ANCORA UNA RISPOSTA A GIOVANNI DAMA E FABRIZIO SONCINA

23.06.2014 13:07

Ancora una risposta a Giovanni Dama e a Fabrizio  Soncina facendo seguito alle loro lettere apparse su “ Eco di Biella “ sabato 7 giugno c.a.,   per poi ,aprire un dibattito sul tema della “TRASPARENZA “ . In primo luogo l’immediata e secca risposta al presidente dell’Oftal, nasceva dall’idea che la militanza nel mondo del volontariato non può e non deve essere mai considerato un merito ,se mai , soprattutto nel mondo cattolico ,un dovere ,dovere che proviene dalla carità di cui la preghiera è la più alta forma . Lo ripeto la preghiera , per un cristiano ,è la più alta forma di carità , tutto proviene, ha origine dalla preghiera se non si parte di lì, dalla preghiera, non si è cristiani e la dedizione al mio prossimo diviene merito , da spendersi, da usare strumentalmente: ma noi, se non sbaglio,  stiamo parlando di una associazione cattolica. La carità , lo sappiamo dal catechismo,  è una virtù teologale , S. Paolo, cioè la Parola di Dio, ci insegna,  che la carità è la più importante tra le tre virtù , ancora più importante della fede e della speranza ; la preghiera dunque e lo ripeto per la terza volta è la più importante forma di carità . Sventolare , la carità , usarla strumentalmente non è un merito  , il Vangelo è lapidario , “non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt 6,3), così liquido definitivamente i 30 anni di volontariato del leader di BB : ha fatto solo il suo dovere di cristiano e quello che ha fatto è contenuto  in quel rapporto personale e giornaliero che un cristiano deve avere con il suo Signore , non si devono appuntare medaglie , o elargire onorificenza e riconoscimenti, né riceverle, quando l’oggetto è il dovere.

La questione della data in cui è stata decisa la gita a Roma , lo sanno anche i bambini che per organizzare quell’evento si è partiti per tempo , l’anno prima come ricorda Giovanni Dama . Lo spostamento dell’attenzione sul dettaglio della data è strategia per nascondere e fuorviare il tema centrale ovvero la volontaria astensione del candidato dalla manifestazione  .  Questo era il comportamento che ci si aspettava che il candidato tenesse.  Quando un cattolico si presenta in politica , per evitare di imbarazzare,di influenzare , di sfruttare e di usare strumentalmente quel mondo deve sentire in coscienza  di rassegnare subito le dimissione da ogni incarico diocesano e non dopo , a giochi fatti ,quando come è d’uso , convocati dal provicario di turno si lasciano le commissioni varie e gli incarichi vari , facendo passare questo come un nobile gesto , signorile  . L’atto di nobiltà, il bel gesto  signorile lo si fa prima ; ma abbiamo ormai capito che per vertici diocesani vale la sentenza del proverbio : “ Signori si nasce , non si diventa “.

Il gioco dei vertici poi è pura ipocrisia , inganno e scarsa considerazione del santo popolo di Dio, si impongono le dimissione agli eletti , formale atto di presa di distanza, pura immagine da spendere all’esterno mentre di fatto, sotto banco, si tessono rapporti sempre più stretti per tutelare gli interessi di parte .

Circa Fabrizio Soncina , per chiarezza e trasparenza vorrei precisare e sopratutto dare la giusta collocazione di chi ha firmato quella lettera …… diciamo che non è proprio il semplice barelliere dell’Oftal , uno sconosciuto volontario cattolico ….. possiamo dire , anzi si ha il dovere di dire, di informare per cronaca,  che Fabrizio Soncina ragioniere commercialista, ricopre e ha ricoperto incarichi di un certo spessore in diocesi ; se mi è consentito un desueto , ma chiarificatore termine politico  ,uomo di “ apparato “, “uomo delle istituzioni” .  Non voglio elencare gli incarichi di Fabrizio Soncina , chiedo solo, a lui ,  che ne faccia memoria elencandoseli .

In conclusione la lettera a me indirizzata a firma del vertice e della “base” dell’ Associazione era scritta per dare al mondo laico e cattolico,  l’idea di un generale consenso all’interno dell’Oftal , di un diffuso dissenso alle mie affermazioni , ma non è stato così  e lo ripeto per dovere di cronaca, non è stato così . Quindi, forse ,  è arrivato il momento anche all’interno dell’Oftal di aprire un dibattito sull’uso strumentale dell’Associazione .

 

donandreagiordano