APPUNTAMEMTO? UDIENZA? NO, RAPPORTO SPONSALE E FILIALE
“Fratelli, quando venne la pienezza del tempo…” Il tempo dunque è pieno, saturo, non c’è più posto per nulla, quello spazio è stato occupato dalla Presenza , dalla Presenza di Dio. “ Dio mandò il suo Figlio”. Il tempo dunque è stato reso pieno, cioè perfetto; la pienezza è sinonimo di perfezione. La perfezione di Dio è il Figlio, in lui, il mandato, si compiace: “in lui mi sono compiaciuto” e ancora “ascoltatelo”. Se il tempo è reso perfetto, non c’è più tempo, non esiste più tempo, cioè viviamo da 2000 anni senza più tempo, il tempo ha lasciato ciò che era per divenire perfetto, e si diviene perfetti solamente se si acquista l’eternità, cioè la non finitudine, la definitività. Il tempo è dunque eterno, il sole non tramonta più, non si conta più il tempo, perché non esiste più. Se non esiste più il tempo, se il tempo è eternità, se il tempo non è più finito, non si consuma più, non più la fine, non c’è più la morte, è vinta ormai la morte: “Dov’è o morte il tuo pungiglione?” La pienezza del tempo è dunque l’eternità, dunque la vittoria sulla morte, cioè vita, la Vita in senso assoluto cioè l’incarnazione del Verbo di Dio, di Dio. Dio riempie il tempo, cioè lo feconda, da esso trae la vita, permettendo che in esso, (nel tempo), nel corso del tempo, della storia la natura umana divenga divina, cioè assuma una nuova vita, la nuova identità. La natura umana, l’uomo, l’umanità non ha più bisogno del tempo o di tempo e non è più nel tempo o per il tempo, ma è fuori del tempo, si è nel mondo ma non del mondo, perché si è fuori del mondo e dal mondo. Pur rimanendo in questa realtà, apparteniamo ad un’altra realtà e tra di esse non sono parallele ma complementari. Una realtà completa l’altra non la esclude e continuamente, eternamente “si completano vicendevolmente” . La mia identità è per sempre e il mio corpo reso glorioso, sarà per sempre, sarò riconosciuto e riconoscerò: è la pienezza del tempo. Il Cristo viene nella nostra carne:” nato da donna”, nella nostra realtà appartenendo all’altra, lascia il suo corpo mortale e lo riprende glorioso: è la sua storia, ma è anche la nostra storia, è la pienezza del tempo. “Per riscattare quelli che erano sotto la legge”. Fratelli non abbiamo più legge, con la l minuscola, sono dunque un fuori legge come i primi cristiani, perseguitati perché fuori legge, come il Cristo fuori legge, giudicato e condannato perché fuori legge. La nostra è la Legge con la L maiuscola, quella non scritta su carta, soggetta dunque al fallimento, all’inosservanza, alla corruzione, siamo riscattati, cioè liberati, pagati a caro prezzo, perché si possa sottostare alla legge che viene dal di dentro, dalla nostra coscienza, dove l’intimità incontra il creatore e genera da quell’incontro, da quel rapporto scaturisce la nuova vita, e oltre ad essere creatura, divengo figlio, da umano divengo divino, ricevo la grazia e gratuitamente cioè solo per un gesto di amore, al quale mi è richiesto, per la forza di quella Legge, che è inscritta in me, di rispondere con un gesto, un mio atto di amore: la fede. Non cala più su di me la notte, il gelo, la tenebra, ma la luce, il sole, sono figlio della luce; entra in me quel fuoco che alimenta quella Legge che è in me inscritta ed è il fuoco sinonimo di vita, di attività, di dinamicità, di purezza. Essere figli significa poi potere incontrare il Padre quando si vuole, senza seguire un protocollo. Si deve chiedere appuntamento al parroco , udienza al vescovo ed al Papa, mentre si incontra senza limiti di tempo il Padre. Non c’è più tempo nel rapporto con il Padre, dunque c’è pienezza del tempo. Parroco, vescovo, Papa sono del tempo e nel tempo, gerarchia, Dio il Padre è a mia completa disposizione sempre e per sempre. Un’udienza dura a seconda del rango che si incontra, da pochi minuti a più minuti, a volte alla sola apparizione. L’incontro con Dio è per l’eternità. Eppure preferiamo l’udienza all’incontro, al rapporto. Sì, perché l’udienza non è rapporto perché legata all’occasionalità, ad un effimero piacere, mentre il rapporto è continuo, eterno, con ciò che consegue alla continuità, di piacevole o spiacevole, pensiamo al rapporto sponsale. L’uomo per vocazione, tende o sceglie sempre di giocare al ribasso, quando è governato da Dio sceglie di essere governato dai re, ha come mediatore il Cristo, ma sceglie come mediatori i santi, ha la vita eterna sceglie e predilige la vita terrena, o-o non e-e, non sceglie la complementarietà, la comunione. Solo guardando Maria, che nel suo grembo umano ha portato , ha fatto spazio, lo ha riempito del divino, l’uomo può comprendere e far esperienza di questo grande mistero: come? Attesa, osservazione, riflessione, stupore, non comprensione, silenzio, turbamento: “Maria da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore”
Omelia per la solennità di Maria Madre di Dio