A BIELLA PER VOLONTA' DEL MONARCA E' LA POVERTA' CHE SERVE LA RICCHEZZA

20.08.2014 10:16

L’esempio vien dall’alto, quindi secondo il proverbio dovrei guardare a lei come esempio, eccellenza reverendissima, e comportarmi di conseguenza. Ma in mio aiuto viene il salmo, la Parola, Dio stesso ad avvertirmi che “ ogni uomo è inganno” e che “il cuore dell’uomo è un abisso”, dunque lei non può essermi d’esempio come avverte la Scrittura. Quando è giunto a Biella ad occupare il trono, da buon monarca, ha portato con sé  Il suo seguito, due suore del Cottolengo di Torino. Come dice lei, una “mi fa un po’ di cucina” e l’altra “un po’ da segretaria”. Io credo che togliere due suore da una struttura come il Cottolengo sia una scelta discutibile e deplorevole che dà all’esterno un’immagine di lei poco felice, e siccome è ministro della Chiesa, rischia di associare questo suo limite all’immagine della Chiesa e questo non le è permesso. Non le è permesso fare ciò che vuole, perché rischia di compromettere ciò che non le appartiene, l’immagine della Chiesa, di cui lei, ne è solo un indegno amministratore, (come noi tutti, ministri), la Chiesa non le appartiene né lei ne è sua immagine. Qualsiasi azione che lei compie deve essere vagliata con attenzione e intelligenza perché sia preservata e tutelata l’immagine della Chiesa. Lei è un uomo della Chiesa, dunque fallibile,     è doveroso mettere in evidenza le piccolezze, le mancanze proprio a tutela dell’immagine della Chiesa, dunque lei è doverosamente criticabile, non la santa Madre Chiesa. Ha tolto quattro braccia a chi ne ha veramente bisogno, i poveri, i bisognosi, gli ultimi, solamente per i suoi capricci, perché potrebbe andare a mangiare in seminario, alla mensa del povero o farselo come molti suoi preti e circa il segretario, come lei consiglia ai parroci, l’importante è possedere un cellulare, per la reperibilità. I suoi capricci costano in termini economici alla comunità tutta, (la piazza del duomo), alla comunità cristiana in termine di immagine e di giustizia, (la discesa della sacra effige della Madonna di Oropa e l’impiego improprio di due suore della carità) Capricci, capricci del re travicello. Il re sole a Versailles, viziato, amava farsi servire, non capendo il grande onore che Dio gli aveva concesso, servire il suo popolo. Eccellenza, Dio ha messo nelle sue mani l’onore di servire il suo, di Dio, popolo. Ma chi ama circondarsi di cortigiani e lecchini, dimentica l’onore di servire e si fa servire, dimostri di essere uomo, di essere un cristiano a cui non manca il coraggio, si tolga dagli occhi quelle squame    e ridia speranza a chi la guarda: sia loro di esempio e non li faccia vergognare. Rimandi le suore a servizio dei veri tesori della Chiesa: i poveri non i vescovi.

donandreagiordano