DISSACRANTI E DISSACRATORI
“ Il nostro compito è proprio questo : sentire e dare alle cose quello che le cose già hanno , ma che il nostro peccato ha loro tolto : la sacralità . Il peccato dell’uomo , il nostro egoismo , ha reso profane le cose ; dobbiamo ritornare nel paradiso terrestre , dobbiamo ritornare all’innocenza del primo Adamo , perché tutte le cose veramente manifestino Dio , perché tutte le cose ci comunichino Dio “ . Se pensiamo che questa frase di don Divo Barsotti , è stata pronunciata e poi trascritta nel 1957 , viene i brividi ….. magari in diocesi da noi ci fossero , oggi , teste così , pensatori di rango . Per Barsotti il mio egoismo nega la sacralità delle cose tanto che , al punto che , io le possa schiacciare , calpestare , umiliare , distruggere . Ogni cosa dunque secondo il teologo fiorentino è legata al sacro , cioè ha una sua potenza , è degna di rispetto , di onore ,è inviolabile , intoccabile , venerabile ; in fondo se ci pensiamo bene , se le cose sono state create da Dio come noi crediamo , anzi professiamo ( credo in un solo Dio , Padre onnipotente creatore del cielo e della terre , di tutte le cose , visibili ed in visibili ) , portano in sé la sua impronta e , se riconosciamo la sacralità a Dio perché non riconoscerla a chi porta la sua impronta ? E’ il fratello sole , la sorella luna , il frate fuoco di Francesco di Assisi ….. ma il nostro egoismo ha fatto sì che le cose diventassero profane cioè, etimologicamente , ciò che sta fuori dal recinto , dal recinto del sacro . Con ciò non si vuol lasciare intendere che le cose sacre siano superiori o a cui prestare maggiore attenzione di quelle profane …. ma che siano dotate di un altro caratteri sì, questo lo possiamo affermare e credere . Basti accostare una natura morta di Caravaggio a qualsiasi altra tela che rappresenti un soggetto religioso (ciò che noi indichiamo per sacro ) … è vero … la ricerca della luce è la stessa ma il rappresentato ne trasale l’immagine , porta oltre l’immagine ciò che la natura morta non riesce a fare . Sembra percepire , che sia appunto il nostro egoismo , il peccato che introduce la contrapposizione del sacro al profano , perché proprio quella caravaggesca luce che illumina oggetti della creazione è la stessa , è la luce divina che dà luce che dà sacralità alle cose , ma l’uomo la legge in modo diverso , l’uomo toccato dal peccato l’uomo non più innocente . La sacralità delle cose afferma , il mistico fiorentino è colta dall’innocenza del primo uomo , che appunto proprio perchè coglie di essere lui creatura tra le creature , che sempre è lui ad assegnare alle cose un nome, di fatto rendendole vive , riconoscibili , identificabili , conferendogli quella dignità che lui ha, che a lui , Adam , è stata per primo conferita da Dio , faccia a faccia ( face to face ) . Quel nome che l’innocenza del primo uomo ha assegnato a quelle cose, ne ha decretato la sacralità e l’eternità appunto l’innocenza , perché quando sarà il momento scrive Paolo ai Romani : “ la creazione stessa …… è stata sottomessa alla caducità …. e nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione “ . E’ l’egoismo che ha privato della sacralità , quindi della dignità , le cose e l’uomo stesso , è stato “ il tutto per me” , “la voluta , pianificata esclusione dell’altro “…. chi fa incetta , oltre il necessario ,oltre la normalità pecca di egoismo , nega la dignità , condanna all’indigenza …. L’egoismo rende dunque ciechi e non riuscendo più a vedere non si colgono più le cose cioè la creazione che rimanda a Dio , che manifesta Dio , che comunica Dio . Il dramma è accorgersi che proprio gli uomini di Chiesa sono coloro che non ci permettono di rientrare in quel giardino ,il paradiso terrestre , l’Eden di cui parla il Libro della Genesi e a cui fa riferimento Barsotti nella sua metilazione . Oggi osservando attentamente la vita di certo clero , su indicazione di Paolo , ci accorgiamo come questo abbia gli atteggiamenti di un professionista del sacro , che è quel modo distaccato , freddo , sistematico , efficiente sino a spingersi al maniacale di trattare ogni cosa … appunto come afferma Barsotti ogni cosa … dal vaso di fiori ai rapporti umani . Tutto è divenuto un mestiere non più una missione e l’essere prete un lavoro , non più una risposta ad una chiamata . Siamo , come preti dissacranti e dissacratori , ci teniamo volutamente fuori dal giardino , perché entrarvi ci fa paura .. per cui non vogliamo che altri entrino , ma non per preservargli sorprese , ma perché non riescano dove noi abbiamo fallito . Questa non è certo innocenza , ma malignità . L’eccesso di denaro ,di potere e di amore ci tengono fuori dal giardino , l’eccesso è l’egoismo ,il peccato . Il corretto uso , la moderazione sono vie alle virtù ; non sono anatema denaro , potere e l’amore se usate nell’ottica del giardino , cioè dandogli il loro nome , cioè sentendole mie , come Adamo le ha sentite sue , ma non per sé , a solo suo uso e consumo ma anche a favore del Creatore e della creazione , perché nel giardino la creazione sue è la totalità , l’unità . Se spezzo l’unità , il tutto contesto assume un suo valore che prevarica l’altro , tutto entra in lotta , tutto diviene eccesso , e l’eccesso diviene primario rispetto alla normalità che è regola si insinua il caos … non più il Kosmos …… le cose , la natura si rivolta …. tutto entra in collisione è il tutti contro tutti . Nulla può prendere il sopravvento , se è riconosciuta la sacralità , se ogni cosa è riconosciuta sacra ….. la sacralità è dunque sinonimo di uguaglianza e di unità . L’Incarnazione è la prova della sacralità delle cose , Dio viene ad abitare in mezzo a noi , nel suo creato a rendere nuovamente sacre tutte le cose , lui santo viene a santificare a fare essere le cose cioè a collocare le cose al loro giusto posto e a dare il valore che spetta alle cose a trasfigurarle , riportarle cioè a quel valore che avevano nel giardino , alla loro vera essenza , a loro essere , al loro esistere . La vita dei preti dovrebbe , in conclusione , essere secondo il piano di Dio , che non comprende gli eccessi , ma la santità e la sacralità delle cose ……. gli scandali , ed i fatti che emergono in questi giorni ed in quelli passati dai media , non vanno nella direzione auspicata da don Divo Barsotti , ma è proprio quello che don Divo si è prefissato di farci comprendere … cioè “ …. ritornare nel paradiso terrestre….. ritornare all’innocenza del primo Adamo …. “ prima di tutti noi preti , che abbiamo la responsabilità di noi stessi prima ancora della responsabilità del gregge .