ALMENO UN CANE
Con questa è la terza S. Messa che celebro da solo , questa sera avevo ad assistervi il mio cane , per un attimo mi ha ricordato il dialogo tra il Signore crocifisso e Don Camillo , quando per ordine di Peppone ai fedeli di Brescello fu vietato di seguire la processione per la benedizione del fiume . A seguire il Cristo crocifisso sorretto dal parroco , solo un cane , che don Camillo allungando la gamba cercava di allontanare, e dalla Croce la saggezza del Signore invitava il parroco a lasciare che il cane seguisse quella mutilata processione affinchè non si fosse mai detto che alla processione non c’era neppure un cane . Il cane come inviato di Dio , come profeta ,portatore , latore di un messaggio …. recita il Salmo 35 : “ ….uomini e bestie tu salvi Signore “ . Penso anche a Padre Pio e a tutti quei sacerdoti che per vari motivi hanno celebrato in assenza del popolo e penso ai padri Certosini , che ogni giorno celebrano per scelta ,in solitudine , la S. Messa . Non è mai solo il prete quando celebra , mai , è presente la Chiesa celeste e per la comunione , dove c’è la Chiesa celeste c’è la Chiesa terrena , dunque la celebrazione è offerta da Dio per la sua Chiesa nella sua totale unità . Malgrado tutto sia più contenuto , lo spazio ( celebro nella mia camera , una cella monacale , letto , inginocchiatoio un piccolissimo tavolo una sedia , le sue dimensioni sono circa 9 mq. ( 3 x 3 ) ) sembrerebbe che la concentrazione sia massima , invece bisogna porre molta attenzione , ad esempio la voce tende ad abbassarsi , sino alla recita mentale , dunque bisogna essere molto più vigili che quando si celebra davanti all’assemblea dove , per la sua presenza e psicologicamente , si è portati ad una maggiore attenzione . Soli , la si vive di più , si è più attenti all’azione liturgica . Il tempo poi può dilatarsi , nella meditazione che segue la Parola , nella contemplazione delle specie consacrate . Rivivo e comprendo il lento rispondere e il cadenzato recitare delle monache di clausura , quando si ha il privilegio di celebrare la S. Messa con loro e per loro . Si vive un senso di pace , di calma , di tranquillità di pienezza mai di abitudine . Anche i fatti che porti addosso , cadono a terra , ai tuoi piedi , sei nudo , disponibile , reattivo , vivo , vigile ai sussurri del Signore . Lì , trovi il senso di unità , quel senso che poi sfugge , quando non fugge e più non riesci a trovarlo nel corso della giornata . In questi giorni ho celebrato alla sera , dopo cena nel buio , nel silenzio della sera che declina ormai alla notte . Bisogna trovare unità , vivere di quel momento , già nella lettura della Parola senti ,nella solitudine , l’unità , la Parola da sempre e per sempre , che non ha tempo , che non ha spazio , che è presenza che ti invita al passo successivo …. all’altra unità , all’altro momento unitivo , la consacrazione , l’atto di fede che mi trasfigura , mi porta oltre i limiti a osservare la Potenza di Dio : quel pane e quel vino transustanziati . Nella trasfigurazione come in un puzzle si ricompone tutto il quadro e si vede chiaramente …. tornando da quello stato rimane solo la sensazione d’unità , di insieme …. bisogna attendere nuovamente di essere trasfigurati …… è la sensazione che Pietro , Giacomo e Giovanni provano sul Tabor . Mai celebrazione fu più intensa , comprendo i Certosini , una intensità crescente , il Signore mi fa toccare con mano e comprendere ciò che vedo con gli occhi della fede , è vero si è portati su ali d’aquila o come recita il salmo 90 “ … sotto le sue ali troverai rifugio “ . Il beneficio del sacerdozio è bene per tutto il creato , la perdita del sacerdozio è perdita per tutto il creato , è anticreazione è momento di vittoria del male , mentre il sacerdozio è momento di vittoria sul male . Questo resti un tema aperto per i mesi che verranno e per gli anni che verranno e per tutti, la perdita di un sacerdote è perdita della Chiesa terrena e celeste , è perdita di unità , è decrescita del bene e crescita del male , verso il male è propensione al male . Tutto va riportato sul piano della misericordia di Dio , non di quella dell’uomo perché la misericordia : “ Non dipende né da chi vuole , né da chi corre ,ma da Dio che fa misericordia “ ( Rm. 9,16) ricordando che tutti , secondo S.Paolo ( Rm.11,30 – 32 ) disubbidiamo : “ Come in passato voi siete stati disubbidienti a Dio , e ora avete ottenuto misericordia per la loro disubbidienza , così anch’essi sono stati disubbidienti , affinchè , per la misericordia a voi usata ,ottengano anch’essi misericordia . Dio infatti ha richiuso tutti nella disubbidienza per far misericordia a tutti “ e Giacomo ( 2,13 ) scrive : “ Perché il giudizio è senza misericordia contro chi non ha usato misericordia . La misericordia invece trionfa sul giudizio “ . Questa serata , è stata santa e proficua , il Signore parla sempre attraverso profeti siano essi uomini o bestie .