..... alla mangiatoia ...

25.12.2017 22:17 Dal racconto tratto dal Vangelo di Luca appena proclamato ,in questa Messa dell’aurora nel giorno del Santo Natale emerge , proprio perché Luca è il più particolareggiato e attento dei sinottici , che i pastori sono stati i primi uomini a raggiungere la stalla … “ … senza indugio … “ con quest’animo i pastori incontrano il Mistero secondo l’attenta e puntuale descrizione dell’evangelista . Chi annuncia quell’evento , chi annuncia il Mistero è l’angelo : “ … un angelo del Signore … “ ci informa Luca …. è il mistero che introduce il Mistero e che già aveva annunciato a Maria la sua misteriosa maternità . Quella mangiatoia , come d’altra parte il grembo di Maria sono gli altari del divino , lì è presente , si manifesta , si svela il Divino , il Mistero , l’Assoluto , il Trascendente e la presenza degli angeli ne è la conferma. Il divino presenta all’umano il Mistero divino e umano . L’angelo , gli angeli , presentano , svelano ai pastori Dio, il Divino , il Mistero , l’Assoluto , il Trascendente . Quell’umanità rappresentata dai pastori è l’umanità intera che accorre a quell’evento senza preclusioni di classi . Spesso si legge e si predica l’accorrere dei soli poveri alla mangiatoia , e si presentano i pastori come i rappresentanti di un certo tipo di umanità , esclusiva e proprio per questo classista … i poveri . Ma Dio non fa distinzioni di classi e di meriti …. è vero , Luca ci parla di pastori , ma prima di questi di angeli e dopo di questi , di lì a pochi giorni visiteranno la mangiatoia i Magi che sono umanità anch’essi e non certo modesta , infatti recano doni costosi ( oro , balsami e profumi esclusivi ) e si incamminano e giungono alla mangiatoia dopo un lungo , dunque costoso viaggio dal lontano oriente . Alla mangiatoia dunque si presenta l’umanità intera , una umanità interclassista , cioè oltre le tanto declamate classi sociali che fanno comodo solo ai predicatori del sociale , poco del divino . Il Mistero non ha etichetta , è per tutti coloro che vogliono accostarsi per osservare e comprendere . L’unico che non si reca alla mangiatoia, cioè non vuole accostarsi per osservare e comprendere , è il potere , perché il potere è umiliato dal Mistero , perché il Mistero è aperto all’interpretazione mentre il potere è chiuso in se stesso e non può e non vuole permettere di essere interpretato . Il Mistero genera perché è aperto , genera perché è dipendente , si lascia osservare , comprendere , interpretare , svelare cioè spogliare dimostrando dunque la sua totale disponibilità , una disponibilità che può confondersi con l’amore ….. infatti Deus caritas est , Dio è amore dunque genera , come genera la totale disponibilità . Il potere è autarchico , vive di sé , in sé e per sè , chiuso all’esterno , impenetrabile , autosufficiente , bastante a se stesso e se è ciò , è chiuso all’Eterno ed è sterile . Alla mangiatoia , ai piedi del Mistero non ci sono re , imperatori , sacerdoti , non si legge della loro presenza , essi negano il Mistero e affermano solo l’obbedienza . L’umanità che sfila di fronte al presepe è variegata , i pastori , i Magi , Maria che , come ci informa Luca custodisce “ … tutte queste cose , meditandole nel suo cuore … “ . Maria medita il Mistero , porta con sé il Mistero perché deve capire il Mistero , meditarlo , sviscerarlo , comprenderlo , svelarlo , viverlo perché parte di se stessa … Maria si pone al seguito del Mistero e lo protegge con il suo sposo Giuseppe , figura ancora più defilata dell’umanità , silente , discreta , eremitica che rappresenta il totale annullamento di sé di fronte al Mistero , ancor più del Battista ( … ricordate il Vangelo di Giovanni ( 3,30 ) : “ Lui deve crescer , io invece diminuire … “ ) . L’eremitico comportamento di Giuseppe nei racconti evangelici ci presentano un altro modo , una modalità diversa da parte dell’umanità di affrontare il Mistero ….. la totale accettazione del dono di una vita che non proviene da lui e la sua completa disponibilità nella protezione di quella vita , ruoli che denotano nobiltà d’animo e spirito prettamente paterno . L’unico che di fronte al presepe , alla mangiatoia non riesce a trovarsi un posto è il potere , perché ricopre il ruolo che gli compete , che si è assegnato da se stesso nella storia : la trama . Ciò che dal potere è diverso , è dal potere , sentito , ritenuto un pericolo al quale due soli sono i rimedi : la corruzione o l’eliminazione e ciò emerge nella lettura attenta e sistematica dei Vangeli dalla nascita alla passione del signore . Per Maria e Giuseppe non c’è posto nell’alloggio non perché poveri , ma perché esclusi dal potere dunque accolti e i dall’umanità e custoditi da Dio . Accorrere alla mangiatoia e aprirsi al Mistero significa riconoscere le diversità , una ridda di arlecchineschi colori che annullano il monocromatico grigiore del potere . Mi reco senza indugi alla mangiatoia per incontrare il mistero che io sono , e che è l’altro che mi è accanto e di fronte , e mi reco alla mangiatoia per incontrare il divino , ciò che mi sovrasta che mi copre con la sua ombra per proteggere la mia umanità e l’umanità che accorre . Mi reco alla mangiatoia per meditare , per percorrere quel viaggio dentro me stesso che mi fa scoprire il dono che sono o che posso essere . Mi reco alla mangiatoia perché è un cammino verso l’ignoto , verso la sorpresa , lo stupore . Mi reco alla mangiatoia per assaporare la novità che una nuova vita reca con sé . Mi reco alla mangiatoia per vivere nuove esperienze e sensazioni che sono quelle che l’umanità vive e prova giornalmente . Mi reco alla mangiatoia perché non sono parte del potere ma dell’umanità di quella umanità nella quale il divino ha voluto incarnarsi . Mi reco alla mangiatoia per incontrare il divino , il divino da onorare e adorare e quella parte di divino che è in me , che sono io . Mi reco alla mangiatoia per vedere riflessi negli occhi di quel bimbo , la mia umanità e la mia divinità e sentirmi parte dell’eternità .