AUCTORITAS
ERRATA CORRIGE
Leggo con piacere che il candidato democratico alla casa Bianca Bernard Sanders detto Bernie , di cui ho già scritto e di cui mi dichiaro apertamente suo ” supporter “, è stato invitato dalla Pontificia Accademia delle Scienze sociali ( e non dal Santo Padre , come ha precisato Padre Federico Lombardi direttore della Sala stampa vaticana ) a partecipare ad un convegno commemorativo dell’enciclica “ Centesimus annus “ al quale sono state invitate anche altre personalità del mondo politico , sociale ed economico internazionale . E’ chiaro che l’invito al senatore americano dello Sato del Vermont non è certo sconosciuto al Santo Padre, come è chiaro che ne è riconosciuta una certa “ auctoritas “ tra gli esponenti di spicco del fronte progressista internazionale che non è riconosciuta agli altri candidati suoi concorrenti ( e tra le persone di buona volontà chi ha orecchie per intendere intenda ) . Ancor più sono contento nell’apprendere che un candidato alla Casa Bianca , coglie quanto il Santo Padre ritiene come impellente esigenza , ovvero , superare la “ globalizzazione dell’indifferenza “ vera e propria piaga sociale a tutti i livelli che dà origine , genera l’ineguaglianza economica , la corruzione finanziaria e la distruzione dell’ambiente naturale quindi del tessuto sociale . E’ responsabilità di chi rappresenta la società civile mondiale , come di chi rappresenta la Chiesa , denunciare e combattere il fenomeno dell’indifferenza e ancor più delle sua globalizzazione . La denuncia della cultura dello scarto , dell’indifferenza trova la sua origine, ha la sua genesi nella Parola , la Parola di Dio , ecco perché a farsi carico di denunciarla è chi regge quella comunità globale che è la comunità cristiana . La Chiesa dunque attraverso lo studio , la sintesi , la lettura , l’ascolto delle Parola si educa alla cultura del dialogo , dialogo a tutti i costi , dialogo a 360 gradi , dialogo che è rapporto , scambio umano e culturale ( cioè che implica l’umano ) perché per la Chiesa ( che è formata non solo dalla gerarchia ma soprattutto dalla diversità ) l’educazione al dialogo , alla diversità è sintetizzata e messa in pratica dalla e nella più piccola comunità …. prima cellula della società : la famiglia . E’ più unica che rara la famiglia, che tra i suoi membri pratichi la cultura dello scarto e dell’indifferenza . Sicuramente più facile che educhi i suoi membri ad un comportamento di chiusura verso gli altri , dunque verso l’Altro ; sono ben noti , alla portata di tutti gli effetti di questo tipo di educazione : le diseguaglianze sociali , dunque la povertà , la guerra . La famiglia vive dunque una contraddizione , che la dilania , la spacca ….. chiamata ad uscire dal suo isolamento naturale , dal suo desiderio di autoconservazione , di autocompiacimento , spesso dalla sua poca determinazione è poi costretta, in forza di queste resistenze, a restare al palo , a non partire, a non uscire ….. per paura di chissà quali altri impedimenti , anche se legittimi . Dunque , mentre per la forza centripeta è spinta all’esterno alla scoperta della diversità, corre poi il rischio di sostare perennemente nel suo centro attratta dalla forza centrifuga, prigioniera dell’omologazione e dell’egoismo . E’ la Chiesa a proporre il modello e a farne esperienza della nuova famiglia, per l’occasione allargata , cioè che comprende altri membri con i quali convivere per dare origine ad una esperienza in cui le diversità equilibrano “ l’omogeneità “ famigliare ; sono queste le comunità il cui modello è descritto nel libro degli Atti degli Apostoli ( cfr. 2,42-48 ). Quella comunità descritta da cristiani e riconosciuta da pagani , che è assidua nella preghiera , nella frazione del pane , i cui membri distribuiscono i loro beni (proprietà privata) secondo le necessità di ognuno e prendono cibo insieme con gioia e semplicità di cuore è l’origine della globalizzazione dell’interesse per tutto e per tutti ( di cui la Chiesa fa esperienza ormai da 2000 anni attraverso le famiglie religiose ) e che don Lorenzo Milani anni orsono sintetizzò riproponendo il motto “ I care “ che fu coniato dagli studenti americani degli anni ’60 contro il disimpegno , l’evasione , l’egoismo la globalizzazione dell’indifferenza appunto . Il motto , quel motto letteralmente si traduce in “ mi sta a cuore , mi interessa , mi sento responsabile di tutto .. “ … e Berni Sanders come il Santo Padre questo motto lo conoscono bene perchè persone munite di auctoritas che propongono quel motto perché lo vivono e perchè l’ hanno vissuto .