... costruiamo la torre ...

08.01.2022 14:47 “ ... egli ci ha salvati non per opere da noi compiute , ma per la sua misericordia ... “. Fratelli cristiani, Paolo scrisse queste parole al discepolo Tito e la Liturgia della Parola le offre a noi oggi festa del Battesimo del Signore nella domenica dopo la Solennità dell’Epifania . Fratelli ci affanniamo per realizzare, determinare , organizzare , produrre , compiere opere che fanno più piacere a noi che le compiamo che a chi le riceve, perché operare appaga e assolve e permette il vanto che è vanagloria . Le opere sono legate ai sensi dunque soddisfano , appagano e quietano obnubilando , annebiando la coscienza ; con le opere dunque ci si assolve da soli , ci si autoassolve dalla colpa di avere , di possedere , di essere avvantaggiati e si fa esperienza di potere , potere essere di più di chi riceve . Le opere spesso divengono un idolo e una dipendenza ; ci si affanna per realizzarle e ci si affanna per procurarsele , ci si affanna per godere dei risultati che recano . Dell’affanno ( di qualsiasi tipo esso sia ) Matteo ci fa giungere questo insegnamento di Gesù (6,25 2 ss ): “ ... Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi .... Di tutte queste cose si preoccupano i pagani .... Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia ... Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena ... “ . Fratelli cristiani è ancora il Signore a metterci in guardia con queste parole che Matteo annotò nel suo Vangelo ( Mt.6,21 ) : “ ... là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore ... “ e il mio cuore non può , non deve appartenere alle opere anche se queste sono in favore dell’uomo , dell’altro perchè il comandamento dell’amore è chiaro , lapidario insegna Gesù attraverso il dialogo con uno scriba trascritto dall’evangelista Marco ( 12,28-31 ) : “ ... Allora si accostò uno degli scribi che li aveva uditi discutere, e, visto come aveva loro ben risposto, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l'unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c'è altro comandamento più importante di questi»... “ . Sant’Agostino ci insegna ne Le Confessioni : “ ... ci hai creati per te e il nostro cuore è senza pace finché non riposa in te ... “ . Il cuore dunque è fatto per riposare , aderire ,adagiarsi nel Signore come il corpo al giaciglio . Nostra responsabilità è in quale direzione indirizzare il nostro cuore e quale sia il nostro tesoro : il Signore o le opere ? L’attenzione , la nostra attenzione , il nostro trasporto dunque deve essere indirizzato innanzitutto al Signore e la conseguenza di ciò sono le opere , mai il contrario , il contrario origina la filantropia ,che non è santità , né vita cristiana . Le opere sono una conseguenza della fede lo afferma Gesù ( Mt.6,33 ) : “ ... Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta ... “ e Gesù si fa più ancora esplicito in questa frase che l’evangelista Marco trascrisse nel suo Vangelo (17,7 ) : “ .... I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me ... “ i poveri ... è soprattutto per le loro necessità che le opere hanno origine; fermo restando le parole autorevoli di Gesù che Giovanni ( 6,63 ) annotò nel suo Vangelo “ ... È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita ... “ . Fratelli la Parola crea , la Parola del Creatore crea dal nulla , dal nulla fa essere , fa esistere ecco dunque spiegata l’opera : credere nella Parola e alla Parola . Si legge nel Vangelo di Giovanni ( 6,28-29 ) : “ ... Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato» ... “ Credere dunque è l’Opera , l’Opera di Dio da cui poi derivano , hanno origine tutte le opere, le opere degli uomini . S.Benedetto definisce Opus Dei , Opera di Dio ,l’ufficio di divino , la Liturgia delle Ore e di conseguenza tutta la Liturgia e l’ordine benedettino fu attento maestro della Liturgia . Ecco per voi , alcuni articoli della Regola di San Benedetto che ci aiutano a comprendere cosa il Santo intendesse per Opus Dei ,Opera di Dio : “ ... non si anteponga nulla all'Opera di Dio..."; “ I fratelli, che lavorano molto lontano ... recitino pure l'Opera di Dio sul posto di lavoro ...”; ”... bisogna accertarsi se il novizio cerca veramente Dio, se ama l'Opera di Dio...”; “ ... I monaci, nell'orazione conclusiva dell'Opera di Dio si ricordino sempre tutti gli assenti... “ . Il monaco benedettino Luigi Gioia , nel suo libro - La saggezza del monaco - ci spiega che : “ ... L’espressione della regola di san Benedetto nulla si anteponga all’Opera di Dio non vuole dunque dire «non si anteponga nulla alle opere che noi dobbiamo fare per Dio», ma «non si anteponga nulla all’accoglienza e alla celebrazione di ciò che Dio fa per noi», cioè all’accoglienza e alla celebrazione dell’opera di salvezza di Dio in noi, dell’alleanza, della riconciliazione, della comunione di Dio ... “ e continua “ ... La comprensione di cosa sia l’opus Dei in questa prospettiva è radicalmente trasformata. In essa è ristabilito il primato dell’iniziativa e dell’azione del Signore. L’accento non è più su come noi celebriamo la Liturgia delle Ore, cioè sulla forma, con tutte le derive rubriciste o estetizzanti che questo approccio può comportare, ma su quello che il Signore fa attraverso la liturgia ... “ . Il Signore dunque opera attraverso la Liturgia , modo di manifestare il nostro credo . S.Paolo ammonisce con queste parole i cristiani della comunità che era in Colossi ( 3,23-24 ) : “ ... Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che come ricompensa riceverete dal Signore l'eredità. Servite a Cristo Signore ... “ e Pietro nella sua prima lettera detta il modo di operare ( 4,10 ) : “ ... Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri. Se uno parla, lo faccia come si annunciano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli ...” e conclude la frase con l’imperativo latino “ ... Amen ... “ cioè “ ... Così sia ... sia così “ ... . Fratelli la nostra realizzazione dunque la notra identità passa attraverso il credere . Credere dunque è la nostra prima opera il nostro primo operare , il nostro modo per realizzarci e, se realizzati siamo pronti a rivolgere il nostro operare all’esterno , all’Altro , agli altri . E’ fondamentale ed è segno di maturità e saggezza nel prendere qualsiasi genere di decisione o adempiere a qualsiasi azione, confrontarsi in prima istanza con se stessi ; sempre prima ad intra ( in noi ) poi ad extra ( fuori di noi ) perchè sempre vale l’insegnamento di Gersù ( Lc.14,28 ) : “ ... Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? ... “ . Chi ha orecchi per intendere intenda .