... reale presenza ...

18.06.2022 13:33 Fratelli ciò che non dobbiamo mai scordare , ciò che deve essere per noi certezza è quanto è stato poc’anzi proclamato nella seconda lettura tratta dal carteggio di Paolo con la comunità cristiana che era in Corinto (1Cor.11,23 ) ovvero che ciò che noi abbiamo ricevuto dal Signore deve essere sì, da noi recepito ma poi deve essere trasmesso : “ ... Io, infatti,...” scrisse l’apostolo “ ... ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso ... “ . Da questa affermazione si desume che ciò che il Signore suscita in noi , trasmette a noi , deve essere da noi ascoltato ,accolto , compreso poi trasmesso ad altri . Il sapere divino, la Parola di Dio è solo in deposito , depositata in noi ,dunque non ci appartiene è bene comune e il bene comune, proprio perché comune, è da condiisdere con altri , è per la comunità , per tutti proprio : “ ... perché Dio sia tutto in tutti ... “come scrisse San Paolo ai Corinti nella sua prima lettera ad essi indirizzata ( 15,28 ) . La buona notizia , la buona novella , dunque il Vangelo , la Parola deve essere da noi recepita ,poi annunciata ad altri, non deve essere trattenuta , ma trasmessa e trasmessa con l’animo e con l’entusiasmo di come e quando la si è ricevuta . Paolo intende naturalmente tutta la Parola , tutta la Sacra Scrittura , i testi canonici , i testi sacri , il nostro credo e , nella lettura poc’anzi proclamata il riferimento è a un caposaldo della fede , della nostra fede , l’Eucarestia ; dunque Paolo ha ricevuto e trasmette , si è preoccupato di trasmettere le modalità , i gesti , i segni , le parole che Gesù adoperò nell’ultima cena : “ ... il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga ... “ .( 1 Cor.11,23-26 ) Dunque noi fratelli cristiani , secondo le nostre facoltà , secondo ciò che ci è proprio e ci distingue , secondo ciò che ci identifica , ricevendo quanto a noi è stato trasmesso facciamo memoria , cioè rendiamo presente , attualizziamo quel momento , il momento che Gesù visse nell’ultima cena . Quel momento , attualizzato ,diviene nuovamente presente , presenza del Signore, il nuovo patto,la nuova allenaza con Lui , con la divinità. Ripetendo i gesti e le parole che Gesù , il Signore , pronunciò durante l’ultima cena Egli si fa presente in corpo ,anima ,spirito e divinità all’assemblea presente, radunata e si fa presente alla totalità del nostro essere , della nostra persona , cioè a ciò che siamo : corpo ,anima ,spirito e divinità . La memoria dunque rende possibile l’incontro di due presenze , di due persone e precisamente l’incontro intimo , personale di ognuno di noi con il Signore Gesù , Dio . Fratelli Gesù ci comunica che il suo corpo è per noi , cioè a noi si rende totalmente disponibile , perché è in noi e per noi . Gesù si dona totalmente a noi , personalmente ed intimamente ad ognuno di noi proprio perché siamo qui radunati per riceverlo , per incontrarlo ed ascoltarlo sinanche vederlo sotto le specie Eucaristiche. Gesù si fa nostro compagno di strada , di ognuno di noi , come con i discepoli di Emmaus che riconobbero quel non casuale compagno di strada che a loro si fece prossimo per istruirli e lo riconobbero ed Egli si fece riconoscere proprio nello spezzare il pane ( Lc.24,30-31.35 ) : “ ... Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero ... Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane ... “ i discepoli riconobbero Gesù nell’Eucarestia e l’Eucarestia in Gesù . Gesù , nell’ultima cena ,raccomandò agli apostoli ,e di conseguenza a noi fratelli cristiani ,di fare memoria perpetua di quell’evento , di quella circostanza , chiese di trasmettere quei gesti , perché quei gesti divenissero segno della sua presenza , dunque sacramento . La presenza del corpo e del sangue di Cristo sono la certezza della sua presenza sotto le sembianze del pane e del vino alimenti essenziali nella vita dell’uomo infatti si prega con il Salmo 104 ( 14-15 ) che il Signore : “ ... fa uscire dalla terra il nutrimento: il vino che rallegra il cuore dell'uomo .... e il pane che sostenta il cuore dei mortali ... “ . Attraverso questi due elementi il Signore ha deciso di incontrare l’uomo , di entrare nell’intimità dell’uomo. Di pane e di vino si vive , di pane e di vino ci si sostenta e si trova allegria , gioia , dunque il Signore lo si incontra nell’essenziale e nella gioia , nello star bene . Diversamente Il corpo ed il sangue richiamano i patimenti , il dolore e la morte del Signore , dunque il Signore lo si incontra in ogni attimo , in ogni cirostanza , dell’esistenza umana , in tutto il vivere dell’uomo ,nell’essenziale come nella gioia ,nel dolore come nella morte . Sempre il Signore accompgna l’uomo e mai l’abbandona è la promessa del Signore Gesù che Matteo ha raccolto e trascritto nel suo Vangelo : “ ... Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo ... “ . Egli, il Signore, ci ha scelto e chi sceglie ama : “ ... Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi ... “ insegna Gesù e, a completamento di quanto abbiamo ascoltato nell’odierna seconda lettura in merito a trasmettere ciò che si è ricevuto il Signore afferma : “ ... e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga ... “ .( Gv.15,16 ) Dunque si riceve per trasmettere ciò che deve rimanere , ciò che deve radicarsi , ciò che è destinato all’eternità . Ciò che abbiamo ricevuto e trasmesso è dunque un frutto che rimane , è quindi a disposizione , è per altri , anche per altri è per tutti . Fratelli, siamo chiamati a trasmettere il nostro credo attraverso la nostra stessa vita . Trasmettiamo ad altri ciò che siamo , ciò che siamo universalmente , dunque il nostro essere cristiani deve coinvolgere ogni istante della nostra vita sia essa pubblica che privata . Il nostro modo di essere con il Signore segna , come scrive Paolo , la nuova alleanza , il nuovo patto . Nuovo , cioè diverso dal vecchio , nuovo , cioè sempre diverso , sempre in movimento , in evoluzione , in divenire . Sempre il Signore è novità , mai è completamente conosciuto , sempre è da conoscere e riconoscere , da svelare . Ci si raccoglie in assemblea proprio per conoscere il Signore ,conoscerne nuovi aspetti ,mai si giunge alla conoscenza piena e perfetta ; nel rapporto con il Signore sempre si deve far esperienza della necessità di conoscere , di essere insaziabili , di avere di lui bisogno , necessità . Nel dialogo con la samaritana al pozzo Gesù sentenziò : “ ... Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna ... “ e, come risposta ricevette dalla donna questa richiesta : “ ... Signore ... dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua ... “ . ( Gv.4,13-15 ) La donna samaritana chiese di ricevere ciò che Gesù dà,elargisce , ciò che è in suo potere trasmettere ,ciò che è eterno , ciò che lui solo , il Signore , può dare ; disse Pietro a Gesù : “ ... Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna ... “ . ( Gv.6,68 ) La proposta del Signore non è affatto chiara , è un mistero e come tale intrigante ,affascinante, curioso ,va cercato , svelato , compreso . Scrisse Paolo (1 Cor.2,9 ): “ ... Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,né mai entrarono in cuore di uomo,queste ha preparato Dio per coloro che lo amano ... “ e lo scrisse in favore dell’uomo nuovo , l’uomo spirituale come lo definì lo stesso S.Paolo , l’uomo che comprende le cose dello Spirito ; l’uomo di fede capace di vedere oltre il visibile perché : “ ... La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono ... “ . ( Eb.11,1 ) Questa modalità ci è stata insegnata per volgere il nostro sguardo ed accostarci al pane ed al vino : per noi cristiani vero corpo e vero sangue del Cristo, sua reale presenza .