L'HA SPARATA GROSSA

14.05.2015 08:01

Come promesso vi racconto questo aneddoto: tempo fa e precisamente durante la precedente Ostensione della Sindone, con i seminaristi di Biella, Vercelli e Novara siamo stati condotti a Torino a visitare la sacra reliquia. Pochi giorni prima il vescovo di Biella invitato a celebrare l’eucarestia presso il seminario di Novara, dove i chierici biellesi studiano (avendo vescovo e suoi collaboratori optato per la chiusura del seminario cittadino) durante l’omelia il presule biellese al cospetto dei celebranti e dei seminaristi delle tre diocesi ha confidato che attente osservazioni da parte di un’equipe di esperti sul telo sindonico, avevano individuato tra il dorso delle mani incrociate sul pube della figura del corpo impresso sul telo il segno, la prova inconfutabile dell’umanità di Gesù: un testicolo. Ricordo, il guardarsi l’un l’altro dopo quest’affermazione, sia da parte dei concelebranti, che da parte dei seminaristi lì convenuti. Il guardarci volgendo il capo verso chi era seduto accanto oltre ad un interrogativo denunciava un certo imbarazzo e una certa ilarità dell’affermazione (l’aveva sparata grossa). L’aveva sparata grossa o aveva conoscenze così particolari da spiazzare tutti? Pochi giorni dopo presso l’edificio che un tempo ospitava il seminario torinese, a pochi passi dal duomo, prima di recarsi alla devota visita al sacro lino, incontrammo un sindonologo della diocesi di Torino (non certo alla portata di quello che ha conferito poche settimane or sono nella prestigiosa parrocchia di S Stefano) che in preparazione alla visita sinteticamente ci conferì le conoscenze necessarie, storiche e scientifiche per affrontare l’evento. Alla fine dell’intervento ci fu un breve spazio per le domande e tra i seminaristi novaresi ci fu chi chiese notizia dell’”ultima scoperta”. Lo stesso sconcerto che provammo durante l’omelia del presule biellese lo cogliemmo stampato sul volto del sindonologo, il quale benchè non fosse vescovo, ma prete di buon senso oltre che uomo di fede, ricordò che l’umanità del Cristo non dipendeva da una parte del corpo ma dall’incarnazione ( tema fondamentale della dogmatica tradizionale). A tal proposito riporto quanto il segretario del cardinale Ballestrero arcivescovo di Torino che nell’anno 1988,  permise le analisi al sacro lino, dichiarò nel consegnare e riferire al cardinale Casaroli i risultati degli esami al carbonio 14 e si sentì chiedere cosa ne pensasse il cardinal Ballestrero. Così rispose il segretario: “il cardinale da grande uomo di fede  era sì impressionato, ma certamente non legava questo fatto con la sua fede in Gesù Cristo Dio e uomo”. Cara eccellenza reverendissima questo è il nostro credo, semplicemente è questo, perché il linguaggio di un cristiano, come insegna il Vangelo deve essere: sì sì e no no, “il di più” dice il Signore “viene dal maligno”.

p.s. in questo sito le viene offerta  la possibilità, eccellenza reverendissima, di portarci a conoscenza delle fonti di quanto lei a suo tempo ha affermato.