BUON VIAGGIO!

17.01.2015 10:37

Ho ricevuto l’avviso di confermare al più presto la partecipazione al pellegrinaggio che si terrà in Polonia, a  Czestochowa. Non sto a ricordare che il viaggio è in parte sponsorizzato dall’Associazione don Ferraris, che ha come scopo la formazione del clero, né speculo sul programma, né sulla scelta del momento di crisi economica che vive il Santo Popolo di Dio, non certo il clero, ma voglio soffermarmi sul perché bisogna recarsi in Polonia a visitare un’immagine mariana. Se è turismo lo capisco, ma un pellegrinaggio… Il pellegrino è colui che dovrebbe mettersi in cammino, compiere quel tragitto, il tragitto verso il luogo, in determinate condizioni, accettando la fatica, le scomodità, per conquistare, alla conquista, o alla ricerca dell’incontro, della pace. Se pensiamo al turismo che si è sviluppato per i pellegrinaggi, dunque ad una speculazione vera e propria, viene da consigliare per i pellegrinaggi mete sconosciute, da cercare, non da comprare nei pacchetti pre - confezionati. E poi perché andare pellegrini? Perché non valorizzare i luoghi di pellegrinaggio alla portata, cioè quelli nel luogo in cui viviamo? E poi perché non partire nel pellegrinaggio interiore alla ricerca di ciò che sta dentro di me, di noi, che sappiamo bene, da cristiani, essere Dio stesso e dove c’è Dio c’è la Chiesa terrena e celeste, la Comunione dei santi. Siamo noi, noi stessi terra di pellegrinaggio. Quel viaggio che noi esteriorizziamo, lo possiamo, anzi sarebbe meglio dire che dovremmo avere la forza e il coraggio di affrontarlo interiormente, dovremmo interiorizzarlo. Il Mistero è prima di tutto in noi stessi, è lì nel nostro profondo che lo dobbiamo incontrare. Teresina è patrona delle missioni senza essersi spostata dal suo Carmelo, universo di quattro mura. La vita claustrale, eremitica di uomini e donne, che viaggiano continuamente trasportati dalla preghiera, l’Opus Dei, l’Opera di Dio, sono ovunque e dovunque, eternamente eterni. Se scegliamo Czestochowa piuttosto che Gerusalemme scegliamo il limite, se scegliamo la preghiera, la discesa in noi stessi siamo ovunque, onnipresenti, in comunione, senza limiti né confini, padroni dello spazio e del tempo. Mi ha fatto piacere apprendere che il Santo Padre, da prete si è recato una volta sola in terra santa nel 1967 e non l’ha potuta nemmeno visitare per via della guerra. Della terra santa ha il ricordo di una stanza e di una hall di albergo e non vi è più ritornato né da vescovo né da cardinale, ma da pontefice, seguendo cioè il suo dovere di pastore. Questo per dire che non è un dovere la visita dei luoghi santi ma solo un piacere. Certo che a Czestochowa ci sarò, in comunione di preghiera che è ben più che parteciparvi di persona. Buon viaggio!