CRISTIANI: DISSIDENTI E DISSENZIENTI

18.03.2015 08:54

Mi sono accorto che non c’è stato venerdì scorso il consueto resoconto sul giornale diocesano della conferenza del vescovo di Novara, tenutasi lunedì 9 marzo in preparazione al Convegno di Firenze. Non vorrei esserne io la causa, con i miei caustici commenti, dedotti dalle fotografie pubblicate sugli atteggiamenti tenuti dai nostri leader o dal numero dei fedeli presenti e assenti. Chi vi ha partecipato m’informa che l’affluenza non è stata quella sperata, sono dispiaciuto per il vescovo di Novara, lui a differenza del tavolo di presidenza intellettuale di spessore, già preside della Facoltà teologica di Milano, oggi quello che è stato il suo ufficio è coperto da Mons Sequeri. Forse le fotografie compariranno con l’uscita del giornale di venerdì prossimo, anche perché come da copione, dovrebbe, il giornale, diocesano presentarci l’intervista con il relatore di lunedì prossimo venturo. Mi fa specie, se leggo bene il titolo del prossimo incontro, la definizione dei giovani “periferia esistenziale”, e se questa è la loro nuova definizione, forse la loro incredulità è giustificata, e se questo è il nuovo umanesimo, beh, l’incredulità dev’essere di rito. Ho tre figli cresciuti in ambiente cattolico, che hanno ricevuto un’educazione cattolica, con un padre divenuto prete. Sono ragazzi che sicuramente hanno dovuto crescere in fretta loro malgrado, messi a contatto fin da bambini con la morte e la sofferenza, vissute attraverso la perdita della loro madre. Non sono increduli, ma credenti, non sono una periferia, ma un mondo. Non si considerano una periferia esistenziale da ascoltare, non sono ai margini da un contesto di esistenza, di vita, di essere. Come ogni giovane sono, essi sono, ed è la loro dignità; esistono e se perifericamente, è perché noi preti li abbiamo relegati là, perché al centro ci siamo messi noi, piccoli dittatori. Evidentissimo l’atteggiamento dittatoriale di alcuni preti, non faccio nomi, perché già più volte li ho citati direttamente e indirettamente. Siamo stufi di atteggiamenti di questo genere, dico siamo perché mi unisco a tutti i giovani che hanno, per fortuna loro “mollato” gruppi, oratori, associazioni e quant’altro, per vivere liberi da una periferia, il mondo. Tra l’altro il loro abbandono è spesso settariamente condannato, da una periferia dove il dissenso, è punito con l’indifferenza, così accade nel clero, con il sottoscritto, ma questa è la via: dissentire. Paolo 2000 anni fa ha puntato i piedi con Pietro sulla circoncisione, aprendo ai gentili il credere in Dio, dunque in se stessi; trasformando l’uomo da pedina in persona; Lutero con il suo dissenso ha dato il via ad una riforma di un clero opulento e ignorante, al fiorire di santi e a un momento di aggregazione ecclesiale qual è stato il Concilio di Trento, ed ha aperto una polemica, una speculazione ancora in atto dopo 400 anni… non sono certamente protestante come Lutero, ma cattolico come Paolo…  ce ne fossero di dissidenti, dissenzienti quali Paolo e Lutero…