INESISTENZA DI UN PADRE

05.06.2015 08:22

Ho iniziato a leggere di Carlo Maria Martini “Conoscersi, decidersi, giocarsi” dal sottotitolo gl’incontri dell’ora XI ed ADP. Le riporto eccellenza reverendissima l’inizio della presentazione del libro, intanto per spingerla a leggerlo, ma soprattutto per imparare come si esercita il ministero del vescovo, che non è quello di produrre decreti con zucchetto viola, mitria, pastorale, croce pettorale e sigillo al dito, ma essere persona. “Conoscersi, decidersi, giocarsi è il frutto di una serie d’incontri che il card Carlo Maria Martini ha tenuto a Venegono, nel seminario della diocesi di Milano con un gruppo di seminaristi teologi”, così riporta la presentazione del libro e qui mi fermo, non posso più andare avanti, in dodici anni che ho frequentato il seminario, non ha mai sentito il desiderio di incontrare i suoi seminaristi se non di sfuggita, la santa messa ad inizio e fine anno scolastico, e  non sempre, e qualche volta a cena a raccontare “ dabbenaggini”, non ha mai creato nulla di costruttivo, né ha mai voluto conoscere, forse perché in fondo non conosce neppure se stesso. Sono i preti che ha ordinato che parlano di lei, dei suoi fallimenti, con la maggior parte di questi non ha rapporti, né ha voluto stabilire rapporti se non con quei pochi che lei stesso ha deciso essere diversi dagli altri, così come con il clero, più volte le ho scritto che lei ha distrutto con le sue preferenze, il tessuto sociale del clero, e ciò è sfociato sino a gesti estremi che hanno funestato e umiliato questa diocesi. Leggere questo libro non può che farle bene, anche se per fortuna non ha più tempo di recare ulteriori danni a questa diocesi, essendo grazie a Dio quasi a conclusione del suo mandato. E’ vero che in questi ultimi anni del suo mandato  si sta preparando all’evento dell’incoronazione della sacra effige della Vergine di Oropa, a cui lei freme e ardisce presiedere, ma come scrisse un poeta “ del doman non v’è certezza”, nel frattempo spenda meglio il suo tempo nel conoscersi, decidersi e giocarsi, “meglio tardi che mai”.