C’E’ CHI OGNI GIORNO COMPIE LA SUA MISSIONE
Scrivo al mio vescovo Gabriele e alla sua sorella Franca all’indomani della morte del loro fratello. La morte è compagna, giovanissimo ho assistito personalmente e direttamente alla morte di due alpinisti e di un bimbo di undici anni ai bordi di una piscina. Ho assistito alla morte di mia nipote stroncata da un infarto all’età di tre mesi, ho vissuto l’agonia e la morte di mia moglie di trentasette anni e con sorpresa e stupore ho appreso della morte improvvisa di mio fratello di quarantanove anni, stroncato da un “non si sa cosa” nel sonno. Mi conforta quanto leggo in un quaderno dal titolo “L’atleta spirituale. La preparazione personale alla morte”, pubblicato dall’associazione “Ricostruire” nell’anno 2013 e di seguito ne riporto uno stralcio:” nella lingua latina la parola defunto non ha nessuna accezione negativa: è il participio passato del verbo defungor e significa – che ha compiuto la missione - . Questa esperienza l’ha compresa persino il presidente Mitterand, malato e vicino al traguardo:<< la morte può far sì che un essere diventi ciò che era chiamato a divenire; può essere nella piena accezione del termine un compimento>>. La morte potrebbe essere vissuta come il dono di chi ha compiuto la sua missione. Come afferma un noto biblista, il momento del proprio trapasso è il coronamento della propria esistenza e un dono che si fa a chi resta, per aiutarli a vivere comprendendo il valore della morte. Si muore per gli altri, per quelli che restano, testimoni della nostra esistenza nel suo momento più solenne e importante. L’ultimo gesto d’amore dell’individuo nella sua esistenza terrena è quello di regalare la propria morte, dandole un senso che gli altri possano accogliere. Non a caso le ultime parole del morente sono sempre accolte come un tesoro prezioso e conservate come tali”. Non amo le formalità, i bigliettini di condoglianze, la partecipazione ad un atto privato, intimo, ho applicato, all’eucarestia di quel giorno celebrata in solitudine nella mia stanza l’intenzione per il vostro fratello: “ che ha compiuto la sua missione”.