REATO DI OPINIONE? SI', GRAZIE!

20.05.2015 08:39

Vi riporto cari amici di Chiesa controcorrente, quanto mi è stato scritto da un lettore del sito, Marco che così esprime la sua opinione “Fai tanto casino per questo incarico che ti hanno tolto… Vatti a vedere Luca 17, 10 (visto che ami comprovare le tue tesi con le citazioni) e impara l’umiltà”. E a confronto vi trascrivo Luca 17,10 “così anche voi quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato dite: siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”. Non riesco a trovare nesso tra quanto scrive Luca e il pensiero dell’ amico Marco. Circa “l’incarico che mi è stato tolto” preciso che non è un incarico ma lavoro e il lavoro è dignità e togliere lavoro per un “reato di opinione” è spregevole, l’opinione non è reato, come reato è stato derubricato in Italia, ma esiste qui a Biella e tra l’altro in diocesi, perpetrato da preti e fedeli laici compiacenti. Io non faccio “casino” è un linguaggio povero, ma grido e chiedo giustizia soprattutto per i giovani perché questi preti non danno lavoro a chi ne ha diritto ma ne danno a chi non ha diritto e che come cristiano avrebbe il dovere di battersi perché i diritti vengano riconosciuti e non usurpati. Ciò comunque che scrive Luca è attinente al Regno di Dio, direi al caro Marco di rivedere con il suo parroco o formatore  la relazione che questa potrebbe avere con quanto da me affermato e dibattere di più, così che noi si possa capire. E’ vero siamo servi inutili, inutile è la mia posizione controcorrente, inutile, ma più inutile è stare con le mani in mano, non volendo vedere, non volendo ascoltare non volendo parlare, dunque servire. In un colloquio con il vescovo di tanto tempo fa, osservando che sul muro del suo palazzo, all’ombra del suo stemma episcopale una mano ignota aveva scritto “chiesa=mafia” (scritta poi coperta da uno strato di vernice) ebbene al vescovo dissi che invece di coprire quella scritta avrebbe fatto meglio ad incorniciarla. L’aria che si respira in questa diocesi è questa, c’è chi deliberatamente sentendo e osservando non parla, perché non si deve, perché è “buona educazione” e ciò è un danno per il Regno, (riferimento a Luca 17) e ci ascolta, osserva e parla ed è un servo inutile, ma che ha fatto quanto doveva fare. Si deve salire in croce; lasciarsi crocifiggere dopo essere stati ingiuriati, percossi e abbandonati. Circa l’umiltà non è quella di tacere caro Marco, leggi a questo proposito la lettera di Pietro in cui l’ apostolo configura l’umiltà come l’atto di gettare ogni preoccupazione in Dio; anche qui forse i tuoi formatori più che darti (come ti sarebbe dovuto) una formazione critica hanno preferito una formazione borghese e perbenista che è quella formazione partigiana mirata ad ok per le top model… I modelli di cristiani, perfetti soldatini di piombo allineati e  coperti pronti ad essere spostati come pedine nello scacchiere di un potere effimero che serve a compiacersi più che a compiacere. Ti cito don Fontanella, che ha “scandalizzato” le ultime generazioni di seminaristi e formatori, tanto da essere messo da parte, non ritenuto credibile, non idoneo come figura di riferimento: “ la gloria a Dio, il piacere al mio prossimo, il sacrificio a me”. Un programma di vita attinto direttamente dalla Parola, scomodo, da dimenticare, da non citare, da non vivere.