... Che fare? ... Che cosa dobbiamo fare ? ...

11.12.2021 14:54 “ ... In quel tempo , le folle interrogavano Giovanni dicendo : - Che cosa dobbiamo fare ? - ... “ è ciò che Luca trascrive nel Vangelo a lui attribuito che la Liturgia della Parola propone a noi oggi III domenica del Tempo di Avvento . Che cosa fare ? Che fare ? E’ la domanda che intellettuali , artisti quali Nikolaj Černyševskij nel 1863 , Lev Tolstoj nel 1886 , Lenin nel 1902 , Ignazio Silone nel 1933, Mario Merz nel 1968 sinanche l’Organizzazione Comunista Internazionalista nel secolo scorso ebbene tutti usarono questa domanda come titolo delle loro pubblicazioni o delle loro opere d’arte o delle loro rivendicazioni sindacali e sociali . Il cosa fare? Il che fare ?... dunque muove dalle coscienze , e muove le coscienze , il pensiero , la società , il mondo che ponendosi questa domanda cresce, fa esperienza, evolve ,cresce o decresce . Le folle dunque hanno sempre interrogato chi a loro detta è capace di anticipare i tempi o chi ispira fiducia , fede nel presente ,nel futuro , nel progresso . Le folle poi sono l’espressione del singolo , dei singoli ,sono la loro sintesi ,sicchè ognuno di noi è mosso , si muove , pungolato ,spinto , sotto l’azione della domanda “ Cosa fare ? Che cosa fare ? “ . La risposta a questa domanda è un’azione , sia essa visibile o non visibile : e noi cristiani dovremmo essere coscienti che il termine azione non sempre significa ciò che per i più rappresenta o ciò che i più intendono. Consultando il dizionario dell lingua italiana si apprende che l’azione è la capacità umana di modificare il reale a fini economici , politici ,etici . L’azione dunque è creduta , definita , indicata come il reale o più semplicemente come l’opera . Ma Gesù dell’opera , dunque del reale, ha una sua visione e opinione personale che l’apostolo Giovanni (6,29 ) riporta nel brano di Vangelo che segue : “ ... Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato ... “ di conseguenza il credere è l’opera , il reale e ciò è Parola del Signore . Per i cristiani , per noi cristiani che siamo il piccolo resto , che la Parola di Dio ci indica come il piccolo resto , l’opera , il reale è dunque il credere ; ma per i più , per la maggioranza di questo mondo credere , il nostro credo è quanto di più astratto esista , è dunque affermare che il credere è l’astratto non certo il concreto il reale ,la realtà come noi cristiani siamo certi , convinti . L’opera , il reale per il Signore, per il nostro credo è rappresentato da ciò che gustabile , odorabile , tangibile , visibile , da ciò permette la vita , il divenire ; il Signore lo identifica nel cibo che ( Gv.6,27 ) : “ non ... perisce ... dura per la vita eterna, e che il Figlio dell'uomo vi darà ... “ . Il cibo con cui il Signore nutre i suoi discepoli , noi suoi discepoli , ciò che Gesù intende attraverso le parole che l’apostolo Giovanni trascrisse (Gv.6,26 ) : “ ... voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati ... “ ebbene fratelli cristiani quel cibo è definito nelle esortazioni che Paolo inviò alla comunità cristiana che era in Corinto ( 1 Cor.2,9 ) : “ ... Sta scritto infatti: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,né mai entrarono in cuore di uomo,queste ha preparato Dio per coloro che lo amano ... “ un cibo, questo , insolito per l’uomo , un cibo spesso indigesto per la durezza del suo contenuto ; ciò è ben espresso nel Vangelo di Giovanni (6,60 ) :” ... Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?»... “ e la conseguenza , osservò ancora Giovanni ( 6,66 ) fu che : “ ... Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui ... “. Un cibo da divorare con avidità perché quel cibo è viatico della nostra identità : “ ... Quando le tue parole mi vennero incontro,le divorai con avidità; la tua parola fu la gioia e la letizia del mio cuore,perché io portavo il tuo nome,Signore, Dio degli eserciti .... “ si legge nel libro del profeta Geremia ( 15,16 ) . Immergendosi nella lettura della Parola , lasciandosi trasportare , condurre dalla Parola è inevitabile porsi la domanda che le folle si posero , ed è inevitabile constatare, fare esperienza che il linguaggio della Parola si riveli duro , aspro , che costi viverlo e di ciò il Signore ci mette in guardia : “... metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome ... “ ( Lc.21,12 ) e ancora “ .... Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; sarete odiati da tutti per causa del mio nome ... “ ( Lc.21,16-17 ) ; ma la contropartita è svelata dalle parole di Gesù che Matteo annota nel suo Vangelo (5,10-12 ) : “ ... Beati i perseguitati per la giustizia,perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi ... “ e noi per fede siamo certi che quanto Gesù proclama attraverso la sua Parola è vero, è verità , pronunciata solennemente una volta per sempre . Questa sicurezza questa certezza è affermata da Paolo nella seconda lettera inviata al discepolo Timoteo (2,13 ) con queste parole : “ ... se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele,perché non può rinnegare se stesso ... “ . Il che fare ? Il cosa dobbiamo fare ? dunque è una domanda alla quale risponde in vece nostra il Signore attraverso queste parole: “ ... Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà ... “ si legge nel Vangelo di Luca ( 22,42 ) ; e Maria : “ ... Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto ... “ e anche l’apostolo Pietro : “ ... Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»... “ ( Mt.16,16 ) Pietro che parlò e rispose a Gesù perché guidato da Dio lo rivelò Gesù stesso : “ ... Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli ... “ . ( Mt.16,17 ) Il che fare ? Il cosa dobbiamo fare ? dunque non dipende da noi fratrelli , è una risposta che viene dall’alto , dall’Altro se , per fede, ci abbandoniamo incondizionatamente all’azione di Dio , perché la presenza di Dio nella storia dell’uomo è provvida, è bastante , ristorante è Gesù stesso ad affermarlo ( Mt.11,29-30 ): “ ... Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero ... “ . Il che fare ? Il cosa dobbiamo fare ? dunque non è atteggiamneto di resa , bensì collaborazione con Colui a cui nulla è impossibile : “ ... nulla è impossibile a Dio ... “ sono le rassicuranti parole che l’angelo Gabriele rivolse alla Vergine Maria ( Lc.1,37 ) . La collaborazione è con Colui di cui Paolo predica (Fil. 4,13 ): “ ... Tutto posso in colui che mi dà la forza ... “ per poter dire con fede al pari di Giovanni nella sua prima lettera (1,1-4 ) : “ ... Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta ... “ . Il che fare ? Il cosa dobbiamo fare ? dunque è , per fede , la disarmante quanto mai convinta risposta alla domanda che Gesù rivolse alla Chiesa riunita di fronte a Lui (Gv.6,67 ): “ ... Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?» a cui fece eco Pietro che si assunse la responsabilità come capo della Chiesa di reagire a quella provocazione rispondendo in vece nostra una volta per tutte : “ ... Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio ... “ . (Gv.6,68-69 )