DA BUON CDA: TIRIAMO LE SOMME

26.03.2015 06:18

I tre incontri in preparazione al Convegno di Firenze grazie al cielo sono finiti! Non ci resta che tirare le somme: la presenza, la partecipazione… un flop, possiamo esagerare, in tre incontri non sono arrivati alle 500-600 presenze. Se penso alla popolazione locale di circa 170 mila persone che vivono sul territorio diocesano, un fallimento, perché mancante di una significativa rappresentanza; questo ragionamento lo prendo a prestito, facendolo mio, dal direttore della Caritas, all’incontro sulla piazza del Duomo, presso il chiostro di S Sebastiano (vedi articolo apparso nella sezione notizie di questo sito). E’ noto che da anni la diocesi di Novara, usa nel periodo quaresimale organizzare una serie d’incontri in preparazione al forte periodo liturgico. Era chiaro che la nostra diocesi non volesse essere meno della sorella “gaudenziana”, soprattutto quando tra gli oligarchi che la reggono ce n’è uno che svetta per organizzazione, cultura… Ma soprattutto per la voglia di mettersi in mostra data la giovane età e la smania di carriera.  Ora scimmiottando i cugini novaresi l’eminenza grigia si è messa ad organizzare gl’incontri innanzitutto camuffandoli come preparatori al Convegno di Firenze, che si terrà a novembre… siamo a marzo… Il baldo giovanotto, figlio prediletto ha poi cercato i relatori. Nulla da eccepire sul vescovo di Novara, che ricordo già preside della Facoltà teologica di Milano, soprassedendo agli altri due ricordo al confratello illuminato che la diocesi di Novara ha sempre invitato elementi di spessore, ma per avere personalità di spessore bisogna conoscere, e non improvvisarsi conoscitori. Suggerisco all’organizzatore alcuni nomi di spicco per una prossima esperienza semmai ce ne sarà ancora una. Innanzitutto per la dislocazione Enzo Bianchi, il vescovo emerito d’Ivrea monsignor Bettazzi, il cardinal Ravasi che era a Bosè l’8 marzo (dunque si poteva intercettarlo), mons Corti vescovo emerito di Novara, il vescovo d’Ivrea, biellese d’adozione molto conosciuto e stimato in città, o i vescovi biellesi, mons Catella liturgista di spessore, o mons Ravinale vescovo di Asti anch’esso noto in città e molto popolare tra la gente biellese. Il ragazzo dimostra i suoi limiti come tutti, come tutti è limitato, ma per paparino è duro digerirlo e come padre lo posso capire. Altra nota di demerito è la mancata presenza del vescovo nel terzo incontro. Se gl’incontri sono stati organizzati nella cattedrale (dove è la sua cattedra) alla presenza del santo popolo di Dio, per rispetto al relatore e ai fedeli convocati, chi organizza deve assicurare la presenza del vescovo. Ma il rispetto e l’educazione qui da noi, nella diocesi di Biella è solo legata all’opportunità e all’opportunismo, dipende tutto da chi ti sta seduto davanti. Triste, piuttosto triste e lasciatemelo dire: poco cristiano. Ma vi è un merito… Non hanno “cammellato le truppe”, questo fa onore all’oligarchia governante, hanno lasciato liberi i fedeli di scegliere se partecipare o meno. Forse si sono vergognati per le continue adunate al suono di trombe per visite pastorali, veglie con i giovani, con le famiglie, ecc. In buona sostanza il consiglio che posso dare nella mia più totale ignoranza è quello di mai imitare, di fare secondo le proprie capacità, che qui in diocesi sono quelle che sono, di non credersi ciò che non si è, né di pensare che ciò che si fa sia il massimo, umiltà, volare basso; siamo in quaresima, disprezzatevi, riconoscendovi nulla, per essere graditi a Dio, ignobili, senza gloria (secondo la prima lettera ai Corinzi). Chissà che così si possa risalire dal buco in cui ci avete e vi siete cacciati.