... cristiani , irrevocabilmente cristiani ...
16.08.2020 08:33
“ … Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili … “ è quanto Paolo scrisse alla comunità cristiana che era in Roma e che oggi XX domenica del Tempo Ordinario la Liturgia della Parola propone a noi qui radunati fratelli cristiani .
Fratelli , il cristianesimo , il nostro credo , la nostra fede cioè le promesse fatte da noi a Dio dovrebbero essere fondate solidamente perchè hanno origine nell’intervento di Dio nella nostra storia , nella nosta esistenza , nella nostra quotidianità , nel nostro vivere ; non sono un gioco , non sono come scrive Pietro nella sua seconda lettera ( 1,16 ) : “ … favole artificiosamente inventate … “ ma sono , ciò che la Liturgia della Parola ha oggi proposto come seconda lettura : doni e chiamata irrevocabili .
Sono doni , sono atti , fatti , azioni ricevuti da Dio senza alcuna sua pretesa di compenso , senza attendere contraccambio se non una risposta positiva o negativa da parte nostra , da parte dell’uomo , una risposta in fondo dovuta ,non foss’altro che per educazione .
Donare fa ricco chi dona non chi riceve .
Scrisse Gabriele D’Annunzio: “ … io ho quel che ho donato … “ mai , dunque secondo le parole del poeta, si perde ciò che si è donato .
Il dono è la condivisione del bene , ciò che si è donato resta sempre a chi lo ha donato ma è anche e soprattutto per chi lo ha ricevuto .
Entrambe sono attori , colui che gode di quel bene e colui che dona il bene perché analogamente si gode nel dare e nel ricevere , dunque il dono è goduto da entrambi le parti è come l’atto sponsale che è goduto da entrambe gli sposi e quel goduto genera , dà vita , cioè vince , supera la morte .
Dio nel giardino , in Eden , ha goduto nel dare la vita creando l’uomo e il creato , e l’uomo ha goduto nel ricevere la vita e il creato e, la vita e il creato non appartengono all’uomo pur appartenendogli , sono doni rivevuti e goduti ma restano del creatore di colui che li ha creati e donati .
Tra i doni più grandi che l’uomo ha ricevuto da Dio emerge la libertà e nella libertà anche la libera scelta di sbagliare , di disobbedire che è ciò che contraddistingue un figlio .
Il dono presuppone l’accettazione , ovvero la libertà di accogliere ma presuppone nello stesso modo la libertà di respingere , di rifiutare che è insito nell’uomo dunque nel figlio , perché noi fratelli cristiani siamo figli , figli per adozione , ma figli .
Siamo in grado di dare felicità e gioia al padre ma anche angoscia e dolore , quell’angoscia e quel dolore che Dio prova nella Passione del Figlio , dove si legge e si vive il rifiuto della vita da parte dell’uomo , il rifiuto della chiamata e del dono di Dio : Dio stesso .
La chiamata è l’invito , possiamo anche dire che è invocazione è far risuonare dunque è anch’essa segno e, come il dono possiamo affermare che anch’essa è atto , azione , fatto , gesto , concretezza .
La chiamata presuppone l’ascolto dunque la presenza di due attori , colui che chiama e colui che risponde , colui che è libero di rispondere di ob audire , cioè di ascoltare per poter rispondere come il verbo latino significa . Dal verbo ob audire deriva la parola obbedienza , obbedire dunque significa ascoltare stando di fronte a colui che parla , che chiama , cioè presuppone l’ acconsentire , dare il proprio assenso , la propria disponibilità , dunque seguire lasciando altro , lasciando tutto ; ecco l’atto , il concreto : “ … Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono … “ (Mt.4,22 ).
Conseguenza della chiamata , oltre la risposta , è il lasciare , lo spogliarsi , rendersi disponibile , accorrere , trasformarsi , essere altro , essere per l’Altro da sé .
Dio dunque attraverso i doni e la chiamata , attraverso segni , gesti , azioni e alla Parola , alla concretezza si manifesta e invita a rispondere al suo particolare modo di mostrarsi , di farsi conoscere , di farsi amare , di farsi seguire e ascoltare . Dio che è prima di noi , che è da sempre e per sempre è sapienza , dunque è capace di trasmettere all’uomo l’essenziale per vivere, l’essenziale per realizzarsi e realizzare .
Ma attenzione fratelli cristiani , doni e chiamata sono irrevocabili ci dice l’Apostolo Paolo , non si possono ritrattare , ripensare , annullare , non è possibile modificare ciò che è stato , ciò che si detto , ciò che si è promesso , tutto è unico e per sempre .
La nostra parola ,la nostra promessa deve essere , unica e irrevocabile , proprio perché entrambe si fondano, come scrive Pietro , non su : “ … favole artificiosamente inventate … “ ma sulla sua Parola, sulla sua promessa , sull’atto , sull’azione di Dio che è Parola e azione , come si legge nel libro della Genesi ( 1,3;31 ) : “ … Dio disse …. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona … “ .
Se questo è l’atteggiamento di Dio , cioè fedeltà e compiacimento in ciò che ha fatto , analogamente così deve essere per l’uomo , per noi fratelli cristiani .
Le nostre azioni , le nostre promesse , la nostra parola devono volgere al bene e non possono essere rigettate , eluse , disattese , non attuate .
Si legge nel libro del profeta Michea ( 6,8 ) : “ … O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene;che altro richiede da te il SIGNORE,se non che tu pratichi la giustizia,che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio? …. “ e nel Samo 36 ( 3 ) così si prega : “ … Confida nel Signore e fa' il bene ; abita la terra e vivi con fede …. “ .
Ciò che proclamiamo pubblicamente davanti a Dio e alla comunità deve essere pensato , verificato , confrontato con il nostro credo cioè con la Parola di Dio , dunque attuato e vissuto coerentemente e fedelmente .
Scrive nella sua prima lettera l’apostolo Pietro ( 4,10-11 ) : “ … Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio. Chi parla, lo faccia come con parole di Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l'energia ricevuta da Dio, perché in tutto venga glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartiene la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen! … “ e l’apostolo conclude questa frase , questo periodo con l’interiezione amen che tradotta sinifica “ così sia “ o anche “ in verità “ o ancora “ certamente “ .
Ma che grazia riceve l’uomo da Dio ?
Lo rivela Paolo nella sua lettera ai Galati ( 3,26 - 29 ) : “ …. Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c'è Giudeo né Greco; non c'è schiavo né libero; non c'è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa … “ .
E ancora domandiamoci ma che grazia riceve l’uomo da Dio ?
Lo rivela ancora Paolo nella sua lettera ai Romani oggi proclamata quale seconda lettura : “ … per essere misericordioso verso tutti … “ .
Ciò che deve essere chiaro per noi fratelli cristiani è , che come scrive Paolo nella lettera ai Romani ( 3,23 ) : “ … tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio … “ ma a questo dramma corre in nostro aiuto la pacificante Parola di Dio attraverso la lettera dell’apostolo Paolo indirizzata alla comunità che era in Roma ( 5,20 ) : “ … ma laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia … “ .
A conclusiuone di questo ragionamento ci conforti ancora la misericordiosa Parola di Dio fratelli cristiani : “ … come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti … “ ( Rom.5,19 ) e ciò perché : “ … i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili … “ e “ … se noi manchiamo di fede,egli ( il Signore ) però rimane fedele,perché non può rinnegare se stesso …. “ ( 2 Tim.2,13 ) .
Dunque ma che grazia riceve l’uomo da Dio ?
Concludo con l’assicurazione che Paolo inviò agli Efesini ( 2,8 ) : “ … è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti; infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo … “