... amiamo eternamente perchè eternamente amati ....

04.05.2018 22:37 “ …. perché noi avessimo la vita per mezzo di Lui … “ . Lo abbiamo sentito proclamare nella seconda lettura di questa VI domenica di Pasqua , che la Liturgia della Parola trae , attinge dalla prima lettera di San Giovanni apostolo . E’d’obbligo chiedersi , fratelli cristiani … ma quale vita abbiamo per mezzo di Lui , del Cristo ? Quale ? Non viviamo forse già ? Anzi , protestando a voce alta … ma noi già viviamo ! Certamente ! Se ci fermiamo alla sola vita biologica è vero viviamo già … ma dobbiamo ricordare che siamo anche e soprattutto cristiani o meglio ancora siamo battezzati , cioè abbiamo ricevuto la vita di grazia con il sacramento del battesimo e dunque siamo partecipi della vita divina che è la vita che abbiamo ricevuto per mezzo di Lui , del Cristo come scrive Giovanni nella sua lettera : “ …. perché noi avessimo la vita per mezzo di Lui … “ . Dunque abbiamo la vita, la vita di grazia, la vita divina e l’abbiamo per mezzo di Lui , del Cristo e di Dio che nel Cristo agisce . Ritorniamo con la mente , figurandolo , al rito del battesimo , al sacramento del battesimo , lo abbiamo vissuto ,ne abbiamo fatto esperienza attraverso i nostri figli e sicuramente rivissuto nei figli di nostri amici e parenti . Ora pensiamo al rito dei primi secoli , quando i catecumeni , coloro che venivano battezzati erano adulti che liberamente sceglievano e chiedevano il sacramento dopo un periodo piuttosto lungo di formazione alla vita cristiana , accompagnati e assistiti dai padrini che certificavano , e testimoniavano l’idoneità a ricevere il sacramento nella santa notte di Pasqua . I candidati scendevano in una vasca ricolma d’acqua, il fonte , una piscina ,ricoperti da una veste bianca …. era il battistero solitamente costruito a fianco della cattedrale . Lì, in quel luogo i catecumeni venivano immersi , e letteralmente ripescati riportati cioè all’aria in superficie . Quindi rivestiti facevano ingresso nella cattedrale dove potevano , per la prima volta, assistere per intero alla celebrazione della Santa Messa e accostarsi all’eucarestia . Il significato , il senso di quell’immersione ,proiettava il catecumeno in una dimensione che evocava, figurava , la tomba dunque la morte , veniva infatti immerso in un mondo liquido cioè avvolgente ,come le fasce con cui i cadaveri venivano avvolti … il sepolcro … un ambiente in cui regna il silenzio , assente l’aria e il movimento dunque il respiro … ma se pensiamo bene un ambiente che ricorda anche l’utero materno in cui il feto è immerso nel liquido e costretto in uno spazio privo di luce e di aria . Riemerso , tratto in superficie il catecumeno poteva nuovamente respirare , riaprire gli occhi , riudire , riassaporava la vita , l’aria , la luce ….. era passato attraverso il silenzio e la staticità della morte ….. era nuovamente rinato ripassando dall’utero materno , era nuovamente nel mondo , in un nuovo mondo , un mondo anch’esso battezzato , purificato , al di là dell’acqua , al di sopra dell’acqua ….. aveva lasciato dietro alle sue spalle un mondo posto al di quà dell’acqua e al di sotto dell’acqua . Quel passaggio obbligato per entrare nella comunità aveva cancellato nel catecumeno i peccati e la tunica bianca che vestiva lo testimoniava , era nuova creatura , un infante , un lattante , che si affaccia alla vita , da educare , istruire ,nutrire , introdurre in quella vita di cui scrive Giovanni nella sua prima lettera . Nel battesimo , con il battesimo dunque abbiamo ricevuto una nuova vita , una nuova identità tanto che ci viene imposto il nome , in nostro nome che è segno della nostra eterna identità , leggiamo infatti in Luca ( 10,20 ) : …. i vostri nomi sono scritti nei cieli … “ e i cieli sono eterni , come eterna è la nostra identità . Con il battesimo i nostri occhi si sono aperti , si sono riaperti per vedere chiaramente come scrive Paolo nella sua prima lettera ai Corinti ( 13,12 ) : “ … Ora vediamo come in uno specchio , in maniera confusa ; ma allora vedremo faccia a faccia …. “ . Questa è l’esperienza post battesimale , questo può aspirare ed esperire il neobattezzato : la visone , la chiara visione dell’insieme . Ma cosa intende Dio per vita …. Che cos’è la vita secondo Dio , cosa ispira Dio a Giovanni sul significato della parola vita ? La vita a cui aderiamo , la nuova vita , quella che ci appare e che ci avvolge usciti dalle acque battesimali è l’amore , cioè il dono di sé , la totale disponibilità , perché Dio è questo e non altro . Dio è carità , Deus caritas est , lo scrive e afferma Giovanni sempre nella seconda lettura . Ma che cosa è , fratelli cristiani , la carità , che con la fede e la speranza è una virtù teologale ? La carità è l’amore a Dio come bene supremo e al prossimo per amore di Dio . Uscire dal fonte battesimale significa aprire gli occhi al bene supremo , non ad altro …. altro è consequenziale all’Altro che è bene supremo , cioè Dio . Se mettiamo altro tra noi e l’Altro poniamo un ostacolo cioè l’idolo e direi anche l’ideologia , cioè colui o quella cosa che non essendo , non può ….. non può nulla . Nasciamo all’amore , perché scegliamo l’amore attraversando il dolore e il sacrificio che è l’essere immerso in quella piscina , nel fonte ( a ricordo quasi tutti i bambini piangono quando l’acqua bagna il loro capo , segno del dolore , segno del distacco da ciò che precede ) . Quella piscina , quel tuffo nella morte , nel nulla , nella staticità ci accompagna ogni giorno … possiamo dire , affermare che ogni giorno viviamo il battesimo , cioè la rinascita con le sue antecedenze e conseguenze . Ogni giorno facciamo esperienza della vita nuova e ciò è arricchente è strada all’eterna giovinezza . L’uomo che nasce , se cristiano , se battezzato ogni giorno fa esperienza della morte ( dolore e sacrificio ) ed in essa della rinascita ( la speranza ) preludio alla resurrezione . Ogni giorno il battezzato vive di questa esperienza per vivere la gioia della novità … questo ci dona , ci ha donato e inesauribilmente ci donerà Dio perchè Padre . E’ questa una esperienza vivificante che accompagna il battezzato per tutta la vita e lo rinfranca , lo sostiene , lo realizza , gli conferisce identità . Boris Pasternack , autore del romanzo “ Il dottor Zivago “ scrisse che : “ l’uomo nasce per vivere , non per preparasi a vivere “ . Questa frase capeggia in una vetrina di una libreria di una nota casa editrice nel corso principale di Biella , di fronte alla Chiesa della SS Trinità . Alla luce della prima lettera di Giovanni , parola di Dio, possiamo rispondere a Pasternack , in forza del nostro battesimo , che l’uomo nasce per amare eternamente perché eternamente amato .