DA UN BIGOTTO POPULISTA… ABBIAMO VENDUTO ANCHE LA NOSTRA ANIMA

16.02.2015 10:24

Prendo spunto dalla farneticante minaccia che proviene dalla Libia, cioè la concreta possibilità di colpire la città di Roma con un missile, simbolo della religione cristiana e sede del potere politico. Io credo sia ora di potere liberamente manifestare la nostra opinione su quanto. La nostra opinione oggi è tenuta nascosta, frenata, non si ha il coraggio di manifestarla pubblicamente, anche perché dai pulpiti delle nostre chiese per anni nella omelie si è permesso, anzi voluto far nascere e crescere sensi di colpa, per anni si è parlato dello straniero, di quanto questo secondo una predicazione di parte, partigiana sia al centro del nostro interesse, tanto da “calere le brache” in ogni ambito, culturale, religioso, politico. Si è sfruttata l’immagine dello straniero, non si è affrontato il problema seriamente, complice soprattutto l’opera caritativa. Tutto ha perso il controllo, nelle scuole si è ottenuto che non si pregasse più per non suscitare imbarazzo, il crocifisso è stato rimosso per non creare disparità, nelle mense si evita di distribuire la carne, perché utenti di religione diversa non si fidano di ciò che viene servito, si rispettano le loro devozioni ma si bollano le nostre, (anche dalla parte di preti), di bigottismo. Ci si prodiga per lo straniero, mentre si relega nell’indifferenza il vicino. Credo che se dev’essere posto al centro la persona, uomo (più che umanesimo, cristianesimo), questa sia persona cioè nella sua oggettività persona, senza distinzioni di razza, di religione o di cultura. Ogni razza, religione e cultura va rispettata, non messa da parte, il rispetto e la tolleranza sono la base per ogni rapporto. Ma perché si vuol sparare un missile su Roma? Perché è la prima che non crede più alle sue tradizioni, al suo credere, alla sua fede. La rimozione del crocifisso, è segno di tradizione e segno della mia fede, se vi rinuncio, rinuncio alla mia identità, e attenzione bene alla mia identità politica e religiosa, e alla mia libertà di praticarla. (populista) Spesso siamo noi preti ad indurre a tale denuncia, non rispettando noi stessi, né i credenti che a noi si rivolgono dando un’immagine di poca serietà. Quando si lancia un missile o si preme un grilletto, cioè quando non c’è più rispetto né dialogo, (e siamo stato noi i primi a dare questo segnale a chi è molto legato alle tradizioni e disprezza chi non lo è), infondo se non siamo noi legati alle nostre tradizioni, alle nostre convinzioni, al nostro credo, oltre ad essere vulnerabili perchè disuniti, siamo alla mercè di chi è compatto, di chi è forza. Siamo noi stessi quindi a consegnarci alla sottomissione. Ora proprio come italiano,  membro di un popolo che tradizionalmente è legato alla figura materna, mi sento di esortare, di rivolgersi giornalmente alla Vergine santa perché attraverso la sua intercessione faccia crescere una fede forte, ragionata, esempio per chi ci osserva; solo così si potrà superare questo momento. (bigotto) Non è mettendosi le mani in tasca, o raccogliendo cibo e vestiti, a fare  un buon cristiano, sono gesti che possono fare anche i non cristiani. Ma perché cristiani abituiamoci a fatti concreti di vita cristiana, visibili, il segno della croce, l’esposizione del crocifisso nelle case e nei posti di lavoro, la recita del santo rosario possibilmente quotidiana con la partecipazione alla santa Messa, la preghiera se possibile attraverso la liturgia delle ore, preghiera della Chiesa universale, tutto ciò per una più profonda comunione con l’universo intero ricordando che siamo cattolici ed il termine ha come significato universale. Attraverso quella minaccia è decretato che siamo terra di conquista, la storia si ripete, come Marco d’ Aviano, iniziamo il tempo della preghiera serrata, dell’unità per la libertà. Ci hanno predicato menzogna e oggi siamo divenuti schiavi, soprattutto della paura, solo la verità dice Gesù, ci farà liberi, dai quei pulpiti vogliamo sentire predicare Gesù Cristo. Mi permetta eccellenza reverendissima di rivolgermi ai fedeli con queste parole perché la so impegnato nella su quindicennale visita pastorale.