... cosa bella e gradita a Dio ...

17.09.2022 14:38 “ ... Figlio mio, raccomando prima di tutto , che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini , per i re e per tutti quelli che stanno al potere perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio . Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio ... “ sono parole che abbiamo appena ascoltato nella seconda lettura tratta dalla lettera che Paolo inviò al discepolo Timoteo e proclamata oggi XXV domenica del Tempo Ordinario . Fratelli dunque bello e gradito a Dio è la nostra preghiera rivolta a chi ci governa, a chi ci amministra , ovvero rivolta agli uomini che gesticono il potere, coloro che sono detentori del potere economico e politico e che vigilano sul mantenimento dell'ordine costituito e occupano un posto di rilievo nella vita sociale e culturale ; coloro che comunemente si identificano con il termine establishment . Ma costoro veramente si prodigano per assicurare a noi una vita calma cioè serena e in pace ? Una vita tranquilla cioè sicura , certa nella quale riporre e ricevere fiducia ? Una vita dignitosa cioè decorosa e onorabile ? Credo che la maggior parte di noi qui presente facendo un bilancio della propria esistenza non sia nella condizione di garantire ad un altro suo simile una vita calma, tranquilla e dignitosa come non lo sono colore che ci governano . Ne è prova quanto sentenzia il libro del profeta Geremia (17,5): “ ... maledetto l’uomo che confida nell’uomo , che pone nella carne il suo sostegno e dal Signore si allontana il suo cuore ... “ . Per esempio coloro che ci amministrano e governano non sono riusciti a garantire salari adeguati e ciò contro l‘insegnamento evangelico ovvero che : “ ... l'operaio è degno della sua mercede ... “ (Lc.10,7 ) , non solo ,ma non sono risciti neppure a garantire la pace imponendoci un’economia di guerra,dunque fratelli , siamo divenuti nostro malgrado attori di una guerra, cioè contribuiamo ad uccidere il fratello disobbedendo al comandamento di Dio : “ ... Dio allora pronunciò ... queste parole .... Non uccidere .... “ ( Es.20,1;13 ) . Fratelli questa è la realtà , è ciò che viamo in questi giorni , dunque può venir meno la nostra fiducia verso coloro che detengono il potere ma non la nostra preghiera proprio perchè cristiani , cioè capaci di misericordia come insegna la lingua ebraica capaci della tenerezza di una madre. Coloro che detengono il potere per metodo tollerano i loro amministrati , ovvero rispettano , si mostrano anche condiscendenti ma non amano come è richiesto ai cristiani da Gesù stesso con le parole che Giovanni trascrive nel suo Vangelo ( 15,17 ): “ ... amatevi gli uni gli altri ... “ e ciò sino all’estrema coseguenza se necessario : “ ... Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici ... “ ( Gv.15,13 ) . I cristiani non si identificano nell’essere tolleranti , nel sopportare e sopportarsi ma nell’amare non solo i propri amici , di più , amare i propri nemici, predica a proposito Gesù: “ ... a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano ... “ ( Lc.6,2728 ) . Se sapremo ascoltare e vivere queste parole ,ovvero l’insegnamento della Parola allora dice il Signore Gesù : “ ... tutti sapranno che siete miei discepoli ... “ ( Gv.13,35 ) è ciò che accadde ad Antiochia , si legge infatti negli Attti degli Apostoli (11,26 ). “ ... ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani ... “ . Paolo scrivendo ai Romani ( 5,7-8 ) descrive l’atteggiamento di coloro che ritengono la tolleranza un valore assoluto : “ ... Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene .... “ . Ben diverso è l’atteggiamento di Dio , annota infatti l’apostolo prosegento nella sua lettera “ ... Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi ... “ . Da coloro che fanno della toleranza la loro bandiera Gesù mette in guardia (Mt.23,1-6 ) : “ ... Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d'onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati «rabbì» dalla gente ...“ . Fratelli c’è di più , coloro che detengono il potere non sono nella condizione di tutelare la nostra dedizione a Dio . Se solamente pronunciamo il nostro pensiero o la nostra posizione di dissenso verso quelli che sono considerati conquista di presunti diritti civili , veniamo zittiti , tacciati , e accusati di oscurantismo e reazioarismo mentre la democrazia garantisce il nostro pensiero ,anche se minoranza,garantisce per esso tutela e rispetto . Senza disquisire sui così detti diritti civili , vi ricordo fratelli che coloro che detengono il potere ( anche cristiani ) non permettono di santificare il giorno del Signore come il comandamento recita e richiede ,promuovendo il lavoro nel giorno a Dio dedicato : “ ... sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno .... in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il giorno settimo. Perciò il Signore ha benedetto il giorno ....e lo ha dichiarato sacro ... “ si legge nel libro dell’Esodo (20,9-11 ). Fratelli il Signore nella Sacra Scrittura ritiene i suoi discepoli suo popolo , un piccolo resto , dunque una minoranza silenziosa che non manifesta o si ribella ma che agisce attraverso la preghiera che è la sua forza la nostra forza , sua identit e nostra identità . Scrisse l’aèpstolo Paolo alla comunità cristiana che era in Filippi ( 4,13 ) : “ ... Tutto posso in colui che mi dà la forza ... “ .E’ dobbligo domandarsi qual è la forza di Dio , la forza del popolo di Dio , la nostra forza . A questa domanda diede risposta l‘apostolo Paolo nella sua seconda letera indirizzata ai cristiani di Corinto ( 12,9-12 ) : “ ... Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte ... “ . La nostra forza dunque è quel non conformarsi che Paolo predicò ai cristiani di Roma ( 12,2 ) : “ ... Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto ... “ solo in questo modo è possibile aprirsi all’altro e comprendere per se stessi : “ ... Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,né mai entrarono in cuore di uomo,queste ha preparato Dio per coloro che lo amano ... “ (1Corinzi 2,9 ). Questo è il modo per condurre una vita calma e tranquilla ,dignitosa e dedicata a aDio così come l’apostolo Paolo auspica .