ALL' AVANGUARDIA DEI PRETI OPERAI: INCROCIATE LE BRACCIA

09.08.2014 15:47

Non posso oggi, non rivolgermi a quell’avanguardia di preti controcorrente e potrei dire rivoluzionari, che negli anni post conciliari hanno operato qui, in questa diocesi, scelte coraggiose, caratteristiche, che hanno cercato di tradurre, per il santo popolo di Dio, lo spirito del Concilio: i preti operai.

Hanno lavorato nelle fabbriche, nelle imprese edili e a loro con forza voglio dire di non permettere che la loro esperienza sia accostata all’odierna esperienza per le modalità con cui è stata pensata e voluta, in cui emergono ancora una volta privilegi concessi perché a chiederlo è il vescovo, e a lui per forma non si nega nulla ma lo si accondiscende. Emerge inoltre che si è ordinato chi ha posto condizioni, chiaro e triste segno della politica dell’abatino, il rampollo, che ritiene che è meglio una pedina oggi che un posto scoperto domani, per cui si ordina tutti coloro che ne fanno richiesta perché l’importante è compilare diligentemente questionari da inviare a Roma per dimostrare, sulla carta, ripeto solo sulla carta, che tutto funziona, che tutto è ordine.

Riprendo a rivolgermi agli ex preti operai chiedendogli come possono accettare oggi, dopo la loro esperienza, un governo, in questa diocesi, marcatamente clerico fascista, ( e l’osservazione non è mia ma di sacerdoti della loro generazione), senza provare, perché spinti dalla sensibilità, dalla vocazione alla giustizia, al giusto dissenso, al diritto di critica costruttiva, non dico disturbo per ciò che accade, ma orrore. Avete il dovere, in nome di quegli ideali maturati con la ruminatio della Parola e con l’esperienza diretta al sacrificio eucaristico che è propria del prete, non permettere che un Mangiafuoco qualsiasi governi come se questo nostro territorio fosse il teatrino dei burattini. In questi anni avete permesso che la vostra esperienza fosse accantonata, avete permesso che fosse ignorata, anche dispersa, ma quella vostra esperienza viene, e non veniva, dal Signore dal falegname di Nazareth che lavorava, Dio che lavorava con le sue mani nella bottega del padre, uomo come noi, lavoratore come noi. La vostra esperienza trae la sua linfa dai pescatori di Galilea Pietro, Andrea, Giacomo, Giovanni e da Paolo che diffondeva la Parola, il Verbo, Dio, vantandosi di lavorare con le proprie mani e non di essere mantenuto, né di sedere a mense luculliane, viaggiare a spese di altri, vivere di privilegi e regalie. Oggi noi con il nostro modo di vivere dimostriamo agli occhi dei borghesi mediocrità e decadenza e agli occhi della classe operaia non credibilità. Ecco cancellata la vostra esperienza ed ecco emergere la figura di biechi abatini che trasmettono gelo, freddezza, distacco, professionalità cioè distanza dalla gente mentre letteralmente si strusciano e accarezzano i borghesi ne frequentano le loro case, vestendosi con i loro abiti pregiati, sedendosi alle loro mense e godendo dei loro regali mentre distribuiscono a distanza beni di prima necessità a chi perde il lavoro dunque la dignità: non accorgendosi che hanno perso la loro. A quelle avanguardie, perché lo sono sempre, chiedo se credono ancora che la fantasia possa giungere al potere? In fondo quel movimento che pone queste risposte, non è stato accompagnato a comprendere che la fantasia è sempre stata al potere che noi siamo la fantasia di Dio, perché la creazione è fantasia, siamo figli di un Dio che progetta la storia, e se progetta scatena la fantasia; e chiedo se ricordano, quelle avanguardie, l’accusa di quel movimento che decretava la morte di Dio, mentre noi sappiamo che neppure nei campi di sterminio Dio è morto perché in quei luoghi, c’è chi ha trovato la fede, chi ha ritrovato la fede e chi si è convertito alla fede, trasformando in quei luoghi di morte in luoghi di vita, della vita, della nuova vita. Cosa non funziona oggi? Gli abatini di curia, i rampolli, i carrieristi, i mondani, un governo monarchico, il vescovo principe, dunque non funziona la loro esistenza come idea e come istituzione che non è comunità. Questa gente, questi estranei oggi ci riportano al tempo dell’imposizione, della censura, della dittatura, dell’inquisizione, ci impongono un salto nel passato riproponendo ciò che la storia ha giudicato e superato; questi sono reazionari. Se le avanguardie, voi eravate progressisti, oggi permettete di governare ai reazionari. Gli abatini, i reazionari, con metodo e sistematicamente, inglobano, cioè fanno scomparire, nascondono nel nulla cioè annientano. Ora dobbiamo per reazione incrociare le braccia perché voi cari preti operai avete vissuto nella vostra esperienza anche le vertenze sindacali, quando incrociando le braccia avete guardato in faccia con dignità a chi, nel mondo del lavoro e nella Chiesa, cercava di appiattire , di non permettere l’elevazione; il Vangelo, la buona notizia è l’elevazione del Corpo di Cristo, degli ultimi, delle classi deboli che socialmente non sono gli immigrati, ma la gente modesta e perché modesta dimenticata, relegata nell’anonimato. Dovete sentire lo stimolo a trainare, asini da soma, come ogni lavoratore. Non sono certo gli abatini di curia, i rampolli asini da soma, loro amano calessi e i cavalli di razza, sono coloro che la Parola del Signore descrive perfettamente: “Legano  fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito”. Così governano il santo popolo di Dio, non entrerebbero mai in Gerusalemme su un asino ma a fianco del governatore protetti da legioni. Incrociate le braccia: come ai bei tempi, perché siete gli stessi di allora la vostra gioventù è interiore.

donandreagiordano