... ai piedi degli Apostoli ...
10.04.2021 08:24
Fratelli abbiamo ascoltato bene la proclamazione delle tre lettture che la Liturgia della Parole ci ha offerto oggi , seconda domenica di Pasqua ?
La Parola di Dio è un pugno nello stomaco , è radicale , chiede a noi la massima disponibilità e la più totale radicalità per realizzare il regno , il tempo di Dio , il tempo per Dio .
La prima comnunità cristiana che si riunì nel nome del Risorto aveva questa regola : “ ... Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio .... “ .
Quanto vi ho riportato lo possiamo leggere negli Atti degli Apostoli ( 2,42-47 ) e ciò aveva un suo riscontro nel mondo pagano lo si scopre proseguendo la lettura del brano ( 2,47 ) : “ ... godendo la simpatia di tutto il popolo ... “ e non finisce qui , immergendosi ancora nella lettura della vita della prima comunità cristiana che è il libro degli Atti degli Apostoli al capitolo 11 ( 26 ) si legge : “ ... ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani ... “ .
Dunque lo stile di vita , la regola di vita che la comunità cristiana si era data produceva attenzione , simpatia, volontà di imitazione dunque di partecipazione , quindi di conversione .
La vita proposta era molto semplice , la regola non era scritta , se non nel cuore di ognuno di loro , che vivevano della Parola e dalla Parola avevano tratto quel modo si stare insieme , di condividere il credo che professavano, di fare , di essere comunione , comunità e comunità cristiana .
Ciò che professavano era una vita in comune , con gli altri , d’altra parte l’uomo è persona sociale che per vivere si aggrega , allora come oggi .
Le comunità ? Sono le città , i paesi ,i villaggi , le frazioni , i cantoni , le vie , i cortili .
In quei luoghi , quegli ambiti erano e sono abitati dai cristiani che come l’olio versato , che nella Liturgia è segno , espandevano ed espandono il loro credo .
L’aggregazione avveniva liberamente e spontaneamente perché le comunità cristiane si sforzavano di vivere con coerenza il loro credo , si sforzavano , facevano di tutto per viverlo malgrado la loro condizione di peccatori ; lo ricorda lapidario l’Apostolo Paolo nella sua lettera ai Romani ( 3,23 ) : “ ... tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio ... “ .
Si sforzavano , secondo le loro possibilità , Paolo infatti spese la sua vita a scrivere alle comunità spesso per ammonirle e richiamarle ad un’ autentica vita secondo le indicazione della Parola, secondo ciò che Giovanni nella sua prima lettera poc’anzi proclamata definisce come comandamenti non gravosi : “ ... e i suoi comandamenti non sono gravosi ... “ .
I comandamenti a cui Giovanni si riferisce sono l’intera Parola , perché in essa sono racchiusi come un tesoro da scoprire i passi di ognuno di noi in direzione della felicità , della realizzazione di una vita , della nostra vita .
Dunque lo sforzo che la comunità deve compiere verso ognuno dei suoi membri è ciò che l’aposolo Paolo scrive nella sua lettera indirizzata alla comunità che era in Colossi ( 3,12-17 ): “ .... Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti ! La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre ... “
Sopportarsi e perdonarsi a vicenda , scambievolmente , dunque sopportarsi a vicenda e con ciò a conferma che il nostro credo è quanto mai prammatico , non una ideologia , né una teoria .
Paolo scrive sopportatevi e perdonatevi, non amatevi . Dunque è necessario prima sopportarsi e perdonarsi scambievolmente poi , solo poi amarsi . Pedagogia , sana pedagogia cristiana , prammatismo non teoria .
Ma c’è di più , ed è d’obbligo ricollegarsi alle parole ascoltate nella prima lettura tratta dagli Atti degli Apostoli ( 4,32-35 ) che oggi la Liturgia della Parola ha proposto e che vi trascrivo ( rileggo ) in parte : “ ... Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli ; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno ... “ .
E ciò fratelli cristiani non è teoria , né ideologia , ma sano prammatismo cristiano , comandamento di Dio perché tratto esplicitamente dalla sua Parola che se applicato alla nostra vita , se vissuto ci farebbe, ci renderebbe credenti e non increduli , come abbiamo ascoltato direttamente dalle parole che Gesù rivolge , anzi con le quali ammonisce Tommaso ,nel brano di Vangelo dell’Apostolo Giovanni ( 20,27 ) :” ... e non essere incredulo ,ma credente ! ... “ .
Vi riporto testualmente quanto è scritto ( nero su bianco ) nella Regola di Taizè la comunità ecumenica fondata da frère Roger Schutz nel sud della Francia nel paesino che ha dato il nome alla comunità a pochi chilometri da ciò che resta della monumentale abbazia benedettina di Cluny .
La regola ( redatta nell’ anno 1940 dello scorso secolo ) riporta 17 punti comprensivi della premessa e della conclusione .
Poche pagine che si ispirano alla Parola , da cui traspare come la Parola può regolare la vita di credenti , come il buon senso può regolare la vita di credenti che nel caso specifico appartengono a confessioni diverse .
Vi trascrivo uno dei punti che porta il titolo ‘ Comunità dei Beni ‘ : “ ... I beni vengono messi totalmente in comune . L’audacia di utilizzare per il meglio tutti i beni di oggi ,di non garantirsi nessun capitale , senza timore di una possibile povertà , dà una forza incalcolabile .
Ma se, come Israele , tu metti da parte per il domani il pane venuto dal cielo , se tu elabori progetti per il futuro , rischi di dare un’inutile tensione ai fratelli , la cui vocazione è vivere nel momento presente .
La povertà non ha virtù in se stessa .
Il povero del Vangelo impara a vivere senza sicurezza per il domani , nella gioiosa fiducia che tutto sarà provveduto . Lo spirito di povertà non consiste nel mostrare un’apparenza miserabile , ma nel disporre tutto nella semplice bellezza della creazione .
Lo spirito di povertà è di vivere nella letizia dell’oggi . Se vi è gratuità per Dio a dispensare i beni dela terra , viè gratuità per l’uomo a donare ciò che ha ricevuto ... “ .
Dunque fratelli , questa semplice regola di vita ci insegna che non bisogna essere dei grandi teologi , ma semplicemente dei credenti per scorgere in quelle parole , regola di vita cristiana, i riferimenti alla Sacra Scrittura , alla Parola.
Che altro dire ?
Dovrei aggiungere il mio commento , parola umana , quando ha già detto tutto la Parola di Dio ? No !
Concludo questo ragionamento sul possedere , sulla proprietà con un rafforzativo proveniente anch’esso dalla Parola ,e precisamente da una risposta di Gesù ad uno scriba ( Mt.8,20 ) : “ ... Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo ... “ .