CONFESSIONI DI UNO PSICOTICO

09.09.2014 09:37

Carissimi amici di Chiesa Controcorrente, è sentore già tendente alla convinzione, dei fedeli e dello stesso presbiterio che il modello parrocchie abbia fatto il suo tempo. Ora piccoli feudi retti da sacerdoti condannati alla solitudine e all’abbandono. Non bisogna scoprire l’acqua calda per uscire da questo “empasse” né proporre chissà quali novità o modelli nati da elucubrazioni mentali machiavelliche. Agostino nel suo tempo lo aveva già introdotto, che è poi il modello cenobitico che i padri del deserto, poi gli antichi ordini, le nuove congregazioni e le recenti società di vita apostolica attuano: la figura del vescovo che vive con il suo clero. Da noi a Biella l’idea potrebbe essere quella di sistemare il fabbricato del seminario che potrebbe ospitare tutto il clero diocesano (non essendo più presenti i seminaristi che frequentano un seminario interdiocesano). Tutto concorrerebbe al bene: la vita di preghiera, la vita comune, la condivisione dei beni, la sana economia. Il seminario è attrezzato con cucina, refettorio, camere, sale e salette e in esso è presente anche il servizio di assistenza per i sacerdoti invalidi (OSI). Di fronte al santo popolo di Dio manifesteremmo la comunità, (vita comune) che predichiamo ma che poi non viviamo. Recupereremmo di fatto la preghiera comunitaria (la liturgia delle ore) almeno nelle parti mattutine. La vita gomito a gomito, il contatto diretto è foriero di formazione perenne e continua, senza la necessità di riunire il clero una volta al mese per la formazione e i ritiri e abolendo quell’odioso consiglio episcopale che limita ad una ristretta oligarchia il governo della diocesi. In quel contesto di vita comune e “ritirata” sarebbe l’assemblea a deliberare e legiferare in un sano, democratico, formativo, innovativo e rivoluzionario incontro-scontro…. Continua….