2 AGOSTO 2015
Oggi ricorre il 35° anniversario della strage di Bologna una ingiustizia e una ingiustizia è un orrore . Oggi resto a Bologna con il pensiero, e scrivo ad un amico e a voi cari amici di Chiesa Controcorrente ,sulle note del disco di Lucio Dalla , dal titolo “ Dalla ” che 35 anni fa scalava le vette delle classifiche di ascolto e gradimento e mi rifaccio ad una delle canzoni in esso contenute “ L’anno che verrà” . Iniziava con queste parole : “ Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò …….. “ . L’amico è don Davide , che come sapete , perché ve l’ho già scritto ,è presso un convento dei Frati Carmelitani Scalzi ad iniziare il suo percorso formativo per vestirne , se Dio vuole ,l’abito . L’ingiustizia si legherà per sempre a questa giornata a questa data , nella storia del nostro Paese , ma in fondo l’ingiustizia , qualunque sia la sua natura , segna la storia dell’umanità , l’ingiustizia cambia il mondo , lo fa regredire come quel giorno di 35 anni fa a Bologna . La storia di don Davide è segnata da una ingiustizia di fondo , ecco perché scrivo in questa giornata e ricordo questa ingiustizia nell’anniversario di una giornata “ madre della ingiustizia “ . In quel giorno , non solo morirono delle persone , non solo rimasero ferite delle altre , ma quella giornata ha cambiato il mondo , il progresso ha fatto ,se non un passo indietro , una fermata ,uno stop , non è avanzato , si è fermato come quell’orologio della stazione di Bologna ,che è divenuto il simbolo di quella giornata perchè per sempre segnerà l’ora della grande ingiustizia . Questo prete , vive in questa giornata la morte , la sofferenza , l’ingiustizia . Quando si lascia la propria terra solo per un viaggio , figuriamoci per sempre , si vive una piccola condizione di morte , si fa esperienza della morte , ma quando la si lascia come l’ha lasciata questo prete , beh lasciatemelo dire e scrivere si vive anche una ingiustizia dunque l’orrore . Don Divo Barsotti , mistico fiorentino , che spiritualmente ha accompagnato don Davide , con i suoi scritti , ed il sottoscritto con quegli indimenticabili incontri nella mia terra , spesso ripeteva che un viaggio era una piccola morte , si lascia sempre qualcosa e vi invito a meditare questa affermazione ,cari amici di Chiesa Controcorrente . Io accosto , per analogia , il viaggio, con quella stazione , da cui si parte e si arriva e si sosta e la parola viaggio riecheggia , dunque la parola morte . Quante coincidenze con l’esperienza di don Davide . Il viaggio , la morte , la sofferenza , l’ingiustizia : l’orrore . La storia di questo sacerdote è segnata da un rapporto controverso contraddistinto dal dissenso , perché padrone , per grazia di Dio , di una personalità forte , perché un uomo di Dio se ben costruito , non baratta ciò che è , il suo essere , con ciò che lo si vuol fare diventare . In fondo, dal suo parroco , quello della parrocchia della cattedrale , gli è stato richiesto di vendersi a quei borghesi clericali ( definiti da padre Turoldo intellighentia ) che letteralmente infestano la vita parrocchiale , che impongono la loro visione di educazione cristiana e spirituale . La loro visione , non quella della Chiesa ,ma di una casta : ecco l’orrore . I preti , in questo caso cattivi maestri , sono tentati dalle classi sociali in vista , le lasciano fare, scusati da una interpretazione solo letterale , ma non di concetto , delle disposizioni conciliari mettendo in ridicolo la figura del sacerdote ed il candore della Madre Chiesa : il posto dei laici della Chiesa è definito e non è quello del prete , che anch’esso è definito . Il prete non deve secolarizzarsi ed il laico clericalizzarsi ,Concilio Vaticano II docet .
Il primo che ha fatto vivere una esperienza di dolore ,morte e ingiustizia a don Davide è stato colui che invece avrebbe dovuto insegnargli che cosa è la vita cristiana , la gioia cristiana, la giustizia cristiana , ma questo il cristianesimo se l’è venduto per 30 denari agli scribi , ai farisei ed al resto di una classe sacerdotale che per opportunismo lascia che l’educazione del santo popolo di Dio sia affidato a chi non ne ha il diritto , le capacità ed i carismi , quella gente possiede solamente il potere e trasmette se stessa e non il messaggio del Cristo . Il secondo che ha fatto vivere un’ esperienza di dolore, di morte e di ingiustizia a don Davide è il suo , e mio , vescovo il quale da subito gli ha precluso la possibilità di esprimere la sua personalità , nello studio e nella pastorale presso la parrocchia a cui era stato assegnato assecondando l’intellighentia che la governa ed il parroco che la lascia governare preferendo le gettonate poltrone dei CdA di banche e fondazioni .
Ma l’operazione più vergognosa l’ ha ordita per orgoglio , non riconoscendo le capacità intellettuali di un prete , capacità riconosciute da tutti i docenti che lo hanno avuto allievo e che lo hanno raccomandato e sponsorizzato ad un uomo incapace di fare discernimento di non vedere i carismi suscitati in un suo prete dallo Spirito . L’intelligenza di don Davide , per quest’uomo ,piccolo uomo ,mediocre uomo è dovuta passare al vaglio di uno che ha permesso di studiare a preti incapaci , inconcludenti e goderecci che hanno sfruttato , con il suo placet e la sua benedizione , l’associazione don Ferraris che si occupa della formazione del clero . Don Davide in meno di due anni ha terminato gli studi con onore , alla faccia di quelli che non hanno conseguito uno straccio di risultato , nè tantomeno onore ,dopo anni inconcludenti di studio . Di questo suo percorso di studi segnato da continui successi, di meriti , ciò che lo ha più gratificato è stata la stima e l’attenzione dei docenti , con cui , lui incapace ( per l’intellighentia ed il parroco della parrocchia del centro a trattare con i fedeli ) ha stabilito e tessuto un rapporto cristiano cioè tra uomini che condividono la stessa fede , l’amore per il Cristo e la fedeltà alla parola data ,l’alleanza , ma non ha ricevuto un segno seppur minimo della stima del suo vescovo che ama definirsi padre , pastore , successore degli apostoli , titoli che gli competono senza dubbio giuridicamente ,ma che non dimostra di esercitare nel piano umano e pastorale . L’invidia è una brutta cosa , i carismi , monsignore sono distribuiti dallo Spirito Santo e non da lei , infatti la scelta degli elementi che compongono il suo governo è discutibile e deficitaria , lo si vede già in chi lei ha delegato quale vicario episcopale per il clero ……. ( tra l’altro ,chi delega, in una diocesi della nostre dimensioni , dimostra di non avere voglia di occuparsene personalmente ) . Don Davide dunque possiede , non per sua volontà , due cose che a questa gente hanno sempre fatto problema : intelligenza e personalità ,perché questi preferiscono avere a che fare con ignoranti e sottomessi , questa gente è ferma storicamente agli anni precedenti il Concilio di Trento , mentre si riempiono la bocca del Concilio Vaticano II . Con ciò aveva ragione il card . Martini a ritenere che la Chiesa è indietro di 200 anni , dunque Card. Martini docet ; io don Andrea affermo invece che la diocesi di Biella, con questo vescovo , è sta riportata , in un gesto prettamente reazionario , agli anni che precedettero il concilio di Trento .
Caro don Davide , ti ho scritto , così mi sono distratto un po’ e siccome sei molto lontano ti invito a leggere
Mt 13 , 54-58 e siccome hai una buona testa sai già chi cosa tratta il brano citato , mentre riporto integralmente il versetto 57 per monsignore perchè sicuramente se lo è dimenticato , e per l’intellighentia perché non legge il Vangelo di Gesù Cristo , ma il suo vangelo personale scritto da se stessa per se stessa : versetto tratto dal Vangelo secondo Matteo capitolo 13 versetto 57 : “ Ed era per loro motivo di scandalo . Ma Gesù disse loro : << Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua >> . E aggiungo per monsignore e la sua “ banda “ la frase tratta da un diario di don Divo Barsotti che io e don Davide scegliemmo come motto per la nostra ordinazione presbiterale : "La vita del sacerdote è sacrificio puro. Egli non vive, non può vivere per sè - non ha più una vita. Qualunque cosa faccia per essere amato, stimato, per vivere, il suo sforzo non ha mai il potere di toglierlo alla sua solitudine. Il crisma dell'ordinazione lo separare dagli uomini, egli diviene come il capro espiatorio che si abbandona nel deserto, lontano da tutti"……. chi ha orecchi per intendere intenda, secondo quanto afferma Gesù in qualche brano di vangelo .