CONOSCERE LA CONOSCENZA
Fratelli cristiani il nostro viaggio è da oriente ad occidente:” Vennero da oriente a Gerusalemme”, dove nasce il sole e dove muore o meglio sarebbe dire per noi che speriamo la vita eterna, da dove nasce il sole sino al punto dove poi risorge. Noi dunque viaggiando da oriente ad occidente percorriamo il cielo, compiendo un tragitto, e compiendo questo tragitto emettiamo luce, la nostra luce, che illumina, riscalda ed aiuta a crescere, dà vita. Siamo vita fratelli cristiani, alla stregua del Cristo, siamo vita e vitali, uomini di azione in continuo movimento che viaggiano da oriente ad occidente verso Gerusalemme, punto di arrivo e ripartenza. La nostra vita terrena è comprese dunque tra l’oriente, -la nostra origine- e l’occidente – la nostra maturità- dunque la pienezza, viaggiamo verso e per la pienezza. Noi compiamo quel tragitto perché seguiamo quella stella, la stella cometa: “ abbiamo visto spuntare la stella..” e la stella è la luce e la luce e con la luce e segue la luce. La luce è fonte di vita, la prima ad essere creata, la luce può essere, è vista, visibile, è segno, traccia, che può essere osservata e seguita. La cometa è una stella che attraversa il cielo, lo fende, lo taglia in due, ha un capo e una coda, il capo, il nucleo è l’origine, la coda il seguito, ciò che segue e che ha origine dal capo. E’ dunque la cometa l’immagine del Cristo –capo nucleo origine- e della sua Chiesa –coda il suo seguito, il suo popolo, noi fratelli cristiani-. Ciò che sorge da oriente ad occidente a seguire il segno in quel cielo è la volontà di conoscere, la volontà di conoscenza: conoscere la conoscenza. Quel viaggio io e ognuno di noi fratelli cristiano lo devo percorrere, vivere, solo, nel silenzio contemporaneamente in me stesso e lungo la strada, il tragitto che unisce l’oriente all’occidente. Quella strada è da percorrere con lo sguardo rivolto verso l’alto, al cielo, in direzione della luce, la prima creata, la prima creatura, colei che ha squarciato il buio, le tenebre, ha annullato il gelo e la morte. Mi protendo e mi tendo nel seguire la stella, e questo mio protendermi e tendermi verso a… E’ un atto, un atto concreto, azione. Dunque il seguire un segno, il segno è un atto, l’atto di fede. Quando seguo la stella credo e spero e ciò di mia iniziativa, liberamente. Accennavo poco più sopra alla conoscenza, nel linguaggio biblico è amore, l’atto di amare, e si arriva a ciò con libertà, ponendo nell’altro fiducia, fede, completando ciò che si era sperato. Maria all’angelo confessa: “ non conosco uomo”, cioè non sono unita, non mi sono unita, non ho consumato l’atto di amare, pur amando Giuseppe. Se conoscere è un atto di amore, che congiunge la conoscenza, mette in comunione è rapporto, ed il rapporto genera. Dunque il rapporto è atto, realtà e se consumo il mio rapporto con Dio, conosco e lo conosco e ne provo l’esistenza, altrimenti che atto sarebbe? Consumando quell’atto sono penetrato da Dio, porto Dio in me, mi fondo in Lui, divengo uno in Lui, con Lui, mantenendo la mia identità e la mia diversità come lo sposo con la sposa. Conoscere Dio, la conoscenza di Dio è dunque il finale del viaggio, l’atto finale ed è a occidente a Gerusalemme, lì c’è Dio, il mio Signore, ma la strada che percorro, il viaggio che affronto da oriente ad occidente, a Gerusalemme è teso ad acquistare con metodo, pedagogicamente la conoscenza, attraverso il cogliere i segni, l’educazione al silenzio, l’osservazione e la riflessione, l’attesa, la speranza, la fede per giungere all’atto finale: l’amore, l’atto di amare. Così è il viaggio con e verso la conoscenza: “ il mio giogo è dolce e il mio carico leggero”, così si viaggia verso Gerusalemme fratelli cristiani, con questa consapevolezza; la conoscenza acquisita nell’arco del viaggio, diluita nel tempo e nello spazio si completa, viene assimilata e gustata, godendola, passo dopo passo fino al piacere finale come lo sposo con la sposa. E’ la conoscenza rubata che lascia l’amaro in bocca come quel boccone strappato di nascosto nel giardino, al frutto dell’albero della conoscenza, rubato. Quello non può essere goduto, né può dar piacere, esso ha interrotto la permanenza del primo uomo, quindi di tutta l’umanità che esso rappresentava a Gerusalemme; ecco perché con altre modalità dobbiamo percorrere quel tragitto per giungere a Gerusalemme ricreata, rivelata. Quella ricreazione, la rivelazione è nella Parola che Paolo scrive agli Efesini:” per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero”. In cammino fratelli cristiani da oriente ad occidente, a Gerusalemme seguendo il segno, la stella, al fine di conoscere lungo il tempo del cammino: Dio, se stessi, il mio prossimo.