... auctoritas ...

26.01.2018 23:08 Sono rimasto colpito , molto colpito … e usando un rafforzativo , direi folgorato ,come Paolo sulla via di Damasco … dalle primissime parole del Vangelo che la liturgia della Parola ha proposto oggi , in questa IV domenica del Tempo Ordinario . Queste sono le parole le primissime parole ( la Parola ) che si sono diffuse , propagate tra di noi , in questa assemblea : “ …. Gesù entrato …. nella sinagoga … insegnava … “ . Questo è stato proclamato e solennemente proclamato . La solenne proclamazione, propone , invita ad addentraci nelle parole ascoltate, a penetrare le parole ascoltate a lasciarci trasportare da quelle parole e con esse viaggiare , e perché no …. anche sognare . Per insegnare dunque , secondo la dinamica evangelica , bisogna entrare …. L’insegnamento è quindi doppiamente un’azione . Da una parte è atto perché trasmette , volto e capace a trasmettere, perpetuare , far sapere , comunicare …. ma non si limita solamente a questo , l’insegnamento ( ecco la seconda parte dell’azione ) si muove , entra è dinamico …. e prendendo a prestito un termine dell’amore sponsale ( amore sacro per Dio e benedetto da Dio ) … penetra … cioè va in profondità …. in quella profondità dove si genera … dove appunto si trasmette : ma cosa si trasmette ? Vita , la vita . L’atto sponsale , l’atto d’amore ,l’atto tra l’amante e l’amato , come l’atto dell’insegnare è dunque un atto , azione , è reale , realtà che si consuma , è l’atto generativo , generante che completa e consegue . Chi insegna trasmette …. chi insegna trasmette vita , nuova vita , perché in sé genera …. e non si genera dunque a pagamento ma per un atto d’amore , che nella sua manifestazione massima è l’atto oblativo …. dare senza nulla pretendere : donare …. donarsi … saper essere capace a non ricevere , a non avere o pretendere il contraccambio . Nella mia breve esperienza di studente , di discepolo , dei maestri che ho incontrato nella mia formazione umana ne ricordo solamente due , solo due …. solo due sono stati capaci di generare in me , hanno saputo entrare in me , mi hanno penetrato …. sono giunti nel profondo . Gli altri sono apparsi , una comparsa a pedaggio , a pagamento , sono passati , sono stati utili per completare solamente per la mia formazione professionale ( e in questo elenco includo anche chi ha contribuito alla mia formazione sacerdotale ) . Solo quei due insegnati , ringrazio , solo a loro sono grato , grato a chi con un atto d’amore mi ha fatto sentire discepolo e non studente o apprendista , a chi mi ha trasmesso ideali … non nozioni . Entrare dunque è un atto di responsabilità , è prendere posizione , abitare il luogo , presidiarlo , difenderlo . L’entrare è finalizzato all’incontro , a costruire un rapporto , e l’incontrare e l’insegnare avviene per mezzo della parola ….. e la Parola , la Parola di Dio , crea cioè fa essere dal nulla , ed essere significa esistere , vivere , con la logica sequenza di crescere e maturare . La Parola di Dio non solo genera la vita , ma la crea cioè la fa essere e la fa essere dal nulla …. suscita ….. sono i primi passi della Sacra Scrittura , della Bibbia ,parole che si leggono nel libro della Genesi ( 1, 3 ) : “ … Dio disse : - Sia la luce ! - “ e poi “ … e la luce fu … “ .E’ l’azione , l’atto , atto creativo , generativo , atto sponsale . Gesù è presentato da Giovanni nel suo Prologo come Parola “ …. in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio …. tutto è stato è fatto per mezzo di lui …. “ ( Gv.1,1-3 ) e non solo Gesù è parola , ma Parola che si fa carne “ … e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi … “ (Gv. 1,14 ). Quando Gesù entra nella sinagoga di Cafarnao genera e crea , perché Parola …. sconvolge mette sottosopra fa convergere cioè converte e ciò è testimoniato da chi era lì presente , infatti l’evangelista annota “ … tutti furono presi da timore …. “ e ancora “ … la sua fama si diffuse subito ovunque …. “ . Quell’ingresso , quell’entrare genera e crea , fa uscire diversi , cambiati , toccati nel profondo , convertiti dalla sua autorità. Lo scrive e lo descrive molto bene Marco usando la pregnante parola “ autorità ” … già autorità che in latino suona così : “ auctoritas “ che ha la stessa radice del verbo latino “ augeo “ da cui Augustus ( appellativo che spettava agli imperatori romani ) … “ augeo “ che tradotto significa , aumentare, accrescere . Gesù dunque entra ,scrive l’evangelista , entra nella sinagoga, penetra la sinagoga , la fa sua , per far crescere , accrescere , per far aumentare , per elevare con la Parola , la sua Parola …. chi è lì presente , chi è lì accorso . Noi fratelli cristiani ben sappiamo che Gesù è Parola , Parola che eleva cioè che conferisce identità e ad essa dignità . Quell’ingresso mi identifica , mi conferisce identità , fa di me una persona , mi crea ….. dal nulla che sono , mi fa essere , conferisce la mia identità , dice … dice a me chi sono … e ciò per amore della conoscenza e dell’insegnamento perché conoscere significa apprendere e non può esserci apprendimento senza insegnamento . Ma attenzione , fratelli cristiani , per apprendere , per conoscere devo attendere il maestro , attendere il suo arrivo , il suo arrivo nella mia vita , devo incontrarlo . Il maestro deve entrare nella mia vita per poter insegnare , cioè deve parlare , proporsi , svelarsi , farsi conoscere , affinché quell’autorità che possiede mi dia identità e una identità eterna , perché è l’eternità che mi caratterizza . Secondo il Vangelo , poc’anzi proclamato la risposta all’ingresso e all’insegnamento del maestro è il timore “ … tutti furono presi da timore … “ che , in questo caso , non è la paura , ma il rispetto profondo verso l’autorità , verso chi possiede e dimostra autorità , cioè riconoscere colui chi mi fa essere , mi fa esistere , chi mi ha creato dal nulla al solo scopo di conferire a me , ad ognuno di noi fratelli cristiani , la mia identità , la nostra identità ,una identità che eleva . L’entrare di Dio nella mia vita per incontrarmi , per conoscermi , per insegnarmi a conoscere e a conoscermi , per trasmettermi la sua sapienza nel rispetto delle mie capacità è un atto di amore gratuito .Non ci sono da parte di Dio attese a questo suo atto d’amore , o secondi fini , il solo fine è valorizzarmi , dare valore a me , sua creatura , perché io da solo non ne sarei capace .