2 NOVEMBRE. COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
Se pensiamo bene fratelli cristiani, in questa giornata in cui commemoriamo tutti i fedeli defunti, attraverso le letture proclamate si commemora la Parola di Dio e Giobbe è lì a ricordarcelo:”Oh se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro, fossero impresse… s’incidessero sulla roccia”. E’ ciò che è stato fatto. La Parola è stata scritta, trascritta, fissata su di un libro, è divenuta viva, talmente viva da essere Persona, e se Persona unità, ed è divenuta per tutti e di tutti. Giobbe afferma e scrive:” io so che il mio redentore è vivo”, cioè quella Parola è Persona, è viva, è divenuta Persona. Giobbe contempla la presenza di Dio, del Cristo, nella Parola. Dio lì è contenuto, lui, la creazione, noi, la Chiesa che è terrena e celeste, che è qui e là. Scrivere, significa prendersi delle responsabilità, significa esporsi, prendere una posizione. Se scrivo sono responsabile di ciò che scrivo, se affermo non posso negare, né se nego posso affermare perché ne va della mia credibilità, della mia dignità, della mia onorabilità. Se scrivo è perché a monte ho pensato, vagliato, scelto, stabilito. Se scrivo è perché voglio comunicare ciò che ritengo utile e importante per gli altri, per dividere con gli altri la mia esperienza, per facilitare, istruire, essere utile, di aiuto. Se scrivo è perché sia letto, perché ho da dire, comunicare, dialogare, e perché ciò che ho da dire è da me ritenuto importante anche per gli altri. Per Dio tutto ciò, è di più, è Persona, ha voluto che questa Parola, la Parola, la Sua Parola fosse raccolta, custodita, tramandata, venerata, adorata, fosse Persona e non una Persona qualsiasi ma suo Figlio. In quella Parola io ,lo trovo, lo incontro, lo ascolto e dialogo, con lui duetto, mi misuro, mi conosco, mi realizzo, cresco e con me il rapporto con l’altro, l’altro da me che è Dio e il mio prossimo. La Parola è dunque conoscenza e se conosco so, cresco in sapienza e in scienza. Ma come devo conoscere, cosa devo sapere? Che se vale per me vale anche per gli altri, se conosco io, conoscono anche gli altri, ci siamo tutti, siamo tutti contenuti; e se il Figlio è la Parola, e se il Figlio è l’immagine del Padre, noi fratelli cristiani siamo contenuti in Dio, dunque nella Parola. Fin dal seno di tua madre io ti ho intessuto, conosciuto, leggiamo nell’AT. Siamo Parola e nella Parola. Quando la leggiamo siamo alla presenza del mondo, è presente il creato, la creazione tutta che ascolta adorante, prostrata perché Dio si rivela, e non solo la creazione che è, ma anche quella che è stata e che sarà. La Parola è la continua, perpetua ed eterna commemorazione della creazione, quindi anche di noi stessi, parte della creazione, di tutti i fedeli defunti in Dio. Concludendo ricapitolo tre passaggi: Il primo, Giobbe afferma:” dopo che questa mia pelle sarà stata strappata via, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, i miei occhi lo contempleranno e non un altro”. E’ il passaggio, la Pasqua, da questa vita all’altra, misurabile con lo sbattere delle palpebre. Il secondo, Giovanni nel Vangelo oggi proclamato afferma:” e questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che io lo resusciti nell’ultimo giorno” è questo il disegno di Dio, il suo progetto, la sua volontà per l’uomo, per la persona, perché come scrive Giovanni della croce “un pensiero dell’uomo vale più del mondo intero”. Nel terzo dobbiamo porci una domanda: ma cosa avverrà in quell’ultimo giorno, nel giorno della resurrezione? Ascoltiamo direttamente la Parola di Dio per bocca del profeta Ezechiele:” La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; 2 mi fece passare tutt'intorno accanto ad esse. Vidi che erano in grandissima quantità sulla distesa della valle e tutte inaridite. 3 Mi disse: «Figlio dell'uomo, potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai». 4 Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annunzia loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore. 5 Dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. 6 Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete: Saprete che io sono il Signore». 7 Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre io profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente. 8 Guardai ed ecco sopra di esse i nervi, la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c'era spirito in loro. 9 Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza figlio dell'uomo e annunzia allo spirito: Dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano». 10 Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato.
11 Mi disse: «Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta la gente d'Israele. Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti. 12 Perciò profetizza e annunzia loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d'Israele. 13 Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. 14 Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.