A DANNO DELL'IMMAGINE DELLA CHIESA

16.03.2015 08:45

Ricevo l’invito del vicario generale a partecipare alla messa crismale del giovedì santo come “momento significativo dell’unità del presbiterio diocesano attorno al vescovo” scrive appunto il numero due della diocesi. Questa è la frase che motiva l’invito, dieci parole “condite” con qualche articolo e preposizione articolata. Il resto comunicazioni che con il giovedì santo non hanno nulla a che vedere, e comunicazioni di servizio inerenti la celebrazione, quali parcheggi auto, disposizioni sul camice, libretto, casule, orario. Poi il punto centrale: tutto converge lì, il denaro, i soldi, l’offerta da depositare nel fondo di solidarietà sacerdotale che confluisce così, c’informa il vicario generale, nella Fondazione don Antonio Ferraris, quella che si fa carico delle spese della tre giorni del clero a Spotorno, “resort 4 stelle”, e ai pellegrinaggi annuali del clero, di cui vi ricordo cari amici di Chiesa controcorrente una giornata di preghiera e le rimanenti in giro per musei e visita alle città, sino alle fotografie su internet della Lisbona by night in riferimento al pellegrinaggio dello scorso anno a Fatima. Infine l’invito tra le informazioni di servizio al pranzo in piena quaresima, (la fine della quale è nella messa vespertina del giovedì santo), quindi tutti in seminario a consumare un luculliano pasto e non certamente sobrio e quaresimale. Poi predichiamo alla gente e a mezzo del giornale diocesano l’uso corretto del cibo invitando alla sobrietà e a non sprecare. Due righe di conti sullo stile del bollettino parrocchiale di S Stefano: nel retro pagina dell’invito l’attento numero due di via vescovado 10 elenca le offerte pervenute nel 2014, raccolte e devolute dai sacerdoti durante la funzione del giovedì santo. Tra le contrassegnate e quelle libere, le offerte ammontano ad euro 5335 (contando l’offerta di un generoso confratello di euro 1000) e sommandole se ne conferma l’importo. Ora i sacerdoti in diocesi sono circa 120,  e le offerte da quanto si evince dall’attento resoconto sono state 48, e la media versata è di 111,14 euro procapite. Da ciò si evince che un terzo dei sacerdoti che compongono il presbiterio partecipa alla messa crismale versando l’offerta al fondo che è dunque disertato, cioè è possibile che il clero ritenga che il denaro raccolto non debba essere usato per finanziare viaggi e incontri più di piacere che di formazione. Non chi dice Signore Signore entrerà nel Regno dei cieli, cioè si nomina sempre il santo padre, ma poi non se ne segue l’esempio, e tutto scade nel denaro, nei soldi ( secondo il papa,  sterco del diavolo). Nel vangelo sono nominati i soldi, il denaro, il denaro non ci appartiene, non è parte di noi, della nostra essenza, ci fa sapere Gesù, (date a Cesare quello che è di Cesare); dobbiamo affidarci alla provvidenza (l’obolo per il tempio è contenuto nelle viscere di un pesce pescato); è nel tempio che si fa mercato (Gesù rovescia i tavoli dei cambia monete e scaccia i mercanti dal tempio); è dal tesoro del tempio che provengono le 30 monete d’argento, il prezzo di una vita, il prezzo per l’uomo di Dio. Conti e deduzioni di un povero idiota che richiama a riveder e a correggere gli atteggiamenti che danneggiano l’immagine della Chiesa tutta.