomo di ciò che con Dio ha concordato intimamente e personalmente dunque ….. chi ha orecchie per intendere intenda .