... da soli a solitari ....

15.12.2018 14:54 “ …. Che cosa dobbiamo fare ? … “ . E’ la domanda che le folle pongono a Giovanni Battista e che noi , fratelli cristiani , abbiamo appena ascoltato nella Liturgia della Parola di questa III domenica di Avvento . La domanda che le folle rivolgono al Battista risuona ancora oggi , e sempre e per sempre risuonerà . Lenin con questa domanda titola una delle sue opere politiche più importanti “ Che fare ? “ . “ …. Che cosa dobbiamo fare ? … “ è dunque una domanda esistenziale , che si è ripetuta nella storia e che si ripeterà sino a che l’uomo abiterà in questo mondo o vivrà nell’universo . Giovanni risponde alla domanda che gli è posta dalle folle , ma è uomo e la sua risposta è umana , pensa da uomo , illuminato , filantropo , uomo di Dio , ma uomo , umanità . “ … Chi ha due tuniche , ne dia a chi non ne ha e chi ha da mangiare , faccia altrettanto …. “. “ … tu non pensi secondo Dio , ma secondo gli uomini … “ si legge nel Vangelo di Marco ( 8,27 ) e queste stesse parole sono riportate anche in quello di Matteo ( 16,23 ) . Il pensiero dell’uomo si rivolge all’immediato , al subito dopo , a scopi precisi , a necessità umane , molto umane siano esse primarie che secondarie … Il fare è materia , materialità , riscontrabile , percepibile ai sensi . Ben diverso è il pensiero di Dio . Se l’uomo battezza , come spiega Giovanni alle folle : “ … con acqua … “ colui che viene “ … battezzerà in Spirito Santo e fuoco … “ . Questa è l’azione di e da Dio . Dio dunque non si ferma alla superficie , alla superficialità , ai sensi , ma scava , entra , penetra , si insinua nella profondità dell’uomo ,nella sua intimità , dove cioè l’uomo è , e non solamente appare ; l’intimità dove l’uomo coltiva e raccoglie quelle forze che gli permettono di essere cioè di elevarsi . Gli atteggiamenti a cui l’uomo è chiamato ad attenersi e che il Battista , i pubblicani e i soldati elencano in risposta alle domande poste sono solo norme comportamentali e filantropiche , ma valgono la vita di un uomo ? Un uomo può spendersi totalmente solo per delle norme o per una causa di buona intenzione ? Possiamo anche rispondere si , lo può , ma allora è solamente il desiderio di un comportamento diverso , di una diversa educazione che spinge l’uomo a donare in toto la propria vita ? Oppure quelle norme comportamentali e filantropiche sono parte di un disegno , di un quadro , di un progetto più ampio , di più ampio respiro in cui ad essere coinvolto è tutto quell’essere persona e non solo , ma si rivolge a tutto ciò che alla persona abbisogna ? La mia generosità , il mio atteggiamento verso l’altro da cosa è spinto ? Se è fine a se stesso è filantropia che come atteggiamento è positivo ,ma ben diverso se in quell’atteggiamento non vedo solamente l’altro da me perché altro , ma quel Dio che è in me perché lo credo , gli do corpo , quel Dio che è parte di me perché io sono parte di Lui , e che dà senso a quelle mie azioni e che fa in modo che quelle mie azioni siano sue azioni . In questo emerge , entra in gioco la mia spiritualità , diviene importante e guida tutto il mio essere uomo . Artefice dunque dei comportamenti umani è Dio , come da sempre è e come per sempre sarà . Un esempio o più esempi ? La Parola di Dio è sua Parola , ma proclamata dall’uomo attraverso il linguaggio proprio dell’uomo , dunque chi proclama la Parola è Dio stesso attraverso la collaborazione dell’uomo , il suono della sua parola il linguaggio che rende la Parola di Dio comprensibile , dunque attuabile … cioè possibile azione , da potenza ad atto . Si pensi alle figure bibliche dei giudici , dei profeti , dei patriarchi . Così l’ Eucarestia la consacrazione del pane e del vino avviene attraverso le mani consacrate dell’uomo per l’intervento divino di Dio . Tutto ciò per dire che l’uomo non può , non deve , fermarsi alle sole azioni per dirsi cristiano , se si ferma alle sole azione soddisfa i propri desideri , le proprie aspirazioni che è quella volontà innata o meglio nata con il peccato originale di cambiare da se stesso , da solo il mondo . Il mito dell’eroe , il pelide Achille come leggiamo nell’Iliade , o il Macedone Alessandro Magno che hanno cercato l’immortalità nell’azione , e che hanno conquistato un posto nella storia dell’uomo , ma la storia dell’uomo è solo un elenco di luoghi , di date , di azioni , di nomi e di guerre . Se il cristianesimo si ferma al solo fare ….. alla storia , allora veramente si ferma , cioè non ha più un domani , non è più creativo , il suo divenire è solamente inerzia , non genera più , cioè degenera pur soddisfando l’attimo , il momento , il presente , la situazione , come ogni amministrazione , repubblica , impero o dinastia . Fratelli cristiani il cristianesimo è dinamicità e creatività . L’azione , l’atto del cristiano , l’atto di fede non è fine a se stesso è parte di un disegno condiviso , che non è oggi a noi chiaro , come scrive Paolo nella sua prima lettera alla comunità cristiana di Corinto ( 13,12 ) : “ …. Ora vediamo come in uno specchio , in maniera confusa ….. “ ma allora ( cioè quando sarà tempo ,il mio tempo ) continua l’Apostolo : “ ….. conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto … “ . L’atto di fede è lo stesso atto che compio nel vivere e nel propormi all’altro da me , sia esso Dio , uomo o cosa . L’atto di fede che compio innanzi a tutto è verso l’increato , Dio , di conseguenza al creato cioè all’uomo , all’ambiente con tutto ciò che comprende niente escluso . Non si può prescindere da ciò . Il “ … Che cosa dobbiamo fare … ? non ha limite , non si limita ma è apertura , disponibilità totale dell’uomo all’azione divina , all’azione di Dio . Scriveva un monaco trappista : “ …. la prima e la principale occupazione di un solitario è quella di occuparsi di Dio nel riposo e nel silenzio del cuore , di meditare incessantemente , di mantenersi in una perfetta disoccupazione da tutto ciò che lo può distrarre … “ . Solitario …. cioè l’uomo , e se l’uomo riempie con Dio la sua solitudine diviene , da solo , solitario. Ciò che distrae l’uomo da Dio è l’uomo stesso , è la sua figura e non la sua persona , è il riflesso dello specchio che ne fa un vanesio , l’oggetto stesso della vanità come si legge nel libro del Qoelet o Ecclesiaste (1,2 ) : “ … Vanità delle vanità tutto è vanità … “ . Lo specchio riflette la figura della persona non la persona nella sua totalità , quando nella definizione , nella visione cristiana la persona non è solo figura , ciò che appare , ma corpo, anima e spirito come scrive Paolo nella sua prima lettera ai santi che sono in Tessalonica ( 5,23 ) : “ …. tutto quello che è vostro , spirito , anima e corpo si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo … “ . Che cosa dobbiamo fare dunque fratelli cristiani ? Attendere con gioia l’evento , l’avvenimento …….. e da soli divenire solitari .