MOLTA, MOLTA, MOLTA CONFUSIONE LITURGICA E DOTTRINALE NELLA PARROCCHIA DI S STEFANO

10.04.2015 08:48

Entro da prete ancora una volta nelle dichiarazioni perfette (tanto da essere pubblicate sul bollettino parrocchiale) dei catechisti della parrocchia di S Stefano. Riporto per voi cari amici di Chiesa controcorrente la frase: “ dobbiamo essere testimoni credibili delle fede ed accendere dentro ad ognuno un fuoco tenendo conto che non sono, (si sta riferendo ai bambini) soltanto sacchi vuoti da riempire di nozioni”. Circa l’uso improprio della parola testimonianza, testimone, testimoniare, vedasi la mia riflessione di ieri, ma quando si parla di fede, di che cosa si parla? Per S Paolo la fede “ pone il suo fondamento nelle cose che si sperano e ha come prova le cose che non si vedono” dunque di che cosa devo essere “testimone credibile”? E la fede per definizione è la risposta personale alla chiamata di Dio, dunque in un rapporto sponsale (perché è di questa intimità che si tratta e si parla) come trasmetto la mia credibilità? Trasmetto se mai la mia esperienza parziale, di parte, partigiana, dunque non testimoni credibili della fede, ma coloro che cercano di trasmettere la loro parziale esperienza di un rapporto; perché la fede dev’essere vissuta come atto sponsale e questo ha la sua intimità non divulgabile. Pare che nella parrocchia di S Stefano, gli operatori non conoscano limiti, ecco perché il vescovo li elogia, ne elogia la loro perfezione, non solo si circonda di figli prediletti, ma anche di diocesani prediletti. Sorvolo sull’affermazione che bisogna “accendere dentro ad ognuno un fuoco d’amore” perché di fatto non significa nulla, è solo una composizione letterale, ma mi soffermo invece sul fatto che i bambini siano definiti “sacchi vuoti”, ora alla catechista ordinerei più che consigliare, un ripasso del vangelo e del rapporto che Cristo ha con i bambini che non definisce sacchi vuoti ma “lasciate che i bambini vengano a me” e “ pose un bambino in mezzo a loro” e ancora “ se non diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei cieli”, infine per Dio noi siamo, quindi anche i bambini sono, sempre bicchieri pieni, o, per citare il linguaggio della catechista sacchi non vuoti ma pieni sino alla nostra capacità. Altro ripasso ordinato è sulle affermazioni: “ la fede infatti non è da sapere”, il mio insegnante di Teologia fondamentale, il compianto don Andrea Pasi, (di cui il ricordo in diocesi è stato volutamente cancellato), inorridirebbe di fronte  a questa affermazione, la fede è da sapere, è materia del sapere, la teologia è scienza fondata, c’è nesso e legame per un uomo ragionevole tra fede e sapere, fede e conoscenza, fede e ragione, ne ha scritto anche il santo papa Giovanni Paolo II, e scusi la catechista se insisto, ma l’uomo oggi ha gran fame di Dio e di credere, a e in Dio, quindi lasciamo stare l’etica e la morale….Sant’Anselmo d’Aosta, di cui il giorno 21 c.m. la Chiesa ne farà memoria, sentenziava: “ credere per comprendere, piuttosto che comprendere per credere”, la comprensione resta fondamentale; ad abundantiam vedasi la prima lettera di Pietro “ date RAGIONE della speranza che è in voi”.  In ultimo lasciate stare i genitori e soprattutto il loro grido di aiuto, perché vivere la famiglia è parlare di Dio. Piuttosto è ora di additare come esempio non positivo, come atto diseducativo chi, (tra quei genitori), per dedicarsi al volontariato anche cattolico sacrifica il tempo che appartiene di diritto al coniuge (educazione all’amore sponsale) e ai figli (educazione filiale). Se si deve parlare di etica e di morale si rifletta su ciò. Quando la catechista parla di segni dovrebbe leggere il vangelo di Giovanni, (qui l’educazione alla lettura delle Sacre Scritture spetterebbe al parroco), non è accettabile che un oggetto religioso o liturgico sia associato ad un segno, (che in liturgia è il sacramento e nel vangelo di Giovanni sono i miracoli); e mi rifiuto di associare o fare associare:

-il tabernacolo all’ospedale;

- l’altare all’ hospice;

-la cattedra all’emporio;

-il pulpito alla mensa di condivisione.

Allora signor vescovo questa lettera di encomio….???!!!!