.... venendo al suo seno ed al suo amplesso ....

27.04.2018 23:47 “ …. Figlioli , non amiamo a parole né con la lingua , ma con i fatti e nella verità ….. “ . Fratelli , questa pericope è tratta dalla prima lettera di san Giovanni apostolo e offerta, donata a noi dalla Liturgia della Parola in questa quinta domenica di Pasqua . La pericope , questo breve periodo , questo breve passo inizia e dispone l’ascolto del brano attraverso un tono affettuoso con una parola affettuosa : “ …. Figlioli … “ . Si , abbiamo ascoltato proprio la parola ” …. Figlioli … “ un sostantivo e un tono preferiti quando si parla dei propri figli o alludendo ai bambini o ancora per esprimere il sentimento di paternità … Recita il Salmo 103 : “ … Come un padre è pietoso verso i suoi figli … “ individuando in quel “ pietoso “ la tenerezza , e questo contesto , la lettura della Parola , la Liturgia , è un contesto ecclesiale , che esprime un sentimento di paternità spirituale “ …. Figlioli …. “ . E se ecclesiale , siamo introdotti , accompagnati , in un contesto famigliare , a ciò dunque , che è riconducibile o pertinente alla famiglia e ai rapporti fra i suoi membri , ovvero a ciascuno degli appartenenti alla stessa famiglia i “ Figlioli … “ . Il cristianesimo , l’appartenenza ad esso è dunque segno di appartenenza ad una stessa famiglia è quell’aspettarsi di ricevere una carezza , un complimento , un incoraggiamento , una tenerezza e la sicurezza di poter contare sempre e indiscutibilmente su un aiuto , una mano sempre pronta ad afferrare per sorreggere , sostenere , difendere dunque proteggere . Sono questi i fatti e la verità . La famiglia è questo , un ambiente protettivo che educa , cioè sempre aperto alla verità , nella verità , attraverso la concretezza , l’azione che è pedagogia . La famiglia cristiana è di natura trinitaria , è fondata e trae la sua origine , analogicamente , per analogia , dalla Pericoresì trinitaria , quello “ stare in “ di ciascuno negli altri … e non finisce qui , è quel ruotare è quel movimento circolare , i Padri azzardavano a dire , quel danzare che attira , attrae , fa stare insieme ( proprio per la forza centrifuga ) i membri che compongono la Trinità , modello di unità nella diversità , modello appunto di famiglia , di famigliarità , di consanguineità . Se come cristiani , ci chiamiamo “ figlioli “ , se siamo volutamente chiamati figlioli o cristiani dobbiamo sentirci inseriti , parte , di questa danza , la danza divina , e questo fatto è verità . Chi ha originato e origina la danza sono i membri divini , il Padre , il Figlio e lo Spirito Santo , e di conseguenza noi perché figli come il Figlio o meglio ancora “ .. Figlioli … “ , cioè figli di Dio : “ …… e lo siamo realmente ! …. “ scrive Giovanni nella sua prima lettera ( 3,1 ) . E se siamo figli di Dio , e con il battesimo possiamo rivolgerci a Dio chiamandolo Padre ( ciò è riportato nei riti di conclusione del Sacramento del Battesimo ) , dunque se siamo figli , siamo chiamati , inseriti , invitati nella danza divina perché siamo figli del Padre come Cristo è Figlio , dunque come scrive Paolo ai Romani ( 8,17 ) siamo eredi perché figli , dunque ereditiamo la natura vita divina e siamo dunque divini : “ …. E se siamo figli , siamo anche eredi : eredi di Dio , coeredi di Cristo , se veramente partecipiamo alle sue sofferenza per partecipare alla sua gloria …. “ e se partecipiamo alle sue sofferenze amiamo , perché è così che il Figlio ama , ed è così che si ama , attraverso la sofferenza , lasciando , svuotandosi per ricevere l’altro e il ricevere , l’accettare è anche sofferenza . Se siamo figli di Dio e Dio è santo allora anche noi siamo santi come si legge nel Levitico ( 19, 2) : “ … Siate santi , perché io , il Signore , Dio vostro , sono santo … “ . Fatti , questi sono fatti , e non parole e duemila anni di storia della comunità cristiana sono fatti , cioè identità , esperienza , saggezza che si perde , sprofonda nella profondità della storia dell’uomo e della storia della salvezza sino al primo giorno della Creazione per poi spingersi sino al giorno finale del Giudizio . Da un estremo all’altro , Manzoni ebbe a dire “ … Dalle Alpi alle piramidi , dal Manzanarre al Reno … “ , noi siamo sempre e solo “ … figlioli … “ cioè gli amati , coloro che sono amati , perché pensati , cercati , voluti e generati , non con parole ma con i fatti , con la nostra eterna fattezza quel corpo che diverrà glorioso , che ci è stato affidato e che dobbiamo custodire e con il quale saremo chiamati a presentarci nel giorno del Giudizio . Un corpo , reso glorioso dall’amore prodotto nell’arco della nostra esistenza , del nostro esistere , del nostro essere stati amanti perché amati . Quell’amore prodotto , ricordiamolo bene fratelli cristiani , leghiamolo : “ … alla mano come un segno …. “ sia “ … come un pendaglio tra gli occhi … “ e scriviamolo “ … sugli stipiti …. e sulle … porte …. “ delle nostre case ( Dt.6, 8-9 ) perché sarà l’identità del nostro corpo glorioso . L’attimo in cui abbiamo amato intensamente , con tutto noi stessi : “ Ascolta , Israele : ….. amerai … con tutto il cuore , con tutta l’anima e con tutte le forze … “ ( Dt.6,4 ) identificherà il nostro corpo glorioso come il Cristo in croce nell’attimo di rendere lo Spirito nell’estremo gesto di amore , libero e gratuito , l’atto creativo , concepì la Chiesa , quell’atto creativo che Giovanni XXIII nel primissimo periodo dell’introduzione della sua enciclica Mater et magistra così registra : “ … La Chiesa universale è stata istituita da Gesù Cristo perché tutti , lungo il corso dei secoli , venendo al suo seno ed al suo amplesso , trovassero pienezza di più alta vita e garanzia di salvezza … “ . Così e in quell’attimo , nel sublime atto d’amore , atto creativo della nostra identità , saremo riconosciuti …. quella sarà la nostra identità , l’immagine del nostro corpo glorioso eterno ,reso eterno per l’eternità , il per sempre , con il quale ci incontreremo nella luce e sarà luce , solo luce , chiarezza , trasparenza , amore appunto , amore di fatti e verità , non di parole o di ideali . Impariamo, educhiamoci fratelli cristiani a ritornare con la nostra mente all’attimo in cui abbiamo amato intensamente , all’atto creativo in cui abbiamo trovato “ … pienezza di più alta vita …. “ , come recita l’enciclica . L’alta vita è il sovrastare la vita , l’esistenza , è il porsi sopra , al disopra , elevarsi , come l’amore eleva : “ … Quando sarò elevato da terra , attirerò tutti a me … “ ( Gv.12,32 ).