SUPER UOMINI? NO MEZZI UOMINI

06.05.2015 08:51

Cari fedeli biellesi vi invito a visionare chiedendolo ai vostri parroci l’annuario diocesano e a leggere, prendere visione di quanti incarichi fa incetta l’oligarchia che governa la nostra diocesi. Non è umanamente possibile attendere a tutti quegl’incarichi, né per la capacità dei singoli, né per il tempo che un ufficio attende. E’ dunque virtuale, tutto virtuale lontano dalla realtà, è plexiglass non vetro, sky non pelle. Questa è cattiva educazione e amministrazione, ed è oligarchia, ovvero l’accentramento del potere nelle mani di pochi, e non già la distribuzione dello stesso affinchè tutti ne siano partecipi, questo non è cristianesimo, cioè comunione, comunità. L’annuario diocesano è la prova lampante dell’ingiustizia, della decadenza e dell’abbandono di questa diocesi, abbandono dei suoi uffici, negazione alla partecipazione. Partecipano pochi perché il monarca si fida di pochi e perché i pochi di cui si fida non si fidano degli altri o si fidano di pochi altri. Questa non è Chiesa, né paternità, né fraternità, né comunità ma è appunto oligarchia. Le nostre famiglie non sono gestite così, dunque la gestione diocesana non è a gestione famigliare, ma a gestione particolare, partigiana, dunque se non c’è gestione famigliare ma di parte non può esserci amore nella gestione, comunione, ma solo interesse e interesse di parte e cioè non cristianesimo. Si esce da questa situazione dibattendo e questo dibattito deve scaturire dalla base della comunità stessa, cioè da quella parte di gente che non frequenta più, perché esclusa o autoesclusasi, cioè la maggioranza della gente e si deve attendere quel risveglio e la presa di coscienza di chi oggi rimane, è rimasta, in forza dell’impegno, ma è anestetizzata, non è critica. Viviamo la stessa situazione che la liturgia propone in questi giorni pasquali negli Atti degli apostoli, tra gentili ed ebrei, la proposta è fatta a tutti, ma chi fa più fatica ad aderire al Mistero, sono i credenti in Dio, gli ebrei. Noi fedeli, oggi siamo nella condizione degli ebrei del tempo, crediamo, ma siamo legati alla legge degli uomini, non a quella di Dio. E’ dunque la legge degli uomini che crea e impone tutti quegli uffici, e s’illude e illude che vengano attesi. L’annuario è la denuncia, un autodenuncia pubblica di un carrozzone che si autosostiene, di un malato condannato ad un accanimento terapeutico che ne decreta l’immobilità, una vita vegetale, mentre la morte libera lo spirito e l’anima che corrono nell’infinito dell’eternità tra le braccia di Dio. Noi cristiani vogliamo vivere eternamente, non 10/20 anni, sulla cresta dell’onda, ma eternamente, e i pochi anni che viviamo qui, abbiamo il diritto di viverli nella verità, nella libertà, dunque nella felicità. La pubblicazione dell’annuario è un insulto all’intelligenza dei fedeli, è un inganno, è falsità, dunque oscenità… Quella gente non può attendere a tutti quegli uffici, è moralmente e temporalmente impossibile. E’ peccato agli occhi di Dio guardare, è doveroso criticare, far sentire la propria opinione, chiedere all’interno dei movimenti se i quadri sono imposti o proposti, chiedere bilanci e giustificazioni di spesa, chiedere posti di lavoro, là dove si svolge attività, posti di lavoro con la precedenza ai giovani dei quali secondo dati ufficiali nazionali il 43% è disoccupato… Si produca lavoro cioè speranza, si coinvolga la comunità con la preghiera, l’eucarestia e la condivisione, si educhi piano piano alla condivisione del reddito per finanziare progetti concreti ( a tal proposito è possibile documentarsi su un progetto concreto presentato alla caritas diocesana e affossato nell’artcolo del 18 luglio scorso “Ecco perché non scrivo sul giornale diocesano”), abbiamo un territorio assetato di progetti e d’interventi imprescindibili nel campo del lavoro, mentre il quadriumvirato si è venduto pure l’acqua del torrente Oropa. Un fedele laico dopo aver letto chiesacontrocorrente mi ha telefonato e mi ha fatto pervenire l’annuario diocesano… Non è nemmeno carta buona per la stufa, è già finito nel “cartesio” con quel fiume di parole… dei parolai. Chi è il super uomo se mai ne esistesse uno? E’ colui che attende in pieno alla perfezione il suo incarico. Se ha più incarichi non può più essere super uomo perché dovrebbe dividersi per poter attendere in pieno alla perfezione gl’incarichi assegnati. Ma siccome un uomo non può essere più uomini rimane sempre un uomo, una sola unità, che attende ad un solo lavoro, se diviso in sé più che super uomo lo possiamo definire mezzo uomo. Dunque chi ci guida? Super uomini? No mezzi uomini