COMUNITA'

22.04.2017 17:28

Volutamente mi soffermo sulla prima lettura , tratta dal libro degli Atti degli Apostoli …. di fatto …. in concreto la storia della prima comunità cristiana e del suo muoversi , quel suo autonomo sapersi e doversi muovere dopo la morte di Gesù . Siamo al capitolo secondo , cioè all’ inizio del libro che conta un totale di 28 capitoli . La comunità è descritta …. e possiamo usare anche il termine poetico … è dipinta nella sua funzione o meglio ancora nella sua essenzialità : “ …. erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione ,nello spezzare il pane e nelle preghiere … “ ma non basta , non è bastante non è essenziale per essere comunità , ciò che completa gli atti di una comunità , di quella comunità , della comunità cristiana è la comunione dei beni : “ ….. tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune ; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti , secondo il bisogno di ciascuno …. “ . Questo allora , in quel tempo , per quel tempo significava essere cristiani , e come allora ancora oggi la comunione dei beni dovrebbe identificare i cristiani ……. ecco perché oggi tranquillamente e senza disfattismi possiamo affermare che non siamo cristiani , che siamo stati , consapevoli o no , scristianizzati , possiamo dire che i valori cristiani li abbiamo posseduti per poi perderli strada facendo e dei valori cristiani abbiamo conservato solo quelli che ci fanno comodo per poterci dire sì ,cristiani , ma di fatto non esserlo . Ogni giorno si fa esperienza di una profonda ignoranza da parte del popolo di Dio , ministri compresi , di quello che il libri degli Atti definisce l’insegnamento degli apostoli o la Tradizione ….. e poi l’Eucarestia è abbandonata dal popolo di Dio che si accosta poco e dai ministri che poco la celebrano…. e la preghiera è quanto mai disattesa e poco praticata e vissuta soprattutto dai ministri di Dio ….. la comunione dei beni è iniziata allora , in quel tempo perchè vissuta con il Cristo ma poi , subito soffocata , messa a tacere , elusa nella vita della comunità cristiana e dei suoi ministri che avrebbero dovuto e hanno ancora oggi l’onere di divulgarla e diffonderla . Chi è riuscito a conservare una parvenza di vita comunitaria cristiana sono stati gli ordini religiosi ….. quotidianamente l’Eucarestia , lo studio della Parola , la coabitazione , la condivisione dei beni . Non è dunque impossibile la vita comunitaria cristiana , non è un ideale , ci si deve educare , si deve essere educati alla divisione delle responsabilità , al decentramento , alla responsabilità dell’identità . Educare e perseverare , sono i due verbi , le due azioni pedagogiche su cui puntare , su cui disciplinarsi là dove non c’è volontà di disciplinare , dunque educarsi per educare e perseverare . Siamo sviati dai nostri compiti cristiani , sviati verso azioni più psicologicamente remunerative , consolanti , il toccare per credere , è il tema trattato oggi nel vangelo .Vedere per credere che è l’esatto opposto di ciò che Gesù afferma ( Gv.6,29 ) , l’opera di Dio ? “ …. questa è l’opera di Dio : che crediate in colui che egli ha mandato … “ dunque credere , ecco l’opera di Dio … credere, avere fede …. e per avere fede è necessario non emulare , ma educarci a vivere secondo quello che la prima comunità cristiana esperisce , l’unità , i sacramenti , la vita in comune e la ridistribuzione dei beni all’interno della comunità , che non necessariamente sono solo i beni materiali , ma anche quelli spirituali …. la cultura , l’umanità , la gioia , i dolori , una condivisione totale , si divide …. si condivide tutto , se si è uniti , se si vive a stretto contatto …. si condivide anche il dissenso , i fallimenti ……. l’umanità e di questa le povertà . Separati si è dei bersagli , insieme si è una forza … è così anche in natura , quando i lupi attaccano i mufloni o i bisonti , questi si dispongono in cerchio ponendo nel mezzo i piccoli … divengono un muro invalicabile , una fortezza inespugnabile ….. gioco del lupo rompere il cerchio , disunire il muro , l’unità , per separare anche un solo membro della mandria per poi in branco , uniti , in unità attaccare e vincere la separazione . Oggi non è conveniente alla comunità cristiana proporre la condivisione dei beni , pensare ciò è ritenuto un fallimento , ma questo è lasciare intendere che il modus vivendi degli ordini religiosi o è un fallimento o è utopia …. ciò che è da secoli , ciò che è millenaria tradizione …. con arroganza viene decretato che non è perseguibile , né realizzabile . L’educazione che ci viene impartita è per la conservazione dei beni personali , i preti ad esempio non prestano il voto di povertà e gli sposi sempre più spesso , cioè anche ma non solo , in previsione di una futura separazione , firmano la giuridica divisione dei beni ….. da una parte ci si dona pubblicamente a chi (tenendosi stretti i propri beni )come scrive Paolo nella sua seconda lettera ai Corinti ( 8 , 9 ) : “ …. da ricco che era si è fatto povero per voi … “ e dall’altra dichiarandosi di amarsi alla follia non si mette in comune il proprio stipendio … in tutti e due i casi si è già , in partenza , da subito …non unità , il contrario cioè di ciò che abbiamo letto negli Atti degli Apostoli ….. in quegli atti pubblici si legge , traspare, emerge l’evidenza … il non essere cristiani … poi “ …. Dio scrive diritto anche sulle righe storte degli uomini … “ affermava Jacques Bossuet . L’educazione alla condivisione dei beni , la sua introduzione all’interno della comunità cristiani , della comunità dei credenti , dei battezzati è una via lunga , tortuosa e irta di ostacoli , in salita , faticosa da percorrere e da affrontare , prova ne sono 2000 anni di storia …. eppure è il completamento degli atti che la comunità cristiana sente il dovere di vivere per potersi definire tale e ricordiamo che proprio nel libro degli Atti ,è narrato che i pagani vedendo come la comunità viveva ,o meglio , come testimoniava il Cristo , venne chiamata cristiana ……. lo si può ancora dire oggi ? Chi ha orecchie per intendere intenda !