... dal deserto la gioia , nel deserto la gioia ...
05.12.2020 07:25
“ … Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico … “ così Marco all’“ … Inizio del Vangelo di Gesù Cristo , figlio di Dio … “ descrisse Giovanni il Battista, lo abbiamo sentito proclamare nella terza lettura cha la Liturgia della Parola ci ha offerto e proposto oggi seconda domenica del Tempo di Avvento .
Ritengo che la più bella immagine del santo la si poteva ammirare nel ricco mosaico dorato d’epoca bizantina che decora l’ abside della Basilica di Santa Sofia a Istambul ( l’antica Costantinopoli ) attualmete trasformata in moschea e che per un capriccio per non dire follia ( sentenziava Goya : “ … il sonno della ragione genera mostri … ) da pochi mesi è stato ricoperto per essere volutamente sottratto alla vista e alla venerazione .
Il ritratto del santo è raffigurato alla sinistra del Cristo Pantocratore ( colui che ,secondo il significato della parola tratta dalla lingua greca , domina con forza , colui che tiene in pugno ) alla destra la Vergine Maria . Il Cristo è seduto in trono , il suo aspetto è maestoso e severo ed è ritratto nell’atto di benedire con le tre dita della mano destra secondo l’uso della Chiesa ortodossa ,con la sinistra regge il libro , il Vangelo . La Vergine composta con il capo reclinato verso Gesù , Dio in Gloria , Origine ,Signore e Giudice di tutte le cose create , denuncia un atteggiamento mesto , malinconico , contristato mentre l’atteggiamento di Giovanni il Battista esprime il dolore emotivo degli uomini santi . Giovanni è il timorato di Dio , il capo chino in segno di rispetto , lo sguardo intenso, fisso , attento alla gestualità del Signore , quel Signore che egli ha conosciuto e riconosciuto tale dal grembo di sua madre Elisabetta e che in età matura lo ha indicato a chi lo attendeva, cercava .
Marco , nel suo Vangelo , descrive Giovanni con una cintura di pelle attorno ai fianchi , segno che è profeta. Giovanni è profeta , profeta di Dio , inviato di Dio e inviato da Dio . Nel secondo libro dei Re (cfr.1,2-8) alla domanda che il re Acazia pose ai suoi messaggeri : “ … Qual era l’aspetto dell’uomo che è salito incontro a voi e vi ha detto simili parole?... “ essi risposero “ … Era un uomo coperto di peli; una cintura di cuoio gli cingeva i fianchi ... “ dunque il re esclamò “ … Quello è Elia, il Tisbita!... “ . Il profeta Elia , profeta dell’Antico Testamento come Giovanni , ultimo profeta dell’Antico e primo e unico del Nuovo , entrambi vestono di peli e portano la cintura di cuoio ai fianchi .
La cintura poteva essere di cuoio (1Rem 1,8), di lino (Lev 16,4; Ger 13,1), ricamata (Es 28,39), d'oro (Es 39,5; Ap 1,13; cfr. Dan 10,5). Sciogliere con prepotenza la cintura a una vergine, cioè denudarla, indicava abuso, umiliazione, violenza (Gd 9,2 ). La cintura dunque come simbolo di fedeltà alla purezza .
L'acquisto della cintura e il cingersi con essa i fianchi descrivono l'alleanza tra Dio e il popolo che egli, traendolo fuori dall'Egitto, l'aveva come acquistato, facendolo sua esclusiva proprietà, a condizione che vivesse nelle sue vie (cfr. Es 19,5; 26,18, Gs 22,5). Come la cintura orna la sposa ( perché segno di fedeltà ) così il popolo d'Israele è ornamento di Dio (cfr. Ger 2,32; Gdt 9,2).
La cintura è simbolo di legame privilegiato e vincolo che sorregge e descrive una delle qualità del Messia : “ …. La fedeltà sarà cintura ai suoi fianchi … “ si legge nel libro del profeta Isaia (11,5) e Paolo agli efesini scrisse (6,14 ): “ … State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia… “ indicando in questo modo la vita del credente, per il quale la cintura rappresenta una delle armi che lo difendono dagli attacchi nemici e lo rendono saldo nella fede.
La cintura che faceva aderire la tunica alla vita(cfr. Mt 3,4; Mc 1,6) serviva pure a fermare nei fianchi i lembi della lunga tunica, che arrivava alle caviglie, per rendere possibile il lavoro, il correre e il camminare velocemente. Da qui l'espressione biblica: "cingersi i fianchi" che significa "essere pronti per l'azione" che si sta per compiere. Per uscire agilmente dall'Egitto gli ebrei dovettero mettersi in cammino : "… con i fianchi cinti… " (Es 12,11).
L'apostolo Pietro nella sua prima lettera ( 1,13 ) esorta i cristiani a : “ … cingere i lombi della mente … “ espressione simbolica che significa preparare la mente all'azione, mantenendola attenta, sveglia e vigilante.
Gesù esorta ad essere : “ … pronti con la cintura ai fianchi e le lucerne accese … (Lc 12,35), a vivere, cioè, desti, con il cuore libero da inutili preoccupazioni.
