CAMBIAMENTO, COINVOLGIMENTO, RIBALTAMENTO, ROVESCIAMENTO.... RIVOLUZIONE

13.02.2015 09:28

La riforma delle curia è ciò a cui aspira e per cui lavora il santo padre, ma la riforma della curia non è un fatto romano, circoscritto alla sola curia romana, se si ha intenzione di riformare quella, la madre di tutte le curie, anche le altre devono sentire forte il dovere di riformarsi a seguito di un lavoro di esperti in materia e di suggerimenti per giungere alla meta come ha affermato ieri il santo padre nel saluto al Concistoro, cioè formare maggiore armonia nel lavoro dei vari uffici per realizzare una e più efficace collaborazione, l’assoluta trasparenza che edifica la collegialità. Le parole del santo padre, devono risuonare forti nel silenzio tombale e nel vuoto istituzionale e pastorale del palazzo vescovile della nostra diocesi: “la riforma non è fine a se stessa, ma un mezzo per dare una forte testimonianza cristiana; per favorire una più efficace evangelizzazione per promuovere un più profondo spirito ecumenico; per incoraggiare un dialogo più costruttivo con tutti”. Senza di essa, la riforma, dunque non c’è novità e noi sappiamo che la novità è Gesù Cristo, è la sua Parola, il suo Vangelo, appunto la buona notizia, la buona novella, la novità. La novità ci porta a dire che la riforma è una costante nella vita dell’uomo; ogni giorno e per tutti i giorni della nostra esistenza dobbiamo sentire forte il desiderio di riformarci: cioè vivere. La riforma se a Roma è fatta  per “ coadiuvare il successore di Pietro” come afferma il santo padre, in diocesi dovrebbe essere fatta per coadiuvare il vescovo nel suo ufficio pastorale, per rafforzare: “ l’unità di fede e di amore del popolo di Dio” e “ promuovere la missione propria della Chiesa”. Il santo padre conclude affermando:” certamente raggiungere una tale meta non è facile: richiede tempo, determinazione e soprattutto la collaborazione di tutti”. Lo spirito di collaborazione con cui ci si dispone alla riforma e la riforma stessa, concorrono, conclude il papa alla salus animarum, la salvezza delle anime. Che dire, se non sveglia, cambiamento e coinvolgimento, ribaltamento e rovesciamento, rivoluzione. Davvero il santo padre c’invita alla versatilità (proprio perché per grazia di Dio sud americano), l’invito alla riforma è l’invito a uscire, a compiere e vivere la missione affidataci, che non è eccellenza reverendissima, il conformismo che lei propone e impone, sotto l’alibi, la giustificazione di una non cieca ma bieca obbedienza. L’Argentina, come parecchi stati del sud America hanno vissuto e vivono ancora oggi rivoluzioni cruente, armate, alternanza in campo politico tra regimi democratici e dittature, colpi di stato, crisi economiche che hanno portato al fallimento di stati, guerriglia, estrema povertà e esagerato divario tra le classi sociali. Tutto ciò auspica nell’uomo, ancor più nel cristiano il desiderio di riforma, di cambiamento secondo ragione,  e sentimento. Questo papa sud americano e gesuita ci parla di riforma, propone la riforma e auspica la riforma, il rilancio, il cambiamento; ottuso è colui o coloro che fanno finta di niente e che ritengono che le parole del santo padre siano riferite e circoscritte al solo suo ambito. Ottusi, l’ambito del santo padre è l’universalità perché a capo della Chiesa universale. Ma noi qui nell’anonima provincia aspettiamo che un pensatore ci venga a parlare del nuovo umanesimo, intellettualismo, particolarismo, perbenismo… Diabolici.