A LEZIONE DI EDUCAZIONE CIVICA

27.03.2015 08:48

Leggo sul giornale diocesano che l’assessore ai lavori pubblici cerca sponsor per sistemare i dipinti della Chiesa di S Sebastiano, tempio cittadino, di proprietà del comune di Biella. Ora se proprio si deve cercare uno sponsor lo si cerchi con una certa urgenza per il ripristino delle strade: sono lì da vedere… E’ chiaro che per vederle devono essere percorse da questa gente che siede in consiglio comunale e che fa faraonici progetti, ma alla resa dei conti poco si vedono in giro, e non si accorgono dell’ordinaria manutenzione del territorio. Caro signor sindaco l’assessore ai lavori pubblici dovrebbe occuparsi prima di tutto delle necessità primarie dei cittadini, le strade danno un’immagine di una città senza guida. In via Italia la gente cade e inciampa su un selciato disastrato e sconnesso, la piazza del Duomo sta letteralmente svuotandosi dei suoi ciottoli che sono sparsi ovunque tra “tre francobolli” di asfalto e tutto ciò sotto il palazzo comunale, una piazza che è ormai in gestione al comune. Il suo assessore proprio per la piazza lanciava idee importate dalla Nuova Zelanda, quando basterebbe il buon senso del padre di famiglia: secondo il codice civile l’amministratore. Se la situazione economica è disastrosa, (come ogni nuova amministrazione che si rispetti accusa al suo ingresso l’amministrazione uscente), ebbene almeno si eviti di cercare denaro per spese straordinarie, che a fronte delle ordinarie devono sapere attendere: mettersi in coda. Il suo assessore ci ha fatto digerire un piccolo aumento per la ristrutturazione della nuova biblioteca civica, “solo” il dieci per cento dell’importo dei lavori, cioè oltre 200.000 euro, (per i poco ricettivi come me 400.000.000 delle vecchie lire), e ci ha detto che la piazza del Duomo darà lavoro ad imprese e commercianti locali quando invece sarà appaltata al miglior offerente…. Mentre facciamo i conti con un centro svuotato dalle precedenti giunte di centro-sinistra, con le politiche del centro commerciale in cambio del palazzetto dello sport, e della uscente amministrazione che ha solo visto nel centro un problema di ordine pubblico, dopo un anno di vostra amministrazione per il rilancio e lo sviluppo economico di questa città avete invitato il direttore della caritas in consiglio comunale per discutere le politiche della povertà e avete aperto ai registri sulle coppie di fatto… Abbiamo bisogno di gente che “batta la strada” per rendersi conto di ciò che i commercianti, che sono i veri resistenti hanno bisogno, abbiamo bisogno di un riordino di idee e di una pulizia del centro cittadino, via quelle fioriere ormai marce, arrugginite e piene d’immondizia, messe a caso, cioè senza logica e buone gusto che con quelle panchine danno un segno di totale decadenza, si riportino in centro i vasi colorati progettati da un architetto biellese e prodotti da una ditta biellese, …a Canossa… si coinvolgano gl’industriali biellesi che con il loro gusto e la loro lungimiranza restituiscano alla via Italia l’antica dignità perduta, s’insista con i parlamentari biellesi al più presto lo studio della trasformazione della ferrovia in una sorta di “metropolitana a cielo aperto”, che oltre a portare i pendolari biellesi al lavoro, senza umiliarli, tolga dall’isolamento questo territorio, sbloccando un patrimonio edilizio destinato al deterioramento e alla svalutazione, e immettendolo, per la sua naturale posizione topografica nel circuito turistico. E il vescovo? Si muova, si dia da fare al più presto invece di stare chiuso nel suo palazzo, tra pellegrinaggi e viaggi turistici, promuova, apra e rilanci tra gl’imprenditori, gli amministratori locali e chi ci rappresenta una sorta di tavolo perennemente aperto, un tavolo di emergenza, sino alla fine di questo nefasto periodo, facendo sentire la voce della Chiesa che in materia di dottrina sociale e organizzazione bimillenaria, può dire la sua. Caro signor sindaco, non aspetti  a muovervi tra tre anni, alla vigilia delle prossime elezioni amministrative promettendo l’impossibile ad un elettorato sempre più esiguo: questa non è novità, è consuetudine, ciò che la classe politica ci ha sempre abituato a subire e i risultati sono ben visibili.