La cintura esprime, pure, la disponibilità al dono della propria vita : “ … In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi … “ . (Gv 21,18)
L’abito di peli , come si è già detto, identificava il profeta . I peli si raccoglievano dal cammello , che è l’animale da soma , da viaggio tipico dei luoghi desertici . Il suo pelo o meglio il sottopelo , alla muta in primavera, veniva raccolto , dunque pettinato , quindi filato e con questo si confezionavano abiti e, allora come oggi, il filato non si tingeva tale era la bellezza del suo caratteristico colore . La lana di cammello è un materiale che, se lavorato in modo artigianale, mantiene inalterate le sue straordinarie qualità naturali è caldissima ma al tempo stesso traspirante ,e gli abiti con essa confezionati sono adatti alle zone desertiche dove le temperature sono sottoposte a repentini sbalzi .
Giovanni è uomo del popolo , si veste come la gente che popola il deserto , e si nutre con ciò che questo offre , locuste , e miele selvatico . Giovanni di fatto vive delle cose che letteralmente piovono dal cielo , locuste e miele selvatico che come la manna e le quaglie sono provvidenza di Dio .
La provvidenza di Dio viene , ha origine dunque dal deserto . Il luogo dell’assenza è luogo della Presenza e di una presenza piena , la presenza di Dio che è il tutto , dunque dove è presente tutto ciò che serve per vivere . Il deserto non è luogo di opulenza ma di essenzialità, dove si può raccogliere , ottenere il necessario . Nel deserto , dal deserto Dio fa avere ciò di cui l’uomo ( il suo popolo ) necessita per vivere , non per sopravvivere ,ma per vivere e questo vivere è annunciato con decisione : “ … Una voce grida : «Nel deserto preparate la via al Signore …. » “ è stato proclamato nella prima lettura tratta dal libro del profeta Isaia (40,3) .
Dio condusse e conduce ancora oggi nel deserto il suo popolo e lo guidò e lo guida attraverso ad esso fornendo ciò di cui il popolo aveva e ha necessità .
In passato lo guidò per lungo tempo per 40 anni , la durata di una generazione , e lo Spirito di Dio condusse nel deserto Gesù perché fosse tentato dal demonio .
Il deserto dunque è luogo non di assenza , ma di completezza , ecco perché vi trovarono riparo le prime comunità eremitiche e cenobitiche a cui si ispirarono e da cui ebbero origine gli odierni ordini monastici .
Quelle comunità nel deserto non solo trovarono di chè vivere , ma scelsero il deserto come luogo per combattere e per confermare la loro fede .
Deserto dunque luogo di combattimento nel quale l’uomo si consegna alla tentazione per trovare la redenzione . Per la sua completezza l’uomo deve combattere contro il demonio , deve consegnarsi al demonio e vincerlo con le virtù fornite dalla provvidenza di Dio . Questa lotta non può mancare nel percorsi di fede .
Nel deserto poi sgorga l’acqua della vita , quell’acqua che permette al corpo la vita biologica e introduce l’anima nella vita spirituale , nella dimensione dello spirito . Nel deserto infatti Giovanni battezza , immerge nell’acqua preparando così la strada , la via al Signore . Nel deserto , nel luogo in cui Dio conduce , tutto è possibile , ovvero nulla è impossbile dunque in quel luogo è possibile osservare , fare esperienza delle profezie di Isaia ( 40,4 ) ossia che : “ … Ogni valle sia colmata,ogni monte e colle siano abbassati ; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in pianura … “ perché fratelli cristiani come scrisse Pietro nella sua seconda lettera , proposta dalla liturgia della Parola quale seconda lettura : “ … Una cosa non dovete perdere di vista , carissimi : davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno … “ . Con Dio in sua compagnia , viviamo , facciamo esperienza del ribaltamento , della rivoluzione , della ricapitolazione , della trasfigurazione della nostra vita , il deserto dunque come giardino perché a questo conducono gli occhi della fede , lo sguardo di fede .
La compagnia di Dio è disponibile ed è da ricercarsi nel deserto , nel luogo dove il nulla conduce al tutto , dove il silenzio veicola all’ascolto . Nel deserto riceviamo l’irricevibile e sperimentiamo l’insperimentabile .
Forte e temprato da questa vita , da questi valori Giovanni indica il Signore a chi lo cerca con cuore sincero come si lgge nel Salmo 144 ( 18 ) : “ … Il Signore è vicino a quanti lo invocano,a quanti lo cercano con cuore sincero … “ . Giovanni indica il Signore , ed è ciò che conta , è atto di rilievo al quale segue l’atto sublime , scomparire , si legge la testimonianza del Battista nel testo dell’ìevangelista Giovanni ( 3,30 ) : “ … Egli deve crescere e io invece diminuire … “ perché spiega l’ultimo dei profeti : “ … io sono stato mandato innanzi a lui. Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta… “ . ( Gv.3,29 )
Dal deserto la gioia , nel deserto la gioia .