CAPOLAVORO!!!

02.08.2015 08:49

Fratelli cristiani Giovanni , e attraverso di lui , Dio stesso , ci svela che cos’è l’opera di Dio . E’ Gesù direttamente ad  insegnarlo a noi e  per noi   : “  Questa è l’opera di Dio : che crediate in colui che egli ha mandato “.

L’opera di Dio è dunque una sola : credere , il credere . Questa affermazione è preceduta da una richiesta da parte della folla che cerca il Cristo , che ha fame del Cristo , che brama il Cristo , lo vuole , lo insegue ,perché l’ha visto e l’ha ascoltato e di Lui si è nutrita , e si rende conto che non ne può più fare a meno , che non può non credere . La folla dunque chiede a Gesù : “  Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio ? “ Le opere , l’opera . L’uomo ha tendenza a mettere “ tanta carne sul fuoco “ , Dio a semplificare le cose : una sola opera e non più , opere …… credere , dunque non più le opere ma l’opera , non più le parole ma la Parola , non più le  verità , ma la Verità , non più le libertà ma la Libertà,  è la nuova visione , la novità l’Evangelo , opera e perfezione : unità . Per l’uomo le opere sono il tangibile , ciò che tocco ,vedo , sento , per Dio le opere, il tangibile , il palpabile, l’udibile ,il visibile è il credere ,l’affidarsi , lo sperare , il fidarsi ,l’amare : la fede …… che ha il suo fondamento nelle cose che si sperano , e ha come prova le cose che non si vedono,  così Paolo, l’Apostolo delle genti,  definisce la fede . La fede è il credere , riporre la nostra fiducia , affidare la nostra vita , porla nelle mani di un altro ,dell’Altro ,dell’Unico , mani che reputiamo sicure , mani che abbiamo sperato e pregato . La fede , il credere è il lasciarsi guidare , ma non da mani di uomo , ma da quelle di Dio , attraverso i sacramenti  e l’incontro diretto , il dialogo continuo ed intimo  nell’ascolto e nella lettura della Parola che è Presenza concreta e preghiera . Presenza e preghiera  ossia l’opera di Dio individuata da Benedetto da Norcia abate ( l’Opus Dei ) . Quel credere , l’opera di Dio , è entrare in una nuova dimensione , un’altra dimensione , entrare nell’oltre per incontrare l’altro da me , colui che mi è più prossimo , cioè il più vicino , colui che è con me tutti i giorni della mia vita . Il mio prossimo prima di ogni altro essere è il Signore , che è l’essere nella sua pienezza ,cioè ciò che mi fa essere , esistere ,che mi ha promesso , quindi è garanzia , della sua continua e costante presenza  che incontro nella liturgia e nei fratelli perché il Signore è presente anche in essi non solo in essi . Il credere è il capolavoro di Dio è la sua massima realizzazione , proporsi ad un essere libero e attrarlo a sé , elevarlo al suo cospetto ,alla sua Presenza , renderlo figlio cioè Dio , come lui è Dio , conferirgli una eterna dignità . Siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio dunque ne portiamo la sua impronta ed in esso ci riconosciamo ,in noi stessi lo riconosciamo e negli altri lo riconosciamo .

Ma non solo , perché siamo oltre i nostri limiti , perché siamo divini dunque liberi  di riconoscere , cioè di credere alla presenza e di scegliere la Presenza in noi e negli altri e nei sacramenti ,del Signore , ne riconosciamo altresì la presenza nella creazione indotta e dedotta , in ciò che l’uomo ha ricevuto da Dio  ed in ciò che l’uomo trae dalla creazione stessa  : quel“ creare “ dell’uomo che lo rende simile , per analogia , al Creatore  . Quando quel fare , quel “ creare “ è guidato da Dio con l’ausilio del  bene e del bello , bene  e bello divengono amore ,dunque felicità ,quindi realizzazione di sè . Il credere dunque è la realizzazione di se stessi . L’opera di Dio diviene dunque la realizzazione , per sua grazia , dell’uomo e se del singolo uomo dell’umanità intera , perché ciò che Dio dona ad un singolo è per il bene di tutti affinchè : gratuitamente avete ricevuto , gratuitamente date “  . L’uomo dunque si realizza, per mezzo di Dio ,primariamente per mezzo di Dio , ma nello stesso momento ,perché figlio di Dio cioè Dio , per mezzo della libertà , attraverso la sua personale scelta , che scaturisce da un rapporto profondo ,intimo ,maturato attraverso la fiducia , il credere , la fede . Dialogo formativo attraverso la preghiera che è domanda e risposta . L’uomo dunque prima di compiere un gesto , l’atto ,deve riporre in questo fede , deve in questo credere ,sceglierlo , volerlo , liberamente : ecco che nel gesto ,nell’atto , nella concretezza dunque nella libertà ha origine la fede . La fede diviene vita non sua parte , ma vita stessa , alla quale non posso rinunciare , perché non posso non respirare , né rinunciare a nutrirmi . La fede mi nutre , interiormente, e se interiormente , anche esteriormente , perché l’uomo è unità, non può esserci diversità tra il nostro essere ed il nostro agire , se così fosse cadremmo nel principio di non contraddizione ,quando una cosa non la si può contemporaneamente, negare ed affermare . Riporre fiducia , credere liberamente, dà alla mia vita uno scopo , dunque un futuro , la voglia di costruire per ……   La fede , il credere è poi stimolo e via alla fantasia , all’immaginazione che Cristo auspica per il mondo e individua nel bambino . Il bambino è colui che dipende , ma che è libero nei giudizi , immediato e che usa la fantasia e l’immaginazione . Rousseau ha teorizzato di preservare l’innocenza dei bambini non introducendoli nella società del suo tempo , che è poi la società del nostro tempo e la società di sempre e per sempre se l’uomo, il cristiano , non decide di convertirsi , cioè di conoscere e riconoscere il suo modo si essere , la sua vera identità , che è  l’essere non l’apparire .   

Il bambino sa di essere ciò che è , riceverà poi una educazione che lo spinge ad essere ciò che dovrà essere o che si vorrà che sia , ma finchè non perderà quella verginità , finchè non gliela strapperemo godremo di ciò che avremmo potuto essere , e di ciò che possiamo ancora a diventare , perché quell’invito al cambiamento , alla conversione, viene direttamente dalla Parola è scritto lì ,lì è riportato , a vantaggio della nostra educazione . Solo la fantasia , l’immaginazione e la semplicità di un bambino e con esse la fede matura di un cristiano possono credere ciò che Giovanni scrive nel riportare una esclamazione piuttosto pregnante e impegnativa di Gesù: “ Io sono il pane della vita ; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete mai !”