... arroganza ... ricchezza ...
13.10.2018 22:09
Cosa colpisce , cosa ci colpisce di più , fratelli cristiani , che il giovane ricco , sia possessore di beni , come annota Marco nel brano di Vangelo di questa XXVIII domenica del Tempo Ordinario : “ … possedeva infatti molti beni … “ o che il giovane sia colui che non sa ascoltare ?
Sicuramente , ciò da cui siamo colpiti è che il giovane era ricco : “ … possedeva infatti molti beni … “ . Questa significato ci permette di poco speculare e di attingere da ciò che da sempre si dice su questo brano di Vangelo … la ricchezza . Eppure l’evangelista non si sofferma sulla condizione economica o sociale del giovane , ma riporta un colloquio , il dialogo tra quel giovane e Gesù . E’ sicuramente , il giovane , un uomo che conosce , che è colto , istruito , che sa giudicare , infatti si rivolge a Gesù definendolo buono e riconoscendo , dunque qualificando Gesù , come maestro , cioè come colui che sa , che conosce , che è sapiente che possiede scienza ….. per lui un suo pari . Ma non solo , proprio perché è capace di riconoscere in Gesù il maestro , il sapiente , lo interroga sulle realtà ultime , una domanda sicuramente particolare , potremmo dire non comune , colta : “ …. che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna ? … “ .
Gesù stesso attesta che quel giovane conosce : “ … Tu conosci i comandamenti … “ dice Gesù al giovane , e li elenca , e il giovane replica . Perché la replica ? Perché ? Vedete fratelli cristiani al giovane è mancato lo slancio , l’umiltà , quello slancio in cui i dodici si sono profusi o meglio ancora si sono votati rispondendo con il corpo , cioè con tutto se stessi ( perché l’uomo , la persona è l’insieme , secondo Paolo dunque secondo ogni credente , quindi secondo noi , fratelli cristiani ,di corpo , anima e spirito ) .
La risposta del discepolo , l’unica risposta spendibile del discepolo è quella di seguire Gesù , Dio , vita , eternità , senza replicare , ma fidandosi ,affidandosi , consegnandosi alla sua divina provvidenza . In un altro brano di Vangelo ( Mt.8,22 ) Gesù a chi dimostra incertezza , esitazione , insicurezza , tentennamento a porsi alla sua sequela risponde : “ … lascia che i morti seppelliscano i loro morti … “ .
Il giovane che Marco presenta , ritiene che solo le sue conoscenze , e la sua presunta scienza sia l’unica moneta spendibile nella e per la vita spirituale . Ma ciò che conta nella vita spirituale è implorare la sapienza , come recita la prima lettura poc’anzi ascoltata , tratta dall’omonimo libro: “ … implorai e venne in me lo spirito di sapienza …. “ . La sapienza , quella sapienza che per Teofilo di Antiochia e altri teologi cristiani è lo Spirito Santo stesso , e non mi fermo qui , perché per definizione la sapienza di Dio è Gesù stesso . La sapienza dunque va implorata non discussa , ne tanto meno mercanteggiata .Etimologicamente il verbo implorare deriva da lamento , lamentarsi , piangere dirottamente , con grandi lacrime , chiedere , supplicare , pregare e pregare per ottenere ….. quel chiedere per ottenere che Gesù indica , raccomanda a tutti coloro che si definiscono suoi discepoli , ecco perché è annotato da Luca nel suo Vangelo : ( 11,9 - 10 ) “ … Ebbene io vi dico : chiedete e vi sarà dato , cercate e troverete , bussate e vi sarà aperto . Perché chi chiede ottiene , chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto … “ . Il giovane dunque non sa chiedere , e se non sa chiedere non sa neppure ascoltare , non ha ascoltato Gesù ma se stesso replicando . L’apostolo Giacomo in una sua lettera scrive : “ …. chiedete e non ottenete perché chiedete male , per spendere per i vostri piaceri. Gente infedele ! Non sapete che amare il mondo è odiare Dio ? … “ . Il giovane in Gesù cerca il riconoscimento al suo progetto personale , alla sua volontà ( il mondo , il mondano ) non certo alla volontà di Dio , quella volontà che è contenuta nella preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato , il Padre nostro , e che noi almeno giornalmente ( è sperabile ) dovremmo recitare : “ … sia fatta la tua volontà …. “ dunque non la mia oppure la tua volontà è la mia volontà Signore . Il giovane si sente ormai arrivato , saggio , sapiente , ciò che conta è la sua personale esperienza, il suo essersi fatto da solo ( quante volte sentiamo ripetere questa bestialità ) e a proposito di ciò Marco di lui annota l’esagerata considerazione , oserei dire l’arroganza che il giovane lascia intendere di se stesso : “ … tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza …. “ .
Non ascolta il giovane , non sa ascoltare le parole di Gesù , non sa ascoltare la Parola , la Sapienza e benchè sia al suo cospetto non è capace di riconoscerla , arroccato sulla sua umana esperienza e sulla sua umana saggezza entrambe effimere, non è capace di riconosce l’eterna Tradizione . Tempo dopo , Paolo della Parola , di quella Parola , della Sapienza , della Tradizione che lo disarcionò e lo rese temporaneamente cieco , scrisse nella sua lettera agli Ebrei , oggi proclamata : “ …. La parola di Dio è viva , efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio ; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito , fino alle giunture e alle midolla e discerne i sentimenti e i pensieri di cuore …. “ . Il giovane come scrive Paolo agli Ebrei ha cercato invano di nascondersi , di nascondere la sua vera essenza alla Sapienza ma come l’Apostolo scrive agli Ebrei : “ ….. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio , ma tutto è nudo e scoperto …. “ ecco perché Gesù dice al giovane , alla sua arroganza : “ … Una cosa sola ti manca ….. Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato …. “ riporta Marco . Il giovane non volle rinunciare a ciò che lui pensava di se stesso , alla sua arroganza , ma non solo , era talmente convinto e sicuro di se stesso , del suo ruolo che non si accorse neppure che Gesù lo amò , sì così scrive Marco : “ … Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui , lo amò e gli disse ….. “ . Gesù con quello sguardo si unì a lui , entrò in lui , lo penetrò e con lui divenne una cosa unica , unità , vita , eternità ma Marco ci racconta che prevalse l’atteggiamento del giovane , dell’uomo , prevalse la sua arroganza …. prevalse la ricchezza .
La conclusione e un monito ? Si leggono nell’antifona del Vangelo : “ Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli … “ .