LA LUNGA LINEA GRIGIA

04.05.2015 08:42

Mercoledì mattina sono stato dimesso da una struttura ospedaliera, dopo aver sostenuto una piccola operazione al ginocchio. Una giornata di ricovero, una notte fuori casa. Devo confessarvi cari amici di Chiesa controcorrente che mi sarei aspettato una telefonata almeno dal vicario con delega ai preti??? Anche se dovrebbe essere il vescovo ad occuparsi della cura dei preti ammalati. L’anno scorso mi aveva telefonato chiedendomi notizie di uno dei miei figli che aveva sostenuto un delicato intervento 14 giorni dopo l’intervento stesso, ma di questa miseria vi avevo già riferito; mentre l’altro ieri vi scrivevo a proposito di una paternità episcopale e di una fraternità sacerdotale a buon mercato, oggi posso dirvi che più che a buon mercato sono di bassa lega. A testimoniare ciò che affermo, alla mancanza di attenzione verso gli ammalati, all’elusione di una delle sette opere di misericordia che è appunto visitare gli ammalati, rispettarli, porre a loro attenzione, vi racconto che proprio mercoledì in una farmacia del centro cittadino la “segretaria del vescovo”,  non è riuscita a vedermi né a riconoscermi, in uno spazio di circa di 9mq, eppure io sempre anche con le stampelle porto l’abito talare. Questa più che disattenzione , direi anche maleducazione è la dimostrazione del clima di rancore che si è creato nei miei confronti a palazzo. Sono sereno, io solitamente saluto chi mi saluta. Non funziona nulla da noi in diocesi, ci sono le persone sbagliate nei posti di responsabilità e questo in tutti i campi, basta essere attenti nel consultare l’annuario diocesano di cui tratterò a parte, l’oligarchia che fa incetta compiaciuta di incarichi, che per il numero mai riuscirà ad espletare pienamente, incompetenti che inventano competenze, con sbilanci economici e tecnici preoccupanti. Spesso ho giudicato la diocesi come un SPA, ma credo che dovrebbe essere paragonata ad un carrozzone pubblico alla deriva dove tra amici e amici degli amici tutti trovano un loro spazio per gestire un potere effimero e squalificante. Così i ragazzi e giovani sono a spasso e i pensionati vengono incaricati, stipendiati e riciclati in dispregio alle disposizioni CEI, mentre invece di fare piani autorevoli e costruttivi in campo sociale si sperpera denaro in elemosine che non danno nessuna speranza di futuro, e i preti giocano a fare i manager fra banche e fondazioni mentre la città piano piano affonda e le chiese più velocemente si svuotano. Mercoledì sono stato dimesso da una struttura ospedaliera, per dovere di cronaca vi ho raccontato l’accaduto, ma in fondo sono felice che non mi abbiano cercato, sarebbe stata tutta una finzione… Plastica